2022-09-08
Il governo temporeggia sui sostegni Slittano l’Aiuti bis e il nuovo decreto
Il voto per la conversione del primo provvedimento si terrà martedì Questo pomeriggio cdm per definire le risorse per il prossimo intervento contro i rincari: «Sui fondi passaggio in Aula»Il governo si prende ancora tempo sia per il dl Aiuti bis, sia per il nuovo provvedimento anti bollette. D’altronde, i nodi da sbrogliare sono molti. Per quel che riguarda l’Aiuti bis, fra i problemi c’è la questione del bonus 200 euro per gli autonomi, che sarà erogato fra settembre e ottobre. In ballo ci sono oltre 3 milioni di partite Iva con redditi fino a 35.000 euro per un fondo di dotazione complessiva di circa 600 milioni di euro. Il problema è che le risorse potrebbero non bastare. A fare i conti è stata Confesercenti, secondo la quale il 12% dei lavoratori autonomi, circa 400.000 persone, potrebbe non ottenere il sostegno una tantum. Il motivo è presto detto: il 15 settembre è previsto il click day che assegnerà le risorse in ordine cronologico in base al tempo di presentazione della domanda. Si tratterà di fatto di un gioco del fazzoletto in cui gli ultimi potrebbero rimanere a bocca asciutta. Secondo la Confederazione degli esercenti, all’appello mancherebbero circa 80-100 milioni per far contenti tutti. Per questo l’associazione ritiene sia «necessario che sia pubblicato in tempi rapidi il decreto interministeriale attuativo, così da consentire la piena fruibilità dell’aiuto entro il mese di settembre e in via automatica, come avvenuto per i lavoratori dipendenti», quindi «senza ricorrere a modalità di presentazione delle domande che, come nel caso di un eventuale click day, renderebbero più difficile l’accesso alla misura, generando iniquità all’interno della stessa platea degli aventi diritto». Insomma, click day addio e stessa facilità riservata ai lavoratori dipendenti. Dal canto suo, ieri durante tutta la giornata il ministero dell’Economia guidato da Daniele Franco aveva già reso noto che avrebbe avuto bisogno di più tempo per la «ricognizione delle entrate». Alla fine, è stato accontentato: il Senato si riunirà martedì prossimo, alle 12, per esaminare il dl Aiuti bis. La decisione è stata resa ufficiale dopo la conferenza dei capigruppo di Palazzo Madama.Del resto, i temi da discutere non mancano e ieri non c’è stato l’accordo sul ritiro degli emendamenti da parte di M5s e Cal (Costituzione, ambiente e lavoro), dunque saranno valutati tutti gli oltre 450 emendamenti. Intanto, fa sapere una nota, continueranno le interlocuzioni per trovare una quadra sulle modifiche, in particolare sul Superbonus, vero pomo della discordia insieme con i navigator: l’esecutivo sembra dunque aver deciso di non presentare un testo blindato, come era trapelato nei giorni scorsi. La capogruppo del M5s a Palazzo Madama, Mariolina Castellone, ieri ha reso noto che è stato «deciso di rimandare per dare al governo qualche altro giorno per provare a trovare la sintesi. Per noi», ha detto, «ritirare degli emendamenti che sono prioritari per evitare il fallimento di 50.000 imprese e per aiutare i cittadini che hanno creduto allo Stato utilizzando lo strumento del Superbonus e adesso non riescono ad averne beneficio è una cosa che va risolta adesso». La Castellone ha poi aggiunto che «siamo passati da 400 emendamenti a 40. Adesso abbiamo proposto di limare e ridurre ulteriormente il numero per arrivare a quel numero minimo che però serve per risolvere quei problemi che vanno risolti in questo momento». Come spiega il presidente dei senatori grillini, «la soluzione di ritirare tutti gli emendamenti e approvare il testo così com’è per noi oggi non è accettabile. Quindi prendiamoci ancora qualche giorno e proviamo a trovare la soluzione che poi sia definitiva». La Castellone ha riferito che ci saranno in questi giorni «riunioni informali tra commissioni, governo e capigruppo e proveremo a capire quale può essere il punto di sintesi».Per la presidente dei senatori dem, Simona Malpezzi, «il nostro obiettivo quando abbiamo visto che non si riusciva a trovare una quadra, è stato quello di trovare una modalità per mettere in salvaguardia il decreto», ha precisato. «Il fatto che ci sia l’insistenza da parte di alcune forze politiche, M5s e Cal, nel tenere tutti gli emendamenti senza provare a trovare mediazioni non è di aiuto», ha concluso. La decisione, insomma, non stupisce. Ieri il voto delle commissioni riunite Bilancio e Finanze sugli emendamenti al dl Aiuti bis è stato spostato più volte nel corso della giornata proprio perché mancavano i pareri del Mef sugli emendamenti presentati dai partiti e le relative relazioni tecniche sulle coperture.In totale al momento il dl Aiuti bis vale circa 10 miliardi di euro. Le misure più importanti che lo compongono sono quelle sul credito di imposta per le imprese energivore e gasivore, dal valore di circa 7 miliardi, e quelle per la cassa integrazione gratuita (altri 2 miliardi circa) sul modello di quanto già fatto durante la fase più dura della pandemia da Covid-19. Per quanto riguarda il dl Aiuti ter, oggi, spiegano da Palazzo Chigi si terrà una riunione in cdm alle 15 per «decidere le risorse da destinare al nuovo decreto aiuti» sull’energia, misura che «prevede che il Consiglio dei ministri esamini l’ammontare dei fondi, che dovrà poi avere il via libera da parte del Parlamento. Successivamente si terrà un nuovo Consiglio dei ministri per il varo del decreto». Per essere certi delle risorse a disposizione, si dovranno attendere i conteggi sull’extragettito di agosto, stimati in circa 700 milioni, cifra che si unisce al mezzo miliardo generato a luglio. Se le cifre venissero confermate si tratterebbe di circa 1,2 miliardi (ben al di sotto delle stime dell’esecutivo, che aveva previsto di incassare entro fine anno 10,5 miliardi dalla misura), fondi che si uniranno al tesoretto da 7,8 miliardi in arrivo dai 393 decreti inattuati dal governo Draghi, ma anche dal Conte I e II.
L'ex amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel (Imagoeconomica)