2020-10-17
Il governo si è preso i pieni poteri ma le colpe le dà tutte agli italiani
Con l'aggravarsi dell'emergenza, l'esecutivo ricomincia con i battibecchi e le esternazioni in libertà. Fino a ieri si vantavano del nostro modello, ora sanno solo appellarsi alle responsabilità dei cittadini.Che soddisfazione veder apparire sullo schermo i cinguettii del presidente del Consiglio. Giuseppe Conte ci informa che «per contenere la seconda ondata dell'epidemia da Covid-19 c'è bisogno del contributo di tutti. Rispettiamo le nuove disposizioni», dunque «seguiamo le raccomandazioni, facciamo del bene al nostro Paese». Leggi il tweet e ti viene in mente l'incipit di Trainspotting di Irvine Welsh: «Scegliete la vita […] Scegliete la buona salute, il colesterolo basso e la polizza vita; scegliete un mutuo a interessi fissi; scegliete una prima casa; scegliete gli amici; scegliete una moda casual e le valigie in tinta…». Poi ti fermi a ragionare e ti chiedi: ma se c'è bisogno del contributo di tutti, qual è il contributo di questo governo che pretende di farmi rispettare le sue materne «raccomandazioni», tra cui quella di tenere la mascherina anche dentro casa «se ci sono ospiti»?Non serve un grande filosofo, basta l'Uomo ragno per spiegare che da «grandi poteri derivano grandi responsabilità». Tuttavia, persino un fumetto americano è più saggio rispetto ai rappresentanti dell'attuale esecutivo, che i poteri li hanno rivendicati e se li sono presi, ma le responsabilità preferiscono scaricarle sul primo che passa.Credevamo, con eccessivo ottimismo, che il giochetto fosse ormai troppo abusato per ripeterlo. Avevamo già visto, nei giorni bui della chiusura totale, lo scaricabarile continuo, il rimpallo di responsabilità fra Roma e le giunte locali, il linciaggio politico dei governatori che volevano fare «di testa loro». Poi, quando la situazione è migliorata e il numero dei contagi è sceso, il meccanismo si è leggermente evoluto, tramutandosi in uno stravagante miscuglio di vanterie e accuse. Da un lato non passava giorno senza che il presidente del Consiglio si lustrasse i galloni: «Siamo i migliori del mondo», ripeteva. Mentre si oliavano i muscoli sui media, però, il signor Conte e i suoi compari non perdevano occasione per puntare l'indice ricurvo dell'inquisitore contro le categorie sociali sgradite. Prima è toccato ai giovinastri incoscienti che si ostinavano a fare «la movida», nemmeno fossimo negli anni Ottanta. Poi è apparso lo spettro dei «negazionisti», untori consapevoli e criminali. Insomma: i dati positivi erano merito del governo, le note stonate colpa degli italiani incoscienti. E adesso? Beh, la storia si ripete, identica e offensiva. Il «governo migliore del mondo», il faro per l'Europa intera non trova di meglio da fare che imitare i francesi, inventandosi il coprifuoco alle 22 invece che alle 21 (è un modo per ribadire la superiorità morale?). Ci troviamo al cospetto della - previdibilissima e prevista - «seconda ondata», e d'un tratto scopriamo che i geni anti Covid, troppo impegnati a stigmatizzare e terrorizzare la popolazione, non hanno preso le (poche) misure serie che avrebbero dovuto prendere. Sull'aumento di terapie intensive e subintensive il ritardo è colpevole e clamoroso, persino alcuni giornali di sinistra notano che l'estate è trascorsa invano. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, e il commissario Domenico Arcuri hanno dormito e ora ci ritroviamo senza i posti aggiuntivi promessi. Colti sul fatto, come reagiscono i fenomeni? Danno la colpa agli altri. Ecco Arcuri uscirsene con un comunicato in cui spiega che sono le Regioni a non aver distribuito i respiratori da lui prontamente inviati. Perdonateci: ma che senso ha assumersi tutti i poteri se poi non li si utilizza per far funzionare la macchina pubblica alla perfezione? Mancano i posti, ed è colpa delle Regioni. Non ci sono i mezzi pubblici ed è colpa della Regioni e dei Comuni. Difettano i treni, ed è ancora colpa degli enti locali. Possibile che il governo non abbia mezza responsabilità? Nel frattempo, l'esecutivo insiste a dirci che l'emergenza cresce di ora in ora. Però, di nuovo, non riesce a prendere una decisione e ad assumersene i rischi. Se la Campania chiude le scuole, il ministro dell'Istruzione, Lucia Azzolina, s'infuria con il governatore Vincenzo De Luca e gli fa notare che i ragazzi «si affollano nei centri commerciali». D'un colpo siamo tornati al caos violento dei mesi scorsi. Attacchi, scorrettezze, consulenti del governo che rimbrottano il governo, commissari che non commissariano, ministri che non amministrano epperò litigano con chi invece dovrebbero aiutare e indirizzare. Solo su un punto sono tutti concordi: infierire su famiglie e comuni cittadini, capri espiatori perfetti. L'insistenza su questo punto è tale che ormai chi è contagiato si fa carico, oltre che della malattia, di una inedita forma di colpevolezza. S'insinua il sospetto: se ti sei preso il Covid, qualcosa di male devi aver fatto. Persino sportivi ricchi e famosi sembrano aver introiettato questo assurdo modo di pensare. Federica Pellegrini è positiva e piange come se qualcuno l'avesse appositamente offesa. Valentino Rossi s'arrabbia come se volesse menare chi gli ha passato il virus. Piccolo quiz: sapete chi è che, per manipolare meglio gli altri, fa leva sul senso di colpa? Chi è che, per sentirsi forte, scarica sugli altri colpe che sono sue? Risposta: il narcisista. A quanto pare, al governo ne abbiamo parecchi. E forse, tra un virologo esternante e l'altro, anche consultare uno psicologo non guasterebbe.
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Dopo l'apertura dei lavori affidata a Maurizio Belpietro, il clou del programma vedrà il direttore del quotidiano intervistare il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, chiamato a chiarire quali regole l’Italia intende adottare per affrontare i prossimi anni, tra il ruolo degli idrocarburi, il contributo del nucleare e la sostenibilità economica degli obiettivi ambientali. A seguire, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, offrirà la prospettiva di un territorio chiave per la competitività del Paese.
La transizione non è più un percorso scontato: l’impasse europea sull’obiettivo di riduzione del 90% delle emissioni al 2040, le divisioni tra i Paesi membri, i costi elevati per le imprese e i nuovi equilibri geopolitici stanno mettendo in discussione strategie che fino a poco tempo fa sembravano intoccabili. Domande cruciali come «quale energia useremo?», «chi sosterrà gli investimenti?» e «che ruolo avranno gas e nucleare?» saranno al centro del dibattito.
Dopo l’apertura istituzionale, spazio alle testimonianze di aziende e manager. Nicola Cecconato, presidente di Ascopiave, dialogherà con Belpietro sulle opportunità di sviluppo del settore energetico italiano. Seguiranno gli interventi di Maria Rosaria Guarniere (Terna), Maria Cristina Papetti (Enel) e Riccardo Toto (Renexia), che porteranno la loro esperienza su reti, rinnovabili e nuova «frontiera blu» dell’offshore.
Non mancheranno case history di realtà produttive che stanno affrontando la sfida sul campo: Nicola Perizzolo (Barilla), Leonardo Meoli (Generali) e Marzia Ravanelli (Bf spa) racconteranno come coniugare sostenibilità ambientale e competitività. Infine, Maurizio Dallocchio, presidente di Generalfinance e docente alla Bocconi, analizzerà il ruolo decisivo della finanza in un percorso che richiede investimenti globali stimati in oltre 1.700 miliardi di dollari l’anno.
Un confronto a più voci, dunque, per capire se la transizione energetica potrà davvero essere la leva per un futuro più sostenibile senza sacrificare crescita e lavoro.
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Chi ha inventato il sistema di posizionamento globale GPS? D’accordo la Difesa Usa, ma quanto a persone, chi è stato il genio inventore?
Piergiorgio Odifreddi (Getty Images)