2020-10-06
Il governo gioca il campionato di Pulcinella
Aurelio De Laurentiis (Nicolò Campo/LightRocket via Getty Images)
Il Napoli, che fece lo spot elettorale a Vincenzo De Luca, riceve dall'Asl locale il documento a cui aggrapparsi per saltare la sfida con la Juve nonostante due soli positivi. Calpestato il protocollo, Roberto Speranza e Vincenzo Spadafora balbettano. Morale: business da 4,7 miliardi a rischio. Il calcio italiano è nelle mani di Ciro, non Immobile ma Verdoliva. Basta saperlo e dichiarare una volta per tutte che una delle principali industrie del paese (4,7 miliardi di fatturato di cui 1,2 miliardi all'erario) deve chiudere. In questo il governo giallorosso è uno specialista: c'è riuscito con l'Ilva, c'è arrivato vicino con Whirlpool e Unilever, ci prova con il pallone. Dopo la sceneggiata sofoclea di Juventus-Napoli il destino del campionato è nelle mani del dottor Verdoliva e dei dirigenti delle Asl come lui, che domani potrebbero decidere di paralizzare la Serie A imponendo la quarantena collettiva al primo tampone positivo. Tutti in smartworking a giocare alla Playstation.È ciò che è successo sabato a Napoli in tre tempi: Piotr Zielinski ed Elijf Elmas positivi, la grida manzoniana dell'Asl «tutti blindati per non espandere il contagio» nonostante gli altri calciatori fossero negativi, la decisione di Aurelio De Laurentiis di non far partire la squadra per Torino. Un film di fantascienza perché ogni provvedimento preso sotto il Vesuvio è in rotta di collisione con il protocollo sportivo in vigore, che i dirigenti del Napoli conoscono per averlo applicato da giugno ad oggi, e che prevede la quarantena individuale del calciatore contagiato dal virus cinese.Proprio in ottemperanza a un documento ufficiale elaborato dalla Figc, firmato dal ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, dal ministro della Salute, Roberto Speranza, e dalla Lega calcio seguendo le direttive del Comitato tecnico scientifico, la Juventus domenica sera è scesa in campo all'Allianz ad aspettare Godot. In punta di diritto non avrebbe potuto fare diversamente. E constatato che l'avversario non si è presentato, incasserà (salvo cataclismi) il 3-0 a tavolino che adesso diventa una montagna da spianare. Da una parte Andrea Agnelli ribadisce le sue ragioni: «Abbiamo protocolli molto chiari per le situazioni come quelle che stiamo vivendo. In caso di positività nel gruppo squadra si sa cosa si deve fare. Dopo due casi di positività nello staff ci siamo isolati e siamo venuti allo stadio per giocare la partita. Se il protocollo sarà aggiornato, ci atterremo a quello. A parti invertite saremmo partiti e non credo che la Asl di Torino avrebbe emesso quel documento. Se viene rispettato il protocollo, firmato dal ministero della Salute dal quale dipende, la Asl non dovrebbe intervenire. L'importante è avere lo spirito di lealtà sportiva e voler giocare». Dall'altra De Laurentiis, che aveva scritto un messaggio ad Agnelli chiedendogli di rimandare la partita, ha cominciato l'ammuina per far azzerare il verdetto a tavolino e giocarsela in campo senza Verdoliva ma con Zielinski.In attesa del verdetto del giudice sportivo (rinviato di qualche giorno per completare l'istruttoria) il presidente del Napoli ha inviato una lettera ai ministri Speranza e Spadafora allegando i pronunciamenti delle Asl e le ragioni del Napoli. Nella lettera c'è scritto che «il mancato rinvio della partita rappresenterebbe la sconfitta di tutti. Si confida in un intervento dei ministeri in indirizzo perché adottino ogni determinazione necessaria a ripristinare ordine, giustizia, legalità, ragionevolezza e rispetto». Ora la faccenda comincia a emanare un certo olezzo perché diventa politica; il corto circuito è tutto interno al governo, al Pd e ai suoi più o meno grandi elettori. È difficile dimenticare che, per la prima volta nella storia recente del pallone, De Laurentiis schierò il Calcio Napoli con Vincenzo De Luca alle regionali in un endorsement che fece indignare molti tifosi. Il tweet di due settimane fa è inequivocabile: «Cari campani, il Napoli sostiene la candidatura di De Luca. Oggi è l'unico politico che può risollevare le sorti della regione a livello nazionale e internazionale. Non abbiate dubbi, è l'uomo migliore del momento». Un Votantonio clamoroso, degno di Totò. Fin dall'inizio proprio i ministri dell'esecutivo amico hanno sostenuto con sfacciata ambiguità la prudenza partenopea. Tra l'altro sono impegnati a suonare la grancassa della seconda ondata, quindi cavalcano volentieri il caso. Speranza detto Doubleface: «Non si gioca. La priorità dev'essere la salute delle persone». Ma anche, secondo una caratteristica della casa: «Il Cts ha disposto norme che consentono al campionato di andare avanti». Spadafora: «Su qualsiasi altra logica deve prevalere l'interesse superiore della salute». Entrambi mostrano pessima memoria perché il protocollo in vigore lo hanno firmato loro. Se garantisce la salute lo facciano applicare anche all'Asl di Napoli e a De Laurentiis. Se non la garantisce lo cambino.Sassuolo, Torino, Cagliari, Atalanta, Genoa, Sampdoria, Roma sono scesi in campo rinunciando ai calciatori positivi al Covid. Il Milan fa a meno di Zlatan Ibrahimovic che ha un impatto lievemente superiore a quello di Elmas. In Spagna, Inghilterra e Francia (dove i contagi sono molti più dei nostri) si applicano regole certe: i malati stanno a casa, gli altri giocano. Da noi, come al solito, troppi Pulcinella che imbracciano il lanciafiamme senza saperlo usare.