2018-10-17
Il film contro l’aborto sbanca il botteghino
Negli Usa Gosnell incassa 1,2 milioni in una settimana ed è la quarta pellicola più vista nonostante silenzi e boicottaggi. Il film racconta la storia vera di Kermit Gosnell, il medico che uccideva bimbi nati vivi dopo un'interruzione di gravidanza: per molti il peggior serial killer americano.È una pellicola che rischiava di non essere mai girata: i finanziamenti erano carenti, c'era una storia terribile da raccontare, anche se vera, e alcuni attori non se la sentivano di accettare la parte; altri, dopo essere stati scritturati, si sono addirittura dimessi, cosa inaudita se si pensa ai tanti che farebbero carte false per un posto davanti alla cinepresa. A Hollywood, poi, tirava aria di boicottaggio. Tutto, insomma, lasciava presagire che Gosnell se ne sarebbe rimasto là, nel grande cassetto dei progetti cinematografici incompiuti e mai realizzati. Invece alla fine, nonostante il silenzio dei media e anche grazie alle 30.000 persone che hanno raccolto 2,3 milioni di dollari, il film è stato partorito e sta riscuotendo grande successo.Una sorpresa a suo modo paradossale se si pensa che in realtà la pellicola non parla di nascite, bensì di aborti e delitti: quelli commessi da Kermit Gosnell, il medico che ha eliminato centinaia di bambini dentro e fuori dal grembo materno e che nel maggio 2013 è stato condannato all'ergastolo per aver soppresso tre bambini vivi dopo un tentato aborto e per l'omicidio colposo di Karnamaya Mongar, deceduta a 42 anni, nel 2009, durante un'interruzione di gravidanza. I neonati che Gosnell era accusato di aver ucciso erano sette e tra le motivazioni della sua condanna figurano pure 21 aborti eseguiti fuorilegge.Anche per questo l'uomo, classe 1941, unico figlio di un benzinaio e di un'impiegata di Philadelphia, è stato da alcuni giudicato come il più prolifico serial killer della storia americana. Ciò nonostante, un rapporto dell'agenzia di indagini statistiche Gallup ha segnalato come, a causa di un copertura mediatica insolitamente lacunosa, pochi americani abbiano seguito il processo a Gosnell, delle cui atrocità i più erano all'oscuro. Proprio la scarsa conoscenza di questi fatti e l'indifferenza dei media hanno spinto Phelim McAleer, direttore esecutivo del film, ad andare fino in fondo. «Questa è una delle storie più forti di cui abbia mai sentito parlare», ha dichiarato appunto McAleer, «eppure non c'era alcun interesse da parte dei media». In effetti, non soltanto giornali e televisioni non si sono occupati, o quasi, degli orrori di Kermit Gosnell, ma lo stesso film sulla sua storia processuale è passato sotto silenzio, snobbato da numerose testate a partire dalla rivista hollywoodiana Variety, interamente incentrata sulle notizie di cinema. Solo due giornali si sono presi la briga di recensire la pellicola: il Los Angeles Times, con una stroncatura, e Forbes, con un giudizio positivo ma molto cauto. Un atteggiamento prudente, per non dire di censura, adottato dalla stampa probabilmente per non sconfessare quell'abortismo di cui, da decenni, è formidabile sponsor.Ciò nonostante, a conferma di come tra i media e il pubblico non ci sia ultimamente questo gran feeling, nelle 673 sale americane in cui Gosnell è uscito lo scorso fine settimana si è registrato il pienone, con un incasso di ben 1.235.800 dollari. Un vero e proprio esordio con il botto, che ha spinto il film fino al quarto posto fra le nuove uscite al botteghino, e al dodicesimo in assoluto. Il successo è ancor più sbalorditivo se si considera che la pellicola ha debuttato contro i super pubblicizzati First Man, dedicato all'astronauta Neil Armstrong, e Goosebumps 2, horror per bambini.Alla base di questa fortunata uscita nella sale, probabilmente, c'è la storia stessa del dottor Gosnell, che se non fosse reale parrebbe ispirata da un racconto di Stephen King. La vicenda è infatti quella di uno Josef Mengele dei nostri giorni, che ha operato indisturbato in un ambulatorio che nessuno ha ispezionato per 17 anni, facendo sì che divenisse crocevia di donne povere e disperate, quasi sempre di colore. In tutto quel tempo, tra un intervento e l'altro, Gosnell collezionava feti abortiti nei barattoli, invitava il personale non medico a somministrare farmaci e, come già detto, uccideva personalmente i neonati, tranciando i loro midolli spinali con le forbici.Solo a elencare i crimini di cui si è macchiato quest'uomo pare davvero impossibile che i media, una volta iniziato il processo a suo carico, se ne siano disinteressati. Eppure è quanto accaduto. «All'epoca, i giornalisti si scusarono per non aver raccontato il processo di Gosnell, ripromettendosi di rimediare. Ma ora si rifiutano di parlare del solo film che racconta quella storia», ha dichiarato, incredula, Ann McElhinney, ideatrice della pellicola insieme con McAleer, con cui è sposata. Adesso gli autori di Gosnell possono però stare tranquilli perché, alla fine, il solo verdetto che conta è quello del pubblico. Che pare non aver alcuna intenzione di far passare gli orrori del mostro di Philadelphia ancora sotto silenzio.
Lo ha dichiarato il presidente del Consiglio europeo in occasione del suo incontro con il premier greco Kyriakos Mitsotakis.
Antonella Bundu (Imagoeconomica)