2023-10-01
Il Congresso Usa dice stop agli aiuti a Kiev
Kevin McCarthy (Getty images)
I repubblicani alla Camera fanno saltare l’intesa sul bilancio e bloccano il Paese: «Via libera possibile senza i fondi agli invasi» Volodymyr Zelensky: «Accordo con Biden per produrre armi in Ucraina». Vladimir Putin celebra la riunificazione di quattro regioni con la Russia.Gli aiuti all’Ucraina spaccano il Congresso americano e traghettano gli Usa verso la paralisi delle attività del governo, il cosiddetto «shutdown».Sono ore di tensione a Washington dove, mentre il giornale va in stampa, non si è trovato l’accordo per approvare le diverse leggi di spesa che formano il bilancio Usa entro oggi, inizio del nuovo anno fiscale. Senza intesa, migliaia di dipendenti federali vedranno congelati i loro stipendi. Martedì scorso il Senato aveva trovato un accordo bipartisan nel tentativo di evitare lo stop ai servizi fino al 17 novembre, ma il compromesso non è stato possibile alla Camera, dove la maggioranza repubblicana ha scelto la linea dura, opponendosi proprio agli aiuti bellici e umanitari all’Ucraina. Come ha spiegato ieri lo speaker repubblicano Kevin McCarthy: «Se fossero tolti i finanziamenti a Kiev, il bilancio potrebbe essere approvato. Se invece ci si concentra sull’Ucraina, anziché sugli Usa, ci saranno problemi reali». Posizione già espressa la settimana scorsa, quando McCarthy aveva escluso la possibilità di approvare un pacchetto da 24 miliardi di dollari di aiuti all’Ucraina entro la fine dell’anno, come chiesto dal presidente Joe Biden: «Abbiamo i nostri problemi fiscali di cui occuparci. Ci sono 10.000 persone che hanno appena attraversato il confine e il presidente pensa solo a Kiev». Dall’inizio del conflitto Washington, il maggior sostenitore dell’appoggio incondizionato a Volodymyr Zelensky, ha stanziato quasi 47 miliardi di dollari per gli aiuti militari al Paese invaso. E non è certo una novità che i repubblicani, specialmente l’ala più vicina all’ex presidente Donald Trump, non approvino gli enormi finanziamenti e il proseguimento a oltranza della guerra. Ma anzi, come l’imminente shutdown dimostra, tra le file del Gop è sempre più forte la convinzione che il rubinetto degli aiuti debba essere chiuso. Dal Congresso Usa, insomma, per Zelensky sono in arrivo grosse delusioni. Al contrario, ieri Nato e Ue hanno garantito (quantomeno a parole) sostegno a Kiev: «Sono qui per ribadire il sostegno militare, economico, politico e diplomatico dell’Ue per arrivare ad una pace ma che sia giusta e che rispetti l’integrità e l’indipendenza dell’Ucraina», ha dichiarato ieri l’alto rappresentante Ue per la Politica estera, Josep Borrell, in visita a Odessa, mentre il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha ribadito che «L’Ucraina ha bisogno di più armi, perché più forte è sul campo di battaglia, più forte sarà la sua posizione al tavolo dei negoziati. Quindi, anche se può sembrare un paradosso, le armi per Kiev sono la via per la pace». Armi che saranno prodotte anche in Ucraina, come concordato con Biden da Zelensky, che ieri ha annunciato l’Alleanza industriale di Difesa: «L’Ucraina è pronta ad offrire speciali condizioni a società desiderose di sviluppare prodotti di Difesa insieme al nostro Paese», ha spiegato il leader. Intanto, Vladimir Putin in un videomessaggio ha celebrato la riunificazione delle autoproclamate repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk, delle regioni di Zaporizhzhia e di Kherson, con Mosca. «L’operazione militare speciale continuerà fino alla completa distruzione del regime nazista di Kiev e alla liberazione dei territori nativi russi dal nemico. La vittoria sarà per noi. E ci saranno altre nuove regioni all’interno della Russia», gli ha fatto eco il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitry Medvedev. «Non ci sono “nuovi territori della Russia”, non ci sono “territori annessi” e non c’è alcuna possibilità che la Russia riesca a mantenere il controllo su di essi. Esiste solo il territorio dell’Ucraina, compresa la Crimea, dove si stanno combattendo pesanti battaglie per distruggere il gruppo di occupazione russo», ha invece replicato il consigliere del presidente ucraino Mykhailo Podolyak, di fronte tuttavia a una controffensiva che non sta ottenendo i risultati sperati da Zelensky e gli alleati occidentali. Nonostante i combattimenti, l’avanzata ucraina è stata minima, ha spiegato l’ultima analisi del New York Times, basata principalmente sui dati forniti dall’Institute for the study of war: sommando i territori conquistati da entrambe le parti, la Russia controlla ora quasi 200 miglia quadrate di terreno in più in Ucraina rispetto all’inizio dell’anno. Al momento, inoltre, le forze russe superano quelle ucraine con un rapporto di quasi tre a uno sul campo. Dati poco rassicuranti per gli alleati di Kiev, nonostante le rassicurazioni di ulteriori aiuti da tutti i governi. Ma non dal Senato Usa.
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