2020-06-10
La scoperta dell’acqua calda e dei comitati
per non decidere
Doveva essere una risposta rapida all'emergenza. Invece la task force ha fatto la lista delle buone intenzioni. Bucando le priorità.E alla fine, con parto podalico, arrivò il piano Colao. Podalico, con i piedi. Perché forse non contiene nulla di buono? No, perché il piano doveva essere un aiuto per l'emergenza Covid dove i problemi sono tre: dare soldi a fondo perduto, dare credito, abbattimento della pressione fiscale, velocizzazione con decreti e non con disegni di legge della burocrazia. Non occorrevano 121 pagine di proposte, in sé neanche malvage - del resto anche statisticamente era assai improbabile che non ve ne fossero -, ma indicazioni qui e subito - per farlo capire ai professori hic et nunc -, non chissà dove e quando. Molte proposte contenute nel documento sono oggetto di attenzione dai primi governi De Gasperi, e ancor prima da quelli presieduti da Giovanni Giolitti. Colpisce tra tutte, per una spiccata fiducia nel capitalismo nostrano, quella che promuove disincentivi ai fallimenti e ai concordati preventivi. Come si permettono di fallire? Certamente ci sarà qualche ragione poco nobile, ci marceranno. In Italia c'è stato un periodo - eravamo agli inizi degli anni Novanta - dove ci servivano la concertazione a colazione, pranzo e cena. In pratica significava, sentiamo i sindacati prima, mettiamoci d'accordo, così evitiamo rotture di balle dopo, cioè scioperi e quant'altro. Oggi dalla concertazione siamo passati alla comitazione: per ogni problema un comitato. Almeno nella concertazione oltre ai sindacati, che facevano la parte del leone, c'erano anche i rappresentanti delle categorie produttive che, tanto o poco che rappresentassero, qualcosa rappresentavano e, soprattutto, vivevano in Italia e attraverso i loro rappresentati erano informati sull'Italia reale, quella del quotidiano che gli imprenditori dovevano affrontare. Ora è l'epoca degli esperti e dei professori, possibilmente che vivano e insegnino all'estero, e con il presidente che presieda da Londra, l'ineffabile Vittorio Colao. Attraverso la concertazione si prendeva tempo, chi non ricorda quei servizi televisivi dove si vedevano quei tavoli interminabili pieni, strapieni di gente che discuteva con il governo prima che questo adottasse dei provvedimenti? Ci voleva tempo per prendere le decisioni. Oggi, i comitati, servono per rimandare le decisioni, non per prenderle. E quelle che vengono prese - che è ancora peggio - vengono prese senza ascoltare nessuno degli interessati. Sarebbe come se un chirurgo prima di intervenire, non parlasse con il paziente o, almeno, con la famiglia. E poi, quelli del governo, fanno pure i meravigliati perché i provvedimenti non funzionano, vedi cose serie come la cassa integrazione o cose ridicole come il buono monopattino-biciclette.Volete fare un comitato utile, anzi necessario? Visto che al governo non c'è un fior fiore di esperti di conti dello Stato (Contabilità nazionale), di procedure amministrative, e soprattutto di materia tributaria e fiscale, nonché di trattati internazionali (ci vorrebbe, per intendersi, gente del calibro di Giuseppe Guarino, recentemente scomparso), cercate gente che possa dare una mano a capire dove prendere i soldi, a chi darli, come darli e come farlo in fretta. Lo sa uno studente del primo anno di economia che in questa materia il fattore tempo è importante quanto la velocità delle cure nei pazienti gravi. Ma di questo non si parla.E, come se non bastasse, ora avremo anche gli Stati generali, autorevole istituzione dell'ancien régime, che precedette la Rivoluzione francese. Qui cosa precederà? Probabilmente un comitato che dovrà fare proposte che poi saranno sottoposte al governo che per valutarle costituirà un altro comitato il quale si dividerà in sottocomitati che, a loro volta, riferiranno al Conte. Almeno una volta riferivano al re.
Il laboratorio della storica Moleria Locchi. Nel riquadro, Niccolò Ricci, ceo di Stefano Ricci
Il regista Stefano Sollima (Ansa)
Robert F.Kennedy Jr. durante l'udienza del 4 settembre al Senato degli Stati Uniti (Ansa)