2018-11-11
Il collaboratore di Sangalli assicura: «Segretaria e dg a cena insieme»
L’uomo conferma la versione del detective privato: «I due si frequentavano fuori dall’orario di lavoro» E spiega che lei definì il video delle «molestie» del leader dei commercianti una «assicurazione sulla vita» «Molto spesso la macchina di Confcommercio veniva utilizzata per viaggi di lavoro che facevano insieme. In alcune trasferte restavano soli, ad esempio a Positano, in Sardegna e in Toscana».Dai documenti allegati alla querela presentata dal presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, nei confronti dell’ex direttore generale Francesco Rivolta, della sua ex segretaria Giovanna Venturini e di altri esponenti del management della Confederazione dei commercianti, salta fuori un testimone che ha dichiarato di essere al corrente «di una relazione quantomeno di costante frequentazione extra ufficio tra Venturini e Rivolta». E che ha anche svelato di avere, in passato, assistito personalmente a episodi in cui la Venturini, «compiaciuta», mostrava il filmato ai colleghi, definendo quella registrazione «la propria assicurazione sulla vita». Il testimone è un collaboratore di Sangalli, e nella sua ricostruzione, raccolta dall’avvocato Domenico Aiello, demolisce quell’assicurazione sulla vita liquidando il video con una frase: «Non si sentiva nulla di insolito o compromettente». Insomma, il file dello scandalo potrebbe essere una patacca. E non è stato l’unico a parlare al presidente di quel video: «Il mio assistente», spiega Sangalli, «mi aveva informato di avere visionato nel dicembre 2012 il video esibito dalla Venturini». C’erano Sangalli e la ex segretaria all’interno dell’ufficio, sui lati opposti della scrivania, durante una animata discussione sul trasferimento della Venturini in direzione generale. «Niente che lasciasse anche solo ipotizzare violenze o aggressioni o molestie da parte mia», sostiene ora Sangalli.Ed è stato ancora una volta il collaboratore a dare una chiave di lettura diversa a quella richiesta di cambiare ufficio: la Venturini in tempi non sospetti gli avrebbe confidato che «le sue insistenti richieste di trasferimento erano giustificate da più semplici motivazioni». Eccole: «Voglio andare con il dg, non voglio più fare la badante a un vecchio (Sangalli ad agosto ha compiuto 81 anni, ndr)». A confermarlo ci sarebbe anche un altro teste, anche lui sentito durante le indagini difensive.Nel frattempo Rivolta, che si era preso in segreteria la Venturini, avrebbe avanzato, stando alla ricostruzione di Sangalli, le richieste via sms: «Pagamento e dimissioni». Il pagamento è avvenuto, dopo un accordo firmato davanti a un notaio, con due bonifici (il primo da 100.000 euro, che risale al 22 dicembre 2017, e il secondo da 116.000, del 19 gennaio 2018). Le dimissioni, in bianco, sarebbero state consegnate a Rivolta e da questi, denuncia il presidente, mai più restituite. Il pagamento, insomma, stando a quanto Rivolta avrebbe lasciato intendere a Sangalli, «non avrebbe interrotto le iniziative di Venturini, la quale considerava assolutamente imprescindibile questa ulteriore condizione». È su consiglio di amici che il presidente decide di approfondire. E comincia a dubitare della versione di Rivolta. «A Roma», ha riferito ancora il suo collaboratore, «molto spesso hanno avuto (parla di Rivolta e la Venturini, ndr) occasione di stare a cena da soli fuori dall’orario di lavoro. So che la Venturini è stata accompagnata nei pressi dell’appartamento di Rivolta, anche in orari serali». Lo stesso testimone va a confermare ciò che il detective che ha pedinato i due protagonisti di questa storia ha ripreso e fotografato.Le conclusioni dell’investigatore sono queste: «Nei giorni di osservazione il signor Rivolta si recava a cena in compagnia della signora Venturini in un ristorante con ambiente molto raffinato e romantico, presso cui venivano fatti accomodare nella sala posteriore, luogo maggiormente riservato». E a Sangalli qualcuno fa anche notare che in occasione di quelle cene Rivolta, poi, chiedeva anche il rimborso alla Confcommercio. I due non si fanno mancare nulla. Per esempio, il giorno 1° gennaio spendono 159 euro e mangiano astice al vapore, risotto cacio pepe e gamberi, tonnarelli carciofi e vongole, il tutto annaffiato da Arneis blange. In data 1° febbraio il conto - per via di una bottiglia da 57 euro di Pinot nero - è anche più salato: 180 euro. Altre due cene da 123 e 115 euro il 15 febbraio e 15 marzo. Il 10 maggio il conto è 110 euro, con due calici di Franciacorta offerti dal ristoratore. Ormai i due clienti sono habitué.
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