
Il leader dei grillini chiede un confronto agli alleati sul sottosegretario inquisito: «Dovrebbe andare in panca un po'». Anche il primo ministro punge: «Situazione da valutare». E dal Pd mozione di sfiducia al governo. «Solo per le elezioni europee, in edizione straordinaria e limitata, il M5s rispolvera la sua vecchia e rinnegata ala di sinistra e gli attacchi alla Lega». La sintesi di Paola Nugnes, senatrice dissidente del M5s, è condivisa da molti addetti ai lavori. L'idea che alzare il tiro contro la Lega sia una tattica propagandistica partorita dallo staff comunicazione del M5s per recuperare gli elettori di sinistra delusi dall'alleanza con il Carroccio e dall'azione del governo è tutt'altro che campata in aria. Proprio per mandare all'aria questa strategia comunicativa, che rischierebbe di rendere totalmente assente dalla campagna elettorale le minoranze parlamentari, il Pd ieri ha annunciato il deposito di una mozione di sfiducia al governo guidato da Giuseppe Conte sul caso del sottosegretario leghista Armando Siri, indagato per corruzione, del quale il M5s invoca invano le dimissioni. «Conte», ha spiegato ieri il capogruppo del Pd al Senato, Andrea Marcucci, «venga in aula a spiegare lo stato della situazione relativa al sottosegretario Siri. Il braccio di ferro tra Lega e M5s impone al presidente del Consiglio immediati chiarimenti anche sulla reale salute della coalizione. A questo proposito, il Pd deposita una mozione di sfiducia al governo Conte, perché questo continuo braccio di ferro fra Lega e M5S fa ulteriori danni al Paese». La discussione della mozione di sfiducia, benedetta dal segretario dem Nicola Zingaretti, metterà fine al carosello che il M5s sta montando intorno alla vicenda di Siri e a quella di Federico Arata, il figlio dell'imprenditore Paolo Arata, indagato a sua volta per corruzione per avere «dato o promesso» 30.000 euro a Siri. Federico Arata è stato assunto a palazzo Chigi dal sottosegretario Giancarlo Giorgetti. «Siamo davanti», ha detto ieri al tg della Rai il capogruppo del M5s alla Camera, Francesco D'Uva, «a un caso di corruzione dove ci sarebbero anche legami con la mafia. Per questo chiediamo al sottosegretario Siri di chiarire la sua posizione il prima possibile e speriamo lo faccia. Poi per una questione di opportunità politica e non gettare ombre sul governo è anche il caso che faccia un passo di lato, anche momentaneo. Infine», ha concluso D'Uva, «chiederemo chiarimenti sull'assunzione del figlio di Arata da parte della Lega».Ora che dalle parole si passerà ai fatti, cioè alla mozione di sfiducia, si vedrà se il M5s sceglierà di interrompere la guerra di dichiarazioni contro la Lega o di interrompere l'esperienza del governo: facile prevedere quale sarà la decisione. Le chiacchiere stanno a zero: se al momento della votazione Siri sarà ancora al governo, e il M5s confermerà la fiducia all'esecutivo, la marea di dichiarazioni, veline, comunicati stampa e post sui social network contro la Lega si interromperà. Ieri sulla vicenda è intervenuto il premier, Giuseppe Conte, che sostanzialmente, in una intervista al Corriere della Sera, ha anticipato la sua decisione. «Se Siri lascerà il governo? Completerò presto la valutazione», ha detto Conte, «e una decisione sarà presa dopo avergli parlato nei prossimi giorni, per avere altri elementi di valutazione nel rispetto dei diritti dell'interessato, che come prima cosa ha il diritto ma anche il dovere di conferire con il suo presidente. Siamo di fronte», ha aggiunto il presidente del Consiglio, «a un semplice avviso di garanzia, per accuse delle quali, allo stato, so quanto sanno tutti. Salvini ha una vita davanti a sé per fare il premier, se e quando si creeranno le condizioni. Non in questa legislatura». La querelle potrebbe risolversi alla democristiana: Siri potrebbe rimettere il suo incarico da sottosegretario nelle mani del suo leader di partito, Matteo Salvini, senza formalizzare le dimissioni. Più bellicoso Luigi Di Maio, che in un'intervista a Repubblica ha commentato il caso Siri. «Nelle prossime ore», ha annunciato Di Maio, «chiederò a Salvini e Giorgetti un chiarimento a livello politico. Prima di arrivare a delle conclusioni devo parlare con loro. Sarebbe opportuno che la Lega mettesse Siri in panchina per un po'. Lo devono dire i magistrati che è innocente, non la Lega. La politica non può sostituirsi al potere giudiziario. Queste cose le faceva Berlusconi. Noi intanto gli abbiamo già tolto le deleghe e dunque abbiamo sterilizzato il suo operato. È stata una misura presa in via precauzionale a tutela del governo e delle istituzioni». L'affondo più duro riguarda il merito dell'inchiesta su Siri: «Ci sono state», rivela Di Maio, «diverse proposte in più occasioni sull'eolico e alcune richieste di introdurre delle sanatorie sugli incentivi. Le abbiamo sempre bloccate. Ci sembravano strane. Alcune persone del mio staff sono state sentite come persone informate sui fatti».Il M5s ha anche fatto sapere che presenterà una proposta di legge sul conflitto d'interessi, iniziativa interpretata come «sfida alla Lega» dalle solite consuete «fonti» del Movimento. E Salvini? Al di là dell'indiscrezione riportata dal Corriere riguardo alla sua previsione di elezioni anticipate a ottobre prossimo, ieri il leader della Lega ha pubblicato sui social i risultati dell'ultimo sondaggio Ipsos che vede il Carroccio toccare la stratosferica quota del 36,9%, rispetto al 22,3% del M5s. A seguire il Pd con il 18,7%, Forza Italia con l'8,7% e Fratelli d'Italia con il 4,6%. Un modo come un altro per far capire al «caro amico» Di Maio che le elezioni anticipate, per la Lega, non sarebbero un problema.
Sigfrido Ranucci (Ansa)
Ennesimo scontro tra la trasmissione Rai e l’Autorità, che dice: «Inchiesta errata sugli Smart glasses, il servizio non vada in onda». La replica: «È danno erariale».
Non si ferma lo scontro tra Report, la trasmissione di Rai 3 condotta da Sigfrido Ranucci e il Garante della privacy. Anche questa settimana, alla vigilia della puntata di stasera, l’Autorità di controllo ha chiesto alla Rai lo stop alla messa in onda di un servizio sulle attività del Garante. Report ha infatti pubblicato sui social una clip con l’anticipazione di un’inchiesta sull’istruttoria portata avanti dal Garante della privacy nei confronti di Meta, relativa agli Smart glass, gli occhiali da sole che incorporano due obiettivi in grado di scattare foto e registrare filmati. Il servizio di Report punta il dito su un incontro, risalente a ottobre 2024, tra il componente del collegio dell’Autorità Agostino Ghiglia e il responsabile istituzionale di Meta in Italia, «prima della decisione del Garante su una multa da 44 milioni».
Diego Moretti (Ansa)
I dem che hanno sempre criticato l’ex sindaco Anna Maria Cisint firmano una mozione sul lavoro nei cantieri navali. Ora vogliono superare il modello di immigrazione a basso costo.
«Nella sua campagna permanente contro gli stranieri che a Monfalcone regolarmente lavorano, la Cisint aggiunge un nuovo tema: ora mette in discussione anche le rimesse economiche, annunciando misure per vietarle o limitarle. Una delle tante dichiarazioni che si aggiungono a quelle del passato, sicuramente buone per costruire narrazioni false e per alimentare odio nei confronti dello straniero».
Elly Schlein (Ansa)
La leader Pd dice che la manovra «favorisce solo i ricchi», come se avere un reddito da 50.000 euro lordi l’anno fosse da nababbi. In realtà sono fra i pochi che pagano tasse dato che un contribuente su due versa zero Irpef. Maurizio Landini & C. insistono con la patrimoniale. Giorgia Meloni: «Con me mai». Pure Giuseppe Conte non ci sta.
Di 50.000 euro lordi l’anno quanti ne finiscono in tasca a un italiano al netto di tasse e contributi? Per rispondere è necessario sapere se il contribuente ha moglie e figli a carico, in quale regione viva (per calcolare l’addizionale Irpef), se sia un dipendente o un lavoratore autonomo. Insomma, ci sono molte variabili da tener presente. Ma per fare un calcolo indicativo, computando i contributi Inps al 9,9 per cento, l’imposta sui redditi delle persone fisiche secondo i vari scaglioni di reddito (al 23 per cento fino a 28.000 euro, al 35 per la restante parte di retribuzione), possiamo stimare un netto di circa 35.000 euro, che spalmato su tre dici mensilità dà un risultato di circa 2.600 euro e forse anche meno. Rice vendo un assegno appena superiore ai 2.500 euro al mese si può essere iscritti d’ufficio alla categoria dei ricchi? Secondo Elly Schlein e compagni sì.
Elly Schlein e Vincenzo De Luca (Ansa)
Dopo aver sfidato lo «sceriffo di Salerno» il segretario dem si rimangia tutto. E per Roberto Fico conta sui voti portati dal governatore, che impone ricompense per il figlio. Sulla partita veneta, Ignazio La Russa apre a Luca Zaia nel governo.
«Vinciamo»: il coordinatore regionale di Forza Italia in Campania, Fulvio Martusciello, capodelegazione azzurro al Parlamento europeo, lo dice alla Verità e sembra convinto. L’ennesima manifestazione elettorale di Fi al centro di Napoli è un successo clamoroso: centinaia di persone, il ritratto di Silvio Berlusconi troneggia nella sala. Allora crede ai sondaggi più ottimisti? «No», aggiunge Martusciello, «credo a quello che vedo. Siamo riusciti a entrare in tutte le case, abbiamo inventato il coordinatore di citofono, che si occupa di curare non più di due condomini. Parcellizzando la campagna, riusciremo a mandare a casa una sinistra mai così disastrata». Alla remuntada in Campania credono tutti: da Giorgia Meloni in giù. Il candidato presidente del centrodestra, Edmondo Cirielli, sente aria di sorpasso e spinge sull’acceleratore.






