Musk & C. sta con i piccoli al motto di «democrazia in finanza», ma punta a sostituire i gestori e prendere i dati dei trader
Musk & C. sta con i piccoli al motto di «democrazia in finanza», ma punta a sostituire i gestori e prendere i dati dei traderNegli Stati Uniti, i semplici cittadini investono in Borsa molto più che da noi: è un fatto storico. L'enorme bolla creata dalla crescita pompata dei colossi della Silicon valley ha reso quasi impossibile investire sui grandi titoli. Azioni come quelle di Amazon, Google o Apple valgono singolarmente migliaia di dollari. Così sono nate piattaforme per consentire ai piccoli investitori di comprare frazioni di un singolo titolo. Al tempo stesso, le piattaforme che consentono di fare trading senza costi hanno visto aumentare a dismisura gli utenti e i clienti. E intanto le aziende basate sui vecchi modelli economici hanno iniziato a perdere di valore, fino a diventare accessibili anche a chi ha da investire pochi soldi. La combinazione dei tre fattori ha creato quella che negli Usa chiamano la «nuova normalità». Cioè un modello di business che ha progressivamente tagliato fuori i vecchi operatori di Borsa. Aggiungiamo che i milioni di pesci piccoli che operano sulla stessa piattaforma hanno scoperto di poter comunicare tra di loro in tempo reale per coordinare i propri acquisti o le proprie vendite.Ecco, tutta questa premessa ci ha portati alla notizia di questi giorni. Quella che i giornali titolano come la vittoria dei piccoli e poveri investitori contro gli hedge fund brutti e cattivi. Da meno di due settimane a questa parte un titolo quotato al Nasdaq, Gamestop, è passato da 19 dollari ai 382 dell'ultima chiusura, con picchi addirittura a 480 dollari. Un anno fa il valore era di poco superiore ai 2 dollari. Poco, ma tutto sommato in linea con ciò che i vecchi investitori chiamavano i «fondamentali». Gamestop è infatti una catena di negozi che vende videogiochi nuovi e usati. Facile capire che si tratta di un'attività in via di estinzione per via della pandemia e del Web (oggi i videogames per lo più si scaricano e si giocano online). Difficile immaginare che il titolo in Borsa possa avere un futuro brillante. Infatti, a fronte di 50 milioni di posizione di acquisto in salita ne erano state sottoscritte più di 60 short. Che significa? Gli hedge fund scommettono sul ribasso di un titolo e comprano «allo scoperto», cosa che consiste nella vendita di strumenti non posseduti con successivo riacquisto. Si effettua se si ritiene che il prezzo al quale si riacquisterà sarà inferiore al prezzo inizialmente incassato attraverso la vendita. La differenza è il guadagno. Quindi su Gamestop molti fondi speculativi avevano puntato al ribasso. E lì si è inserita la massa dei piccoli investitori. Il boom di acquisti si spiega così solo con una logica virtuale e ci riporta a quanto sta accadendo su una piattaforma di trading che si chiama Robinhood. Da qui e sul social Reddit migliaia di piccoli investitori hanno cominciato a comunicare e a comprare a man bassa innescando un classico delle fregature di Borsa. Si chiama in gergo tecnico short squeeze: il fallimento di chi aveva shortato. In pratica, Gamestop ha cominciato a salire. I fondi che avevano scommesso sui prezzi più bassi vengono «bruciati». A questo punto i gestori hanno tre scelte. Scappare con la perdita. Rinegoziare i contratti short a prezzi più alti (alimentando la crescita del valore), oppure a loro volta ricomprare altri titoli in posizioni long, cioè con prezzi maggiori. Alimentando ancora di più la bolla. Esattamente ciò che è successo nel 2008 con Volkswagen, quando il titolo passò da 210 a quasi 1.000 euro per azione in due giorni dopo l'annuncio che il gruppo Porsche aveva acquisito il 74% del pacchetto azionario della vettura del popolo. In breve tempo però la quotazione tornò ai livelli precedenti. E chi era entrato a valori già alti perse tutto. Ciò che nel 90% dei casi succederà alla massa dei piccoli.Potrebbe invece succedere il contrario nel caso di Gamestop. Cioè che i piccoli trovino nuovi adepti, facendo salire il prezzo oltre i 500 dollari. A quel punto a saltare sarebbero anche hedge fund più grandi. Nel caso specifico parliamo di Melvin capital. Questo ha in pancia 14 miliardi di investimenti, tutti a leva. Per un totale di oltre 75 miliardi di dollari. Se Melvin dovesse saltare per aria, tutti gli altri fondi che hanno coinvestito dovrebbero a loro volta riposizionarsi creando un effetto domino. Molti di questi investitori gestiscono anche le pensioni di quegli stessi pesci piccoli che oggi stanno per far saltare Melvin capital. Non sarebbe la prima né l'ultima volta. Nel 2018 e nel 2019 sono falliti almeno 700 hedge fund. Però ciò spiega chiaramente che qui nulla si crea, ma al limite si distrugge. La verità novità dietro a Gamestop è la lotta tra due mondi che vogliono gestire le ricchezze di Borsa. I proprietari di Robinhood l'altro ieri hanno bloccato la possibilità di fare nuovi acquisti. E giù critiche, perché il fondo Melvin controlla indirettamente la piattaforma. Un conflitto di interessi sul quale si è scagliata la politica (vedi la «comunista» Alexandria Ocasio-Cortez) assieme ai guru della Silicon Valley. Vedi David Portnoy, creatore di Barstool Sports, e il celebre Elon Musk. Quest'ultimo ha fatto di più. Con un tweet ha incitato i piccoli a scagliarsi ancora di più contro gli hedge fund in nome della presunta democrazia della finanza. Ora, se già la cosa in sé non fa venire da ridere ricordando le nostre sardine in piazza, bisogna svelare un dettaglio. Robinhood fa soldi vendendo a terzi i dati dei propri utenti. E pure tutti gli order flow, cioè i flussi e i trend degli investimenti. Ecco, così si spiega che cosa c'è dietro a tutta la fuffa della democrazia della finanza. La Silicon Valley ha fiutato le nuove prede. I vecchi arnesi che gestiscono i trader per Musk & C. possono andare in pensione, così tutti i piccoli, o meglio i polli, cederanno i propri dati ai nuovi padroni che non si accontentano della sharing economy. Vogliono di più. Ai polli della finanza sembrerà di respirare l'aria della libertà dopo aver sconfitto i lupi di Wall Street. Saranno invece attaccati al tubo di scarico di una vettura, per giunta nemmeno di loro proprietà.
Alpini e Legionari francesi si addestrano all'uso di un drone (Esercito Italiano)
Sulle alture del Cuneese l'esercitazione «Joint Sapper», pianificata e organizzata dal 32° reggimento Genio guastatori della Brigata alpina Taurinense insieme ad una compagnia del 2° reggimento genio della Legione Straniera Francese.
L'articolo contiene una gallery fotografica.
Oltre 100 militari si sono addestrati per 72 ore continuative nell'area montana compresa tra Artesina, Prato Nevoso e Frabosa, nel Cuneese.
Obiettivo dell'esercitazione l'accrescimento della capacità di operare congiuntamente e di svolgere attività tattiche specifiche dell'arma Genio in ambiente montano e in contesto di combattimento.
In particolare, i guastatori alpini del 32° e i genieri della Legione hanno operato per tre giorni in quota, sul filo dei 2000 metri, a temperature sotto lo zero termico, mettendo alla prova le proprie capacità di vivere, muoversi e combattere in montagna.
La «Joint Sapper» ha dato la possibilità ai militari italiani e francesi di condividere tecniche, tattiche e procedure, incrementando il livello di interoperabilità nel quadro della cooperazione internazionale, nella quale si inserisce la brigata da montagna italo-francese designata con l'acronimo inglese NSBNBC (Not Standing Bi-National Brigade Command).
La NSBNBC è un'unità multinazionale, non permanente ma subito impiegabile, basata sulla Brigata alpina Taurinense e sulla 27^ Brigata di fanteria da montagna francese, le cui componenti dell'arma Genio sono rispettivamente costituite dal 32° Reggimento di Fossano e dal 2° Régiment étranger du Génie.
È uno strumento flessibile, mobile, modulare ed espandibile, che può svolgere missioni in ambito Nazioni Unite, NATO e Unione Europea, potendo costituire anche la forza di schieramento iniziale di un contingente più ampio.
Continua a leggereRiduci
Getty Images
Da tre giorni, la capitale irlandese è attraversata da violente proteste (c’è chi si è presentato a cavallo...) contro l’ennesimo caso di cronaca che ha per protagonista uno straniero. Ma, al solito, quando la piazza è identitaria la si bolla come razzista.











