
Morto Jean Louis Tauran, il «ministro degli Esteri» di Wojtyla, fu poi l'inviato di Ratzinger e Bergoglio per il dialogo con le altre fedi. Memorabile la sua ultima missione nel regno saudita, dove chiese esplicitamente libertà religiosa, reciprocità e chiarezza sul terrorismo.È morto giovedì nel Connecticut il cardinale Jean Louis Tauran, 75 anni, presidente del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso e camerlengo di Santa Romana Chiesa. Da tempo in lotta con il Parkinson, il porporato francese era in America per curarsi. In qualità di protodiacono, il 13 marzo 2013 fu lui ad annunciare al mondo dal balcone di San Pietro l'«habemus papam» per l'elezione di Francesco. Era un uomo «dalla fede profonda» che «ha servito coraggiosamente fino alla fine la Chiesa di Cristo nonostante il peso della malattia», ha scritto il Papa nel telegramma inviato alla sorella del cardinale. Nell'aprile scorso Tauran si era recato in Arabia Saudita dove ha incontrato tra gli altri il principe ereditario Muhammad bin Salman, e lo sceicco Muhammad Abdul Karim al Issa, segretario generale della Lega musulmana. Il dialogo interreligioso era diventato la sua missione dopo una carriera diplomatica culminata nel 1990 con la nomina a «ministro degli Esteri» vaticano, ruolo che ha mantenuto fino al 2003. Proprio il suo ultimo viaggio a Riad è servito a capire in che modo intendesse Tauran il compito «ecumenico» affidatogli da Benedetto XVI: «Ogni dialogo interreligioso autentico», ha detto davanti ai sauditi, «inizia con la proclamazione della propria fede. Non diciamo che tutte le religioni sono uguali, ma che tutti i credenti, quanti cercano Dio e tutte le persone di buona volontà prive di una affiliazione religiosa, hanno pari dignità. Ognuno deve essere lasciato libero di abbracciare la religione che vuole». E non si è fatto problemi, il cardinale, a chiedere reciprocità sulla costruzione dei luoghi di culto, perché «se non elimineremo le doppie misure dal nostro comportamento come credenti, istituzioni religiose e organizzazioni, alimenteremo l'islamofobia e la cristianofobia». Nella patria del wahhabismo (l'islam che ha ispirato l'Isis), Tauran non ha mancato nemmeno di indicare tra i doveri dei leader spirituali quello di «evitare che le religioni siano al servizio di un'ideologia e saper riconoscere che alcuni nostri correligionari, come i terroristi, non si stanno comportando correttamente. Il terrorismo è una minaccia costante e per questo dobbiamo essere chiari e non giustificarlo mai».Collaboratore di tre papi, fu creato cardinale nel 2003 da Giovani Paolo II ed è stato tenuto in grande considerazione tanto da Benedetto XVI quanto da Francesco: è stato quest'ultimo a inserirlo nella Pontificia commissione referente sullo Ior e a nominarlo, nel 2014, camerlengo di Santa Romana Chiesa, attribuendogli cioè l'incarico di presiedere la sede vacante in caso di morte (o di rinuncia) del Papa. Nel 2011, in occasione dell'incontro interreligioso di Assisi, disse all'Osservatore Romano che «quando i fanatismi rischiano di sfigurare le religioni, è ancor più necessario che i credenti cerchino di comprendersi reciprocamente, di condividere il loro patrimonio spirituale, rispettando la libertà di ciascuno, al fine di considerare che cosa possono fare insieme per il bene comune». Era la linea di azione di Benedetto XVI: indicare nella comune umanità, e quindi nella legge naturale, il terreno condiviso per la costruzione della pace.
Ansa
Leone XIV torna a invocare il cessate il fuoco nella Striscia e il rilascio dei rapiti: «Dio ha comandato di non uccidere». L’Ue annuncia sanzioni contro Israele, ma per i provvedimenti più severi servirà l’ok del Consiglio. Decisive Germania e Italia.
(IStock)
Prima di rimettere in circolazione il maliano di San Zenone, la giudice progressista «graziò» un altro straniero che abusava della moglie. Dopo 40 giorni fece retromarcia.
Il Consiglio di Stato dà ragione al Comune di Roma che aveva censurato il manifesto con la foto di un feto. L’ennesimo blitz liberticida dei progressisti, che però sbraitano contro l’intolleranza di Meloni e Trump.