2022-02-15
Il capo degli industriali è nel pallone. Bonomi corre per guidare la Serie A
Nonostante la crisi, il capo di Confindustria è al lavoro per sostituire Paolo Dal Pino. E oggi il suo nome verrà messo ai voti sostenuto da Milan e Inter (contrarie Lazio e Napoli). Ma i possibili conflitti d’interessi non mancano.Le imprese italiane sono in mezzo alla tempesta perfetta: tra l’onda lunga delle chiusure e delle restrizioni imposte con il super green pass, l’inflazione, la crisi della supply chain, lo choc dei prezzi delle materie prime e soprattutto i rincari energetici che fanno triplicare gli importi nelle bollette. E il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, che gli interessi di quelle stesse imprese deve rappresentare e tutelare, va nel pallone. O meglio, potrebbe andare. Perché il nome del numero uno dell’associazione degli industriali, tifoso interista, è in pole position per diventare presidente della Lega di Serie A al posto del dimissionario Paolo Dal Pino. Incarico delicato perché i 20 club della massima serie hanno la necessità di ottenere ristori, ridiscutere la legge Melandri sulla commercializzazione dei diritti televisivi, rateizzare debiti e contributi, risolvere i temi legati alla capienza degli stadi.Oggi a Milano ci sarà l’assemblea della Lega con le votazioni e servono 14 preferenze. Lunedì scorso la prima votazione, nella quale serviva la maggioranza qualificata di due terzi, 14 voti su 20 totali, si è risolta con una fumata nera. Stesso quorum servirà per la seconda. Mentre dalla terza in poi basteranno undici voti con la presenza di almeno 14 società. La riunione dovrà anche adeguare lo Statuto ai principi della Figc scongiurando la nomina di un commissario ad acta. Ieri è infatti scaduta la proroga concessa dalla Federcalcio per recepire i nuovi principi informatori che portano il quorum per le votazioni alla maggioranza semplice, quando non previsto diversamente dalla legge. Tra gli sponsor di Bonomi, che avrebbe già garantito la sua disponibilità, ci sarebbero il presidente del Milan, Paolo Scaroni, l’ad dell’Inter, Beppe Marotta, e dal patron del Cagliari, Tommaso Giulini. Ma Bonomi sarebbe gradito anche a Luca Percassi e Urbano Cairo (numeri uno di Atalanta e Torino) e da due aziende che hanno un ruolo significativo sia in Confindustria che nella Lega Serie A: Mapei e Fluorsid, che hanno dato il loro pieno sostegno al nome. Tra i contrari, invece, vengono segnalati soprattutto la Lazio di Claudio Lotito, e il Napoli di Aurelio de Laurentiis che vorrebbero Gaetano Blandini, nominato di recente consigliere indipendente e già direttore generale della Siae. Tanto che ieri sul sito Ilnapolista.it si sottolineava che Bonomi non avrebbe più di sei-sette voti. Anche nell’associazione di viale dell’Astronomia c’è chi giudica non opportuna per una possibile sovrapposizione di ruoli: nel codice etico di Confindustria si legge che nella vita associativa, gli imprenditori si impegnano ad assicurare «un comportamento responsabile ed equilibrato, evitando situazioni di conflitto di interessi e l’assunzione di incarichi, di natura politica o in associazioni esterne, che possano metterne in pericolo l’indipendenza, la correttezza, l’integrità e l’autonomia di giudizio, a danno, perciò, del sistema confederale». Inoltre, «si impegnano a mantenere un comportamento ispirato ad autonomia, integrità, lealtà e responsabilità nei confronti del sistema, degli associati e delle istituzioni, evitando di assumere incarichi, di natura politica o in associazioni esterne, che possano generare conflitti di interesse». Va poi considerato anche lo statuto della Lega di Serie A: per ottenere il requisito di indipendenza, Bonomi dovrebbe essere eletto all’unanimità. Per indipendenti, recita l’articolo 10, si «intendono soggetti che non abbiano alcun rapporto a qualsiasi titolo con le società associate, e/o con gli azionisti di riferimento e le controllate delle società associate, e/o con il gruppo di appartenenza delle società associate, e/o con altra Lega professionistica». Altre questioni rischiano quindi di diventare spinose. Il fatto che diversi presidenti di club con le loro società sono iscritti a Confindustria può inficiare il requisito di indipendenza previsto per lo stesso presidente della Lega Serie A? Quanti presidenti di serie A sono anche coinvolti con associazioni datoriali o con la stessa Confindustria? Basti ricordare Marco Squinzi, proprietario del Sassuolo che è vicepresidente di Federchimica, mentre la sorella Veronica è vicepresidente di Assolombarda e insieme guidano anche la Mapei. Per non parlare di Cairo, che è membro del Consiglio generale di Confindustria Radio Televisioni. O dell’Udinese, che a febbraio 2020 è diventata socia di Confindustria Udine. C’è infine un altro tema. Bonomi, imprenditore del settore biomedicale, è anche al vertice di Fiera Milano. È stato eletto presidente di Confindustria il 20 maggio 2020 con 818 voti favorevoli e un astenuto. Il suo mandato completo scadrà a maggio 2024, ma generalmente in viale dell’Astronomia i presidenti fanno due anni più due anni. C’è la possibilità che il presidente degli industriali lasci al primo giro di boa, ovvero a maggio di quest’anno preferendo la fascia di «capitano» della Serie A? Vedremo. Di certo, in un momento così delicato come quello vissuto dalle aziende italiane, avere un presidente degli industriali «nel pallone» aumenta il mal di pancia di alcuni imprenditori che avevano poco digerito le dichiarazioni di Bonomi su green pass e obbligo vaccinale in mezzo alla già complicata gestione della pandemia. Ma per il capo degli industriali si risolve tutto con le riforme dello Stato e con il Pnrr. Al novantesimo minuto.
Manifestazione a Roma di Ultima Generazione (Ansa)