2020-07-07
Il burocrate «piazzista» del Mes smentito dalle agenzie di rating
Nicola Giammarioli (Panayotis Tzamaros/NurPhoto via Getty Images)
Il segretario (italiano) del fondo Salvastati prova a convincere che non ci saranno contraccolpi per la nostra economia, ma i dati dicono il contrario. Intanto l'organizzazione sponsorizza l'evento gay in Lussemburgo.«Donne è arrivato l'arrotino. Arrota coltelli, forbici, forbicine, forbici da seta, coltelli da prosciutto! Donne è arrivato l'arrotino e l'ombrellaio; aggiustiamo gli ombrelli. Ripariamo cucine a gasse: abbiamo tutti i pezzi di ricambio per le cucine a gasse. Se avete perdite di gasse noi le aggiustiamo, se la vostra cucina fa fumo noi togliamo il fumo della vostra cucina a gasse». I più giovani dei nostri lettori forse non conoscono quella che invece è la colonna sonora della nostra infanzia. Il camioncino dell'arrotino che arriva in città sia essa Bitonto o Bagnolo Cremasco. Un messaggio universale diffuso da un megafono che amplifica una cassetta a nastro. La forma di marchetting - direbbe Dagospia - più diretta e primordiale. Ed è su questo stile comunicativo che il Meccanismo europeo di stabilità ha ieri deciso di impostare la sua comunicazione. O meglio una delle due iniziative. Intervista a Nicola Giammarioli, segretario del Mes, quasi un redazionale; ci mancava solo l'annotazione «informazione commerciale». A dire la verità, nonostante gli sforzi profusi dal funzionario, l'apertura in prima pagina a Repubblica non era propriamente invitante: «Il Mes non è una trappola». Se proprio volevano convincerci sulla bontà del Mes, diciamo che il claim pubblicitario lascia un po' a desiderare. Ma titolo a parte, Giammarioli in veste di novello arrotino 2.0 prova a vendere la sua mercanzia. «Secondo le nostre analisi» dice il segretario «l'accesso alla nostra nuova linea di credito non provocherebbe alcuno stigma, non ci sarebbero danni di fiducia sui mercati». Di sicuro non si riferisce all'analisi degli economisti Steinkamp e Wasterman dell'Università di Osnabruck in Bassa Sassonia che già sul finire del 2013 rilevavano che «la quota di debito pubblico detenuta da creditori privilegiati» come appunto il Mes fosse aumentata sostanzialmente durante la crisi del debito sovrano in Europa. Empiricamente i due economisti rilevavano «una stretta relazione tra l'aumento dei prestiti privilegiati e gli interessi» pagati dai paesi in crisi. In altre parole, il lodevole intento di abbassare il costo del credito ricorrendo al creditore senior determinava un effetto opposto su tutto il debito rimanente. Non è poi così difficile da capire. Se mentre sei comodamente seduto allo stadio ti alzi chi ti sta dietro dovrà fare altrettanto. Il risultato alla fine sarà che tutti vedono più o meno come prima ma stando tutti più scomodi. Come del resto ben sanno gli imprenditori che solitamente si finanziano senza prestare ulteriori garanzie reali (ipoteca) o personali (fideiussioni) ma che nel momento in cui le concedono per accedere ad una nuova linea di credito vengono subito chiamati a dare spiegazioni dagli altri istituti di credito che quindi esigeranno pure loro le stesse garanzie o comunque interessi più alti. Vabbe', ma i teorici economisti cosa volete che ne sappiano, dirà il piddino di guardia, rispetto a Giammarioli che è un operativo? Più o meno sanno quello che di mestiere fa l'agenzia di rating Standard and Poor's: dare la pagella ai debitori. Che appunto scriveva nel 2011 a proposito del Portogallo che il possibile accesso al Mes «conferma le nostre già precedentemente pubblicate aspettative in merito alla possibile ristrutturazione del suo debito ed al fatto che questo sarà subordinato rispetto al Mes». Fattori che S&P giudicava entrambi «pregiudizievoli» e quindi suscettibili dal determinare un abbassamento del rating a BBB-. Ma di tempo ne è passato ed oggi Giammarioli sostiene che il privilegio del Mes «è un pilastro» che «anzi, si traduce in un vantaggio perché ci permette di finanziarci a tassi negativi». In realtà il rendimento negativo è solo frutto della politica espansiva della Bce che ha immesso tanta di quella moneta da mandare i tassi sotto lo zero. Come del resto testimoniano i report dello stesso Mes. Il costo medio della sua raccolta oscilla intorno allo 0,76%. In passato finanziarsi costava di più pure a loro. Giammarioli prova a tranquillizzarci «il Meccanismo non può imporre alcun genere di condizionalità ex post, austerity, troika, taglio delle pensioni e del settore pubblico». E qui diventa veramente difficilmente credergli se prima non si modifica l'articolo 14.6 del trattato istitutivo del Mes che testualmente recita: «Dopo che un membro del Mes abbia già ottenuto fondi una prima volta (per mezzo di un prestito o di un acquisto sul mercato primario), il consiglio di amministrazione decide di comune accordo su proposta del direttore generale e sulla base di una valutazione condotta dalla Commissione europea, di concerto con la Bce, se la linea di credito è ancora adeguata o se sia necessaria un'altra forma di assistenza finanziaria». In pratica Mes, Commissione Ue e Bce hanno mano libera nel cambiare le regole del prestito senza neppure ascoltare il debitore soprattutto qualora Bruxelles - ai sensi del Regolamento 472/2013 - determinasse a seguito di sue analisi che il debito dello Stato membro non è sostenibile. Frattanto il Mes decide di affiancare alla strategia dell'arrotino una nuova iniziativa di marketing istituzionale molto più contemporanea.Bandiera arcobaleno dietro il suo logo e patrocinio del Gay Pride che si terrà in Lussemburgo dal 4 al 12 luglio. In mezzo a transgender, gay, lesbo e drag queen, già ci immaginiamo tutto il management del Mes a intonare «il mio corpo è una moquette dove tu ti addormenterai» della meravigliosa Raffaella Carrà , mentre si discetta di seniority e tassi di interesse sul debito.
Giorgia Meloni al Forum della Guardia Costiera (Ansa)
«Il lavoro della Guardia Costiera consiste anche nel combattere le molteplici forme di illegalità in campo marittimo, a partire da quelle che si ramificano su base internazionale e si stanno caratterizzando come fenomeni globali. Uno di questi è il traffico di migranti, attività criminale tra le più redditizie al mondo che rapporti Onu certificano aver eguagliato per volume di affari il traffico di droga dopo aver superato il traffico di armi. Una intollerabile forma moderna di schiavitù che nel 2024 ha condotto alla morte oltre 9000 persone sulle rotte migratorie e il governo intende combattere. Di fronte a questo fenomeno possiamo rassegnarci o agire, e noi abbiamo scelto di agire e serve il coraggio di trovare insieme soluzioni innovative». Ha dichiarato la Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni durante l'intervento al Forum della Guardia Costiera 2025 al centro congresso la Nuvola a Roma.
Continua a leggereRiduci