2020-11-04
Il bonus Spadafora fa ricchi gli arbitri. Lavorano ma incassano lo stesso
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Vincenzo Spadafora (Ansa)
Tra i collaboratori sportivi a essere premiati dal bonus per l'emergenza sanitaria ci sono soprattutto i fischietti italiani. Al mese in media avrebbero guadagnato al massimo 750 euro, grazie al ministro dello Sport arrivano a 3200. E tra i dilettanti c'è chi preferisce stare a casa e non lavorare. C'è una falla che rischia di diventare una voragine nei bonus che il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora ha assicurato ai collaboratori sportivi. I soldi che sono stati stanziati dal ministero per l'emergenza coronavirus, infatti, oltre a premiare categorie che stanno continuano a lavorare rischiano di penalizzare anche le serie dilettantistiche di calcio, basket e pallavolo dove i bonus sono di gran lunga superiori ai normali stipendi: ad alcune squadre conviene non scendere in campo. Il problema, come già denunciato dalla Verità questa estate, è che a ricevere le indennità sono persone che hanno lavorato in questi mesi, che hanno riaperto la propria attività o che avrebbero ricevuto compensi molto inferiori. E tutto questo avviene mentre associazioni sportive e palestre si ritrovano ad affrontare le nuove misure del decreto del governo, che in regioni come Lombardia e Piemonte non permetterà di aprire per almeno due settimane. Spadafora, infatti, non ha mai voluto distinguere, sin dall'inizio, in base ai compensi dei collaboratori. In questo modo si sarebbe potuta fare una distinzione, tra chi guadagnava abbastanza o troppo poco. Invece il ministro dello Sport ha voluto mettere tutti allo stesso livello, con la conseguenza che soggetti che avrebbero preso 100 euro o 200 euro al mese se sono trovati a prendere 600 e adesso persino 800.A fare impressione è la situazione degli arbitri, di calcio come di basket, pallavolo e altri sport. I fischietti italiani, infatti, sono quelli che si sono maggiormente arricchiti durante l'emergenza sanitaria. In circa 10.000 hanno richiesto, e ottenuto, il bonus Spadafora. Il problema è che in questi mesi, in alcune discipline, gli arbitri hanno comunque lavorato e incassato per le loro prestazioni. Non solo: a questo si aggiunga che l'arbitro non aveva alcuna garanzia di essere designato, e pertanto ha ricevuto un bonus per gare che non avrebbe forse mai arbitrato, e che, soprattutto, ha preso grazie al bonus Spadafora somme che non avrebbe mai guadagnato. Quelli di calcio avrebbero preso al massimo, se mai fossero stati designati per tutte le partite, 150 o al massimo 180 euro al mese. Quelli di pallavolo o basket molto di meno. Ma grazie al bonus hanno a volte quadruplicato le loro entrate. Basta un esempio per capirlo. Un arbitro che non lavora tra i professionisti, può portare in media in 5 mesi un totale di 750 euro, compreso anche il rimborso per gli spostamenti. Alcuni invece hanno ricevuto fino a 3.200 euro. Calcolando i 10.000 che hanno fatto domanda, si parla di almeno 25 milioni di euro buttati praticamente dalla finestra. A questo inizia ad aggiungersi un certo malumore tra le federazioni. Perché in molti, tra i dilettanti, preferiscono di fatto non andare più a lavorare. E in questa situazione a pagare sono sempre le associazioni sportive e le palestre, dove i collaboratori sportivi lavorano di più. Ma a essere aiutati sono soprattutto loro. E nessun altro.