2019-02-09
Il Blocca Italia diventa un incesto tra i sindacati e la Confindustria
La triplice dà il via a un calendario di scioperi che fermerà il Paese da qui all'8 marzo. E negli imprenditori trova un alleato insperato contro il governo. Dai trasporti ai giudici di pace, mezza Italia incrocia le braccia.Preparatevi, nei prossimi giorni (e oltre) l'Italia funzionerà a mezzo servizio. È quello che emerge dando uno sguardo al calendario degli scioperi previsti dalle principali sigle sindacali. Del resto, si tratta di una politica arcinota, quella del Blocca Italia che preferisce interrompere un servizio piuttosto che aprirsi al dialogo. Una strategia capace soltanto di creare un danno ai cittadini e di offrire ai sindacati uno strapuntino in più sui giornali.La lista di questi giorni, purtroppo, è davvero lunga. Tanto per cominciare si conclude oggi lo sciopero voluto dal sindacato Orsa (organizzazione sindacati autonomi e di base) relativo nello specifico al settore «Vendita e Assistenza» di Trenitalia, che coinvolge gli addetti alle biglietterie e all'assistenza ai viaggiatori. L'agitazione è programmata dalle ore 3:00 di venerdì 8 alle 2:00 di sabato 9 febbraio 2019 ed è collegata allo sciopero nazionale di Trenitalia che ha bloccato diversi convogli l'8 febbraio. Continuerà anche per tutta la giornata di oggi lo sciopero (iniziato il 12 gennaio) dei giudici di Pace indetto dal Coordinamento magistratura giustizia di pace e dal Movimento autonomo giudici di pace, che ha portato al blocco di tutte le attività degli uffici, «ivi comprese», si legge nella nota diffusa dall'associazione, «le convalide delle espulsioni dei cittadini extracomunitari, per protestare contro una riforma (Orlando, ndr) che, nonostante le rassicurazioni di questo nuovo esecutivo, non colpirà solo la categoria, ma porterà al collasso della giustizia e alla privazione dei diritti fondamentali dei cittadini». Tutto vero, forse, intanto però gli stessi cittadini attendono da un mese di poter ricevere i vari servizi richiesti ai giudici di pace. Oggi poi sarà la volta della manifestazione a Roma voluta da Cgil, Cisl e Uil per contestare le politiche adottate dal governo. Una protesta di piazza secondo cui i provvedimenti connessi alla manovra «hanno lasciato irrisolte le questioni fondamentali per lo sviluppo del Paese». Tra questi provvedimenti c'è anche il dl Semplificazioni che dovrebbe bloccare alcune estrazioni petrolifere nel nostro Paese. Su questo è intervenuta Confindustria Romagna (una regione dove l'industria del petrolio è molto importante) che ha fatto sapere che oggi parteciperà alla manifestazione organizzata dalle tre principali sigle sindacali italiane. «L'accordo sulle trivellazioni è un suicidio industriale, un pasticcio che potenzialmente può fare danni dalle proporzioni inimmaginabili», ha detto ieri il presidente di Confindustria Romagna, Paolo Maggioli. Il bello è che, per rispondere a Confindustria Romagna, per il 15 e il 23 marzo è già stata pensata una nuova manifestazione contro un'economia a base di petrolio. In pratica, prima si partecipa tutti insieme contro il governo a una manifestazione nella capitale e poi si realizza una contro manifestazione per andare addosso a coloro che hanno protestato poche settimane prima insieme agli stessi sindacati. Se già questi disagi non dovessero bastare, il mese di febbraio prevede uno sciopero anche dei mezzi di trasporto pubblico, che però riguarderà soltanto la città di Torino. A incrociare le braccia questa volta è l'Ugl autoferrotranvieri. Sotto la lente l'attenzione sulla sicurezza, la manutenzione dei mezzi che circolano in città e i problemi dei lavoratori del trasporto locale. Sempre in tema di mezzi pubblici, a Roma il 12 febbraio è stato indetto uno sciopero da parte dell'Unione sindacale di base che denuncia come l'affidamento del servizio pubblico alle aziende private abbia peggiorato le condizioni dei lavoratori e dell'utenza. Anche in questo caso, mentre il sindacato fa «muro», i cittadini perdono i loro servizi. Nei Comuni limitrofi, invece, nella stessa giornata è in programma uno sciopero di 24 ore del trasporto pubblico locale proclamato dal sindacato Osp Fisa-Cisal. I Comuni interessati sono Albano Laziale, Ariccia, Genzano di Roma, Lanuvio, Filettino, Anagni, Trevi nel Lazio, Fiuggi e Aprilia.Il 15 febbraio, giorno in cui era previsto lo sciopero - poi revocato - dei controllori di volo indetto dal Cub, Ocnfederazione unitaria di base, ci saranno disagi per i cittadini napoletani che usano il trasporto pubblico. La protesta è stata indetta da Osr Filt-Cgil, Fit-CsilL e Uilt-Uil e riguarda la società Eav di Napoli e le linee flegree. Lo stop sarà dalle 19 alle ore 23.Tra le manifestazioni più grandi c'è poi quella dell'8 marzo. Si tratta di uno sciopero generale proclamato dai sindacati Usi, Slai Cobas, Cobas, Confederazione dei Comitati di Base, Usb, Sial Cobas, Usi-Ait, Usb, Sgb e Flc e avrà una durata di 24 ore. Si tratterà di un maxi blocco che riguarderà trasporto ferroviario, aereo e il trasporto locale di molte città del mondo. In Italia la manifestazione è stata rilanciata dal movimento Non una di meno, in concomitanza con la Festa della donna, per protestare contro la violenza di genere. Per quanto riguarda i treni, Trenitalia ha comunicato che lo sciopero inizierà a mezzanotte di martedì 7 marzo e si concluderà alle 21 dell'8 marzo.A questo punto una domanda sorge spontanea. È giusto che si fermi un Paese arrecando disagi ai cittadini invece di ricorrere a un dialogo più costruttivo? Perché l'Italia deve sempre essere in cima alle classifiche dei Paesi con il record di scioperi? Se non si è ottenuto nulla fino ad ora, forse è il caso di trovare una strada alternativa per risolvere realmente i problemi dei lavoratori.