2019-05-30
Il Biscione si prepara alla tv europeista e investe in Germania
Mediaset acquisisce il 9,6 per cento di Prosiebensat.1 media. Pier Silvio Berlusconi: «Creiamo valore in una logica internazionale».Finita la campagna elettorale e archiviato il voto, Forza Italia guarda un po' alle ferite dovute forse all'eccessivo schiacciamento verso le bandiere sventolate da Antonio Tajani: tanta Europa ed europeismo. La stessa strada che con il passo effettuato ieri sembra intraprendere Mediaset. Il Biscione ha comunicato di aver acquistato il 9,6% del capitale sociale del broadcaster tedesco Prosiebensat.1 media.I rapporti tra i due gruppi sono già proficui e operativi: Mediaset Italia e Mediaset Espana sono da tempo alleate con la tv tedesca in European media alliance, un'intesa che mira a sviluppare economie di scala indispensabili per il futuro della tv europea. Pier Silvio Berlusconi, amministratore delegato di Mediaset, ieri mattina ha spiegato che «l'ingresso amichevole in Prosiebensat.1 è una scelta di lungo periodo per creare valore in una logica sempre più internazionale. E rafforza i nostri rapporti industriali. Mediaset investe con orgoglio nel futuro della tv free europea. E proprio pensando al futuro, l'ingresso nell'azionariato di Prosiebensat.1 è una dimostrazione concreta di stima da parte del gruppo Mediaset per l'attuale management». In realtà, finora i tentativi di Mediaset di costruire alleanze in Europa si sono risolti in fallimenti. Il gruppo è uscito indebolito dall'accordo del 2016 con la francese Vivendi, terminato con una lite in tribunale dopo che i transalpini si sono rifiutati di dare esecuzione al contratto che li obbligava ad comprare la pay-tv del Biscione. E intanto Vivendi ha acquistato in modo ostile il 28,8% di Mediaset diventando una spina nel fianco della famiglia Berlusconi, che controlla il gruppo con oltre il 44%. Intanto, però, in Europa sono in corso colloqui per formare alleanze fra i principali gruppi europei degli schermi commerciali: Mediaset, Prosiebensat, la francese Tf1 e la tedesca Rtl. ProSieben sta cercando partner per la sua nuova piattaforma di streaming chiamata Joyn, che sarà lanciata a giugno in partnership con Discovery. La settimana scorsa la francese Canal+, controllata da Vivendi, ha investito un miliardo di euro per comprare M7, piattaforma che distribuisce a pagamento canali televisivi locali e internazionali, presente in Belgio, Olanda, Austria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria e Romania, con un totale di 20 milioni di abbonati.Prosiebensat a sua volta non ha un azionista di riferimento: il capitale è diffuso fra centinaia di investitori istituzionali. Il gruppo ha dimensioni leggermente superiori a Mediaset con ricavi 2018 pari a 4 miliardi di euro e in Borsa capitalizza 3,5 miliardi di euro. Probabilmente Mediaset ha colto l'occasione a marzo, quando le quotazioni della società tedesca sono scese ai minimi degli ultimi otto anni, per iniziare a rastrellare azioni Prosiebensat. In Piazza Affari il titolo Mediaset dopo un avvio brillante (+2,6%) ha perso quota e ora segna -0,9%, mentre a Francoforte Prosiebensat sale del 3% circa, avendo toccato anche un massimo del 7%. Al di là dei dettagli per Mediaset è necessario sposarsi in Europa contribuendo a lanciare una mega tv europeista che si opponga ai media Usa e soprattutto a Netflix, sempre più aggressivo. «ll veloce processo di globalizzazione che condiziona lo scenario internazionale vede infatti gli operatori media europei nella necessità di unire le forze per competere», ha concluso Pier Silvio Berlusconi. Per il Biscione è sicuramente importante agire in questo momento. Con l'attuale Commissione Ue e con i vertici di Bruxelles in carica fino a novembre, sarà più facile chiudere accordi paneuropei che, al contrario, i partiti sovranisti apprezzerebbero di meno.
Nella prima mattinata del 28 ottobre 2025 la Guardia di Finanza e la Polizia di Stato hanno eseguito numerose perquisizioni domiciliari in tutta Italia ed effettuato il sequestro preventivo d’urgenza del portale www.voltaiko.com, con contestuale blocco di 95 conti correnti riconducibili all’omonimo gruppo societario.
Si tratta del risultato di una complessa indagine condotta dal Nucleo Operativo Metropolitano della Guardia di Finanza di Bologna e dal Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica per l’Emilia-Romagna, sotto la direzione del Pubblico Ministero Marco Imperato della Procura della Repubblica di Bologna.
Un’azione coordinata che ha visto impegnate in prima linea anche le Sezioni Operative Sicurezza Cibernetica delle varie Regioni e gli altri reparti territoriali della Fiamme Gialle nelle province di Bologna, Rimini, Modena, Milano, Varese, Arezzo, Frosinone, Teramo, Pescara, Ragusa.
L’operazione ha permesso di ricostruire il modus operandi di un gruppo criminale transnazionale con struttura piramidale tipica del «network marketing multi level» dedito ad un numero indeterminato di truffe, perpetrate a danno anche di persone fragili, secondo il cosiddetto schema Ponzi (modello di truffa che promette forti guadagni ai primi investitori, a discapito di nuovi investitori, a loro volta vittime del meccanismo di vendita).
La proposta green di investimenti nel settore delle energie rinnovabili non prevedeva l’installazione di impianti fisici presso le proprie abitazioni, bensì il noleggio di pannelli fotovoltaici collocati in Paesi ad alta produttività energetica, in realtà inesistenti, con allettanti rendimenti mensili o trimestrali in energy point. Le somme investite erano tuttavia vincolate per tre anni, consentendo così di allargare enormemente la leva finanziaria.
Si stima che siano circa 6.000 le persone offese sul territorio nazionale che venivano persuase dai numerosi procacciatori ad investire sul portale, generando un volume di investimenti stimato in circa 80 milioni di euro.
La Procura della Repubblica di Bologna ha disposto in via d’urgenza il sequestro preventivo del portale www.voltaiko.com e di tutti i rapporti finanziari riconducibili alle società coinvolte e agli indagati, da ritenersi innocenti fino a sentenza definitiva.
Nel corso delle perquisizioni è stato possibile rinvenire e sottoporre a sequestro criptovalute, dispositivi elettronici, beni di lusso, lingotti d’oro e documentazione di rilevante interesse investigativo.
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