2022-12-29
Il 73% delle merci si muove su gomma. Ma la rete sconta ritardi e inefficienze
Auto e camion sono centrali per il nostro sistema economico. In Italia però i costi per chilometro sono i più alti d’Europa.Il trasporto su gomma resta dominante in Europa, con buona pace dei pasdaran ecologisti e della loro guerra alle quattro ruote: secondo i dati Eurostat, l’auto privata è il mezzo più usato per gli spostamenti quotidiani, come rivela uno studio sulla mobilità urbana in 13 Stati membri (Belgio, Danimarca, Germania, Grecia, Croazia, Italia, Lettonia, Olanda, Austria, Polonia, Portogallo, Romania e Slovenia). La percentuale di distanza percorsa giornalmente in macchina va dal 57% della Romania all’81% della Slovenia, con l’Italia nelle prime posizioni con il 74% (considerando il dato combinato di chi usa la sua auto come conducente e di chi usa un veicolo altrui come passeggero).Se l’auto è il mezzo preferito per gli spostamenti personali, il trasporto su gomma domina anche il settore delle merci. Secondo uno studio di Airp (Associazione italiana ricostruttori gomme) sempre su dati Eurostat, dal 2015 al 2020 oltre la metà degli Stati membri ha fatto registrare un aumento del trasporto su gomma. In Italia si parla di un +14,1% contro una media Ue dell’11,7%, ma in Lituania si è registrato un balzo addirittura del +108,8% e in Romania del 41%. Per la Polonia si registra un +36,1%, per la Spagna un +15,7%, mentre la Francia si attesta a un +10%. In controtendenza la Germania, con un -3,2%.Scendendo nel dettaglio, secondo i dati Aspi il 73% delle merci che transitano in Italia si muove attraverso il trasporto su gomma: un dato che deve far riflettere su quanto il sistema autostradale sia strategico e rappresenti un patrimonio per il sistema produttivo italiano, con un ruolo centrale per la crescita del Paese. Basti pensare che il trasporto merci sulle autostrade è quasi dieci volte quello che avviene su rotaia (54% sulle autostrade contro il 6% sulle ferrovie). Anche rispetto al traffico dei passeggeri, le infrastrutture autostradali risultano essere dominanti, tanto che rappresentano il 43% del totale del sistema trasportistico (si sale al 77% considerando tutta la rete viaria Anas), rispetto al 16% delle ferrovie e al 6% della mobilità aerea.Nonostante la mobilità su gomma sia centrale per il Paese, però, il settore è rimasto indietro. Il recupero della competitività non può che passare per due direttrici fondamentali: in primis, bisogna avere presente che il trasporto su gomma rappresenta un punto di riferimento imprescindibile sia per il sistema nazionale, sia per il commercio con l’estero; in secondo luogo, sono necessari investimenti significativi sulle infrastrutture esistenti e destinati alla realizzazione di nuove opere. Un passo in questa direzione si sta facendo con i 12 miliardi messi in campo da Autostrade per l’Italia e sbloccati anche grazie all’accelerazione innescata dal decreto Aiuti quater. I nodi da sciogliere sono molti e da questi deriva la competitività dell’intero sistema Paese. Basti pensare che in Italia il costo per chilometro è il più alto tra i Paesi dell’Unione europea (percorrere 100.000 chilometri nel nostro Paese equivale a 2.000 ore di lavoro con una velocità media di 50 chilometri all’ora, mentre in Francia e in Germania le ore scendono a 1.818 e la velocità sale a 55 chilometri all’ora). Divulga, il think tank di studi economici che ha tra i suoi partner Consorzi agrari d’Italia, il maggior player nei servizi all’agricoltura, ha presentato il conto delle inefficienze del sistema logistico, infrastrutturale e dei trasporti: oltre 77 miliardi (il 15% del totale) di mancato export. La moda ci rimette 8,22 miliardi, l’agroalimentare 7,8, il settore dei macchinari oltre 20, la chimica 13 e il comparto dei metalli oltre 9 miliardi. Il Pnrr è quindi l’occasione da non perdere: negli ultimi dieci anni «gli investimenti in infrastrutture hanno subito una battuta di arresto media annua del 2,8% (superiore ai Paesi dell’Eurozona dove la contrazione è stata dell’1,8%) che ha portato a un calo di oltre un terzo della spesa annua». Da qui al 2026 si stima, però, un possibile recupero con investimenti in crescita del 2,6% l’anno tenendo conto che il 20% dei 190 miliardi del Pnrr è destinato alle infrastrutture, dove si dovrebbe arrivare a un investimento complessivo che supera i 100 miliardi.
«Murdaugh: Morte in famiglia» (Disney+)
In Murdaugh: Morte in famiglia, Patricia Arquette guida il racconto di una saga reale di potere e tragedia. La serie Disney+ ricostruisce il crollo della famiglia che per generazioni ha dominato la giustizia nel Sud Carolina, fino all’omicidio e al processo mediatico.