2025-12-01
Brian Hughes: «Porteremo gli americani su Marte»
Brian Hughes (Getty Images)
L’uomo messo da Trump alla Nasa come capo dello staff: «Torneremo sulla Luna anche con partner italiani. Vogliamo creare una economia spaziale di tipo commerciale. Con l’agenzia russa continuiamo a collaborare».Politico lo ha definito ad agosto «l’uomo di Trump all’interno della Nasa». È stato senior advisor dell’attuale presidente americano durante la campagna elettorale del 2024. Poi, dopo la vittoria, Trump lo aveva nominato vice consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca con delega alle comunicazioni strategiche. Tutto questo fino a maggio, quando il presidente lo ha fatto designare capo dello staff della Nasa. Brian Hughes ha quindi assunto un ruolo chiave all’interno di un’agenzia che Donald Trump considera strategica sia sul piano tecnologico che su quello geopolitico: un’agenzia che l’inquilino della Casa Bianca vuole adesso sottoporre a una serie di riforme per incrementarne l’efficienza, ridurne i costi e rafforzarne i legami con il settore privato.Tutto questo, senza trascurare le esigenze legate alla sicurezza nazionale: a settembre, la Nasa ha infatti vietato ai cittadini cinesi con visti statunitensi di prendere parte ai suoi programmi. Non è d’altronde un mistero che la competizione tra Washington e Pechino nello spazio si stia facendo sempre più serrata.È quindi per avere un quadro più completo della situazione che La Verità ha intervistato in esclusiva Hughes. Non è del resto la prima volta che il nostro giornale parla con lui: a ottobre del 2024, ci aveva raccontato la campagna di Trump dall’interno, mentre, lo scorso marzo - quando era ancora alla Casa Bianca - ci aveva esposto la posizione dell’attuale amministrazione americana su alcuni dei principali dossier geopolitici del momento. Stavolta, nel suo nuovo incarico, Hughes ci ha parlato del ruolo che la Nasa e, più in generale, lo spazio ricoprono nell’ambito della strategia geopolitica, economica e tecnologica di Trump. È interessante sottolineare che il capo dello staff è una figura influente, che lavora a stretto contatto con l’amministratore - vale a dire il funzionario più alto in carica - dell’agenzia spaziale statunitense. «Il capo dello staff è responsabile del coordinamento della gestione e dell’attuazione di iniziative, programmi e politiche in aree critiche di interesse per l’amministratore. Si occupa anche di garantire il raggiungimento degli obiettivi strategici stabiliti dall’amministratore stesso», si legge sul sito della Nasa. «Il capo dello staff dirige l’Ufficio dell’amministratore, supervisiona l’Ufficio del segretariato esecutivo e funge da collegamento con il personale della Casa Bianca», si legge ancora. Ecco, è proprio questo collegamento con la Casa Bianca che rende Hughes una figura centrale nella strategia di Trump volta a riformare l’agenzia. Brian Hughes, lei è stato nominato capo dello staff della Nasa lo scorso maggio. La prima cosa che le chiedo è: quali sono i principali obiettivi dell’attuale amministrazione statunitense nel settore spaziale?«In linea con la visione del presidente Donald Trump, riporteremo l’America sulla Luna gettando le basi per andare su Marte. In secondo luogo, creeremo una fiorente economia spaziale di tipo commerciale in collaborazione con le aziende innovative degli Stati Uniti. In terzo luogo, guideremo la scoperta scientifica nello spazio. Infine, garantiremo il ruolo dominante dell’America nello spazio esplorando l’universo e tentando l’“impossibile”».A settembre, la Nasa ha vietato ai cittadini cinesi con visti statunitensi di partecipare ai programmi dell’agenzia. Quali sono le principali sfide e minacce che la Cina rappresenta per la Nasa e gli Stati Uniti nel settore spaziale?«La Nasa garantirà che l’America continui a esercitare il suo dominio spaziale per proteggere gli investimenti dei nostri contribuenti e l’ingegno dei nostri innovatori dagli avversari».Pensa che Washington potrebbe coordinarsi con Mosca contro Pechino nel settore spaziale? Oppure la Russia è un rivale ineluttabile per gli Stati Uniti in quest’ambito?«Parte della saggezza della leadership del presidente Trump sta nel fatto che è disposto a negoziare con chiunque per promuovere gli interessi degli Stati Uniti e per rendere il mondo un posto più sicuro. La Nasa collabora attualmente con l’agenzia spaziale russa Roscosmos alla Stazione Spaziale Internazionale. Gli Stati Uniti hanno anche creato gli Accordi Artemis: un quadro internazionale per l’esplorazione sicura e trasparente dello spazio, firmato da altre 58 nazioni».Perché l'amministrazione Trump considera cruciale l’esplorazione spaziale umana della Luna e di Marte?«Come ha affermato il presidente Trump nel suo discorso inaugurale: “Perseguiremo il nostro destino manifesto verso le stelle”. È destino del popolo americano camminare tra le stelle e perpetuare il Sogno americano nel cosmo. Questa amministrazione riconosce la nostra posizione di leader a livello globale riportando gli americani sulla Luna e poi inviandoli su Marte».Alcuni critici hanno però accusato il presidente Trump di aver tagliato i finanziamenti alla Nasa. Come replica lei a queste critiche? Inoltre le chiedo: qual è la strategia della Casa Bianca per rendere la Nasa più efficiente?«Il presidente Trump è stato eletto con un mandato storico: ridurre sprechi, frodi e abusi nella spesa pubblica. Pur rendendo l’agenzia più efficiente ed efficace, la sua proposta di bilancio prevede anche il mantenimento di importanti programmi scientifici e l’aumento degli stanziamenti per l’esplorazione spaziale».Perché lo «spazio commerciale» è importante per la Nasa? E per quale ragione è l’agenzia punta a rafforzare i suoi legami con le aziende del settore privato?«Affinché l’America possa dominare il settore spaziale commerciale e costruire un’economia spaziale che vada a vantaggio degli americani, è naturale e necessario che la Nasa rafforzi i suoi legami con le aziende private. Queste relazioni consentiranno all’America di definire il modo in cui le generazioni future esploreranno l’universo e guideranno il mondo».In termini di Pil degli Stati Uniti, quanto valgono gli investimenti statunitensi nello spazio?«Lascerò i calcoli agli economisti: il vero valore per gli americani sarà un’età dell’oro dell’innovazione e della tecnologia che creerà nuovi mercati e posti di lavoro che saranno creati in quei mercati».Qual è l’attuale rapporto tra la Nasa e l’Agenzia spaziale italiana (Asi)? Ritiene che i loro legami possano consolidarsi in futuro?«La Nasa ha un ottimo rapporto con l’Asi e lavoriamo a stretto contatto su molti programmi congiunti. Ci auguriamo che questa situazione prosegua anche in futuro. La Nasa collabora con l’Asi nell’esplorazione umana: per esempio, molti astronauti italiani hanno prestato servizio sulla Stazione spaziale internazionale, e stiamo valutando come integrare i nostri partner italiani nel programma Artemis della Nasa. La Nasa e l’Asi collaborano anche a diverse missioni scientifiche».
(Arma dei Carabinieri)
Nella serata del 25 novembre i Carabinieri della Compagnia di Milano Duomo hanno arrestato per detenzione illecita di sostanze stupefacenti due bergamaschi, un palermitano e un soggetto di nazionalità spagnola, rispettivamente di 28, 32, 29 e 54 anni.
I militari dell'Arma, nel corso di un più ampio servizio di prevenzione generale organizzato per le vie di Milano, insospettiti da un autoarticolato con targa spagnola di dubbia provenienza, dopo una prima fase di monitoraggio fino alla provincia di Bergamo, hanno sorpreso i soggetti mentre scaricavano 10 borsoni dal mezzo, all’interno di un capannone.
Alla perquisizione, sono stati trovati 258 chilogrammi di hashish, suddivisi in panetti da 100 grammi ciascuno e termosigillati.
L’autoarticolato, sottoposto a sequestro, è risultato dotato di un doppio fondo utilizzato per nascone la droga.
Nel corso dei successivi accertamenti sviluppati nelle abitazioni degli indagati, sono stati rinvenuti in casa del 28enne altri 86 chili di hashish, termosigillati e nascosti all’interno di un congelatore oltre a materiale per il confezionamento, due pistole cariche con matricola abrasa, munizioni e materiale riconducibile ad altri reati tra cui t-shirt riportanti la scritta «Polizia», un paio di manette, una maschera per travestimento, il tutto ancora ancora al vaglio degli inquirenti. Per il 28enne è scattato l’arresto anche per detenzione abusiva di arma clandestina. Nell’abitazione del 29enne sono stati invece trovati altri 4 chilogrammi di droga, anche questi custoditi in un congelatore, suddivisi in panetti da 100 grammi ciascuno e termosigillati. Complessivamente, sono stati sequestrati circa 348 chilogrammi di hashish.
Su disposizione del Pubblico Ministero di turno presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Bergamo, i quattro sono stati portati nel carcere di San Vittore di Milano in attesa dell’udienza di convalida.
Continua a leggereRiduci
Nel riquadro Francesco Morcavallo (iStock)
(Ansa)
Il ministro degli Esteri: «Stiamo lavorando per riportare a casa lui e gli altri detenuti politici. L’altro giorno il nostro ambasciatore ha avuto la possibilità di incontrare Alberto Trentini e un altro italiano detenuto in Venezuela, e ha parlato con loro. Trentini è sì detenuto, ma è stato trovato in condizioni migliori rispetto all’ultima volta in cui era stato visto». Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, parlando dell’attivista trattenuto in Venezuela, a margine dell’assemblea di Noi Moderati in corso a Roma. «La famiglia è stata informata – ha aggiunto – e questo dimostra che stiamo seguendo la vicenda con la massima attenzione. Il ministero degli Esteri, come tutto il governo, se ne occupa con grande scrupolo. Stiamo lavorando per riportarlo a casa. Non è un’impresa facile: basta guardare la situazione internazionale».