2025-12-01
Roberta Bruzzone: «Vi seduce e poi vi controlla. Così funziona un narcisista»
La criminologa porta in teatro una sua «anatomia» delle relazioni malate: «Riconoscere queste persone è difficile. Non provate mai a cambiarle: l’amore non è un sacrificio».Il paradosso è che l’amore terreno, la cosa comunemente più attraente e ricercata del mondo, è un gioco a scacchi non solo con il destino, ma anche con la morte, come nel Settimo sigillo di Bergman oppure, per richiamare la commedia all’italiana, nel Vedovo di Dino Risi, con Sordi e la Valeri. Tuttavia, chi cerca un partner può imbattersi in una trappola, talvolta rovinosa e talaltra mortale, architettata dal narcisista maligno a danno di una vittima sana ma sovente fragile. La nota psicologa e criminologa Roberta Bruzzone spiega che la strategia dei narcisisti (o delle narcisiste) maligni si basa sulla «chimica dell’inganno». Le suadenti sostanze, come ossitocina e dopamina, da essi infuse nel cervello delle vittime stimolano gli stessi bersagli cerebrali dove incidono eroina e cocaina, inducendo dipendenza tossica. Dottoressa, è in tour, anche nel 2026, con Amami da morire. Anatomia di una relazione tossica. Quali sono i tratti psicologici e comportamentali principali di un/una narcisista maligni?«Un marchio di fabbrica tipico, abbastanza diffuso, di questa categoria di persone è essere totalmente concentrati sui propri bisogni e soprattutto aver necessità impellente di controllare la vita di soggetti da cui traggono nutrimento, riconoscimento, considerazione, attenzione. All’inizio portano l’altro a vivere emozioni in maniera euforica. In realtà quel meccanismo serve a introdurre una serie di componenti neuro-biologiche che intossicano letteralmente le mente e la capacità razionale della vittima e, a quel punto, la concentrazione del narcisista si sposta totalmente sui suoi bisogni e la vittima ne diventa un’estensione». Quali danni si possono subire?«I danni che si possono avere da una persona di questo tipo, sia esso maschio o femmina - perché non c’è alcuna differenza sostanziale - sono incalcolabili. Possono essere di tipo relazionale, traumatico, affettivo, patrimoniale. Questo tipo di personalità svuota e sgretola qualunque tipo di situazione e di persona». Il problema s’ingenera nella famiglia di origine del narcisista? «Esistono due macro-stili genitoriali, pur con sfumature diverse, che possono facilitare lo sviluppo di questa personalità. Da un lato il genitore iper-idealizzante, che tratta il figlio come un piccolo dio, non gli permette la possibilità di sbagliare e quindi viene portato a sviluppare un falso Sé grandioso che nega tutte le vulnerabilità e le criticità perché sente di ottenere la considerazione del genitore solo quando ne asseconda le aspettative. L’altro scenario è quello di un genitore che ti svaluta a prescindere dandoti dei compiti che non puoi assolutamente fronteggiare in maniera adeguata, condannandoti a un fallimento sistematico per poi svalutarti nella maniera più totale, sentendosi onnipotente rispetto al figlio. In questo caso il bambino o la bambina possono difendersi sviluppando un falso Sé grandioso, rifugiandosi dietro a una sorta di armatura che nega tutte le fragilità e lo porta a ritenere il mondo degli adulti minaccioso e a rifugiarsi nell’idea della totale inutilità delle relazioni con gli altri. Questi sono due scenari tipici del narcisismo maligno».Il narcisismo maligno è da considerarsi una psicopatologia? «Ci sono diverse sfumature da considerare. Quando la situazione è particolarmente grave, ossia esistono indicatori indispensabili per fare diagnosi, parliamo di disturbo della personalità vero e proprio che rientra nei manuali di psichiatria. Ci sono diverse modalità con cui il narcisismo maligno può manifestarsi sotto il profilo psichiatrico. Ogni narcisista sviluppa una specie di adattamento al tipo di patologia che ha. Quindi preferisco parlare di funzionamento narcisistico per collocare nel perimetro del narcisismo anche soggetti che non rispondono perfettamente agli indicatori per fare diagnosi ma hanno un tipo di funzionamento caratterizzato da questa modalità». Sono consapevoli di avere questo problema? «Non è che sono consapevoli, nel senso che se dici al narcisista “sei narcisista” ti attaccherà in maniera viscerale. Sono consapevoli del funzionamento che hanno, nel senso che mentono, sono focalizzati a ottenere risultati che non meritano. A loro piace, ad esempio, nutrirsi della sofferenza degli altri. Ecco, per questi aspetti sono perfettamente consapevoli». Nell’approccio hanno una sorta di progetto premeditato per assoggettare il partner?«Assolutamente sì. All’inizio il narcisista dà una rappresentazione di sé abbagliante, nutriente, appagante, seducente. Per cui, nella fase iniziale, la trappola è costruita in maniera assolutamente efficace. Però già nella mente del narcisista che indossa quella maschera e recita quel copione c’è già quello che succederà dopo, quando la vittima sarà sotto controllo. Già dal primo istante della relazione questi soggetti mentono in maniera assolutamente convincente e hanno in mente ben altro rispetto a quello che dicono». Appare pertanto evidente che il narcisista non abbia la capacità di amare…«Non ha la capacità di amare nessuno, neanche sé stesso in realtà. Non è capace di stare in una relazione sana, genuina e nutriente perché la relazione lo spaventa. Per stare in una relazione bisogna mettersi in gioco, bisogna accettare il fatto che quella relazione può fare male e questo il narcisista non riesce assolutamente ad accettarlo. Entra in una relazione solo nella misura in cui la controlla, anche quella con eventuali figli, controlla la relazione con persone da cui ha bisogno di ricevere conferme, ma è una forma di controllo e non di relazione». Può essere fondato dire che il narcisista odi sé stesso? «Il nucleo centrale del narcisista è una dis-regolazione dell’autostima, si odia profondamente, si reputa un fallito, ha un vissuto d’inadeguatezza con gli altri angosciante, cerca in tutti i modi di nascondere e mascherare. La sua vita la passa a mostrare il Sé grandioso per evitare che la gente veda davvero chi c’è dietro quella maschera. L’Io del narcisista è fragile, inadeguato, angosciato, teme il giudizio altrui, deve travestirsi in qualcosa di diverso da sé per sembrare adeguato. Odia profondamente sé stesso e ancora di più quelli che lo smascherano». Può essere anche una persona che conduce uno stile di vita impeccabile dal punto di vista della salute fisica? «Molti di loro sono estremamente, talvolta maniacalmente attenti alla salute e alla forma fisica proprio perché l’aspetto fisico è uno strumento di seduzione e manipolazione».È vulnerabile alle dipendenze da alcol, stupefacenti, farmaci?«Guardi, sì, perché alla base c’è un Io fragile che sperimenta angoscia e quindi se è in difficoltà può rifugiarsi in una serie di sostanze per medicare quella condizione in maniera fai-da-te. Molti di loro possono anche abusare di psicofarmaci per allontanare l’aspetto depressivo che, prima o poi, nella vita del narcisista si affaccia, soprattutto quando gli anni cominciano a passare». Che danni può provocare al partner? «I danni sono molteplici e a vari livelli, dall’isolarlo dalla rete di relazioni, da indurre nel partner paure, angosce e insicurezze che in realtà non gli appartengono, dal sottrargli denaro, dal tradirlo in continuazione, dal cercare di manipolare i figli per usarli come armi contro di lui, fino a forme di abuso psicologico vero e proprio come il gaslithting, un bombardamento psicologico vero e proprio volto a far sì che addirittura l’altro dubiti di sé stesso, dei suoi ricordi, delle sue percezioni della realtà. Non a caso parliamo di legame traumatico». Come riconoscere un/una narcisisti maligni?«Il problema è che spesso questi soggetti, da un punto di vista sociale, manifestano un adattamento efficiente. Soltanto chi li conosce davvero nella sfera privata e intima si può rendere conto. Guardiamo la Petrolini (caso Chiara Petrolini, accusata di aver ucciso a Traversetolo i due figli neonati, ndr), che rientra nello spettro narcisistico. Era perfettamente adeguata, anche iper-adeguata. Quindi nessuno poteva immaginarsi che celasse in sé una dimensione così oscura e distruttiva. Si era addirittura mascherata dietro l’apparenza della baby sitter, attenta ai bambini. Ma essendo soggetti fortemente dis-regolati prima o poi qualche pasticcio lo fanno. Se non sei nella sfera di interesse del narciso - e quindi da te non vuole niente - si comporta in maniera perfetta, per questo sono così efficaci nella fase dell’aggancio, all’inizio sembrano le persone migliori del mondo». Ma il narcisismo tossico, nelle società moderne, è sempre esistito?«Il primo trattato ufficiale, di Sigmund Freud, è del 1914. È qualcosa che ci accompagna dalla notte dei tempi». Come lei giustamente osserva esistono anche molte sfumature. Nell’episodio n. 232 del 1994 dell’Ispettore Derrik, Di notte, mentre correva a casa, una moglie ogni sera beve, va nei night e incontra uomini. Il marito l’attende a casa fino a notte tarda e quando lei torna la accoglie con amore. «Nessun partner è insostituibile» consiglia. Ed è indubitabile che l’amore debba essere simmetrico e la dipendenza tossica sia rovinosa. E per un uomo o una donna che non trovano pace? «C’è gente che si ostina, s’incaponisce, vuole a tutti i costi cercare di cambiare queste persone, liberissimi di fare questa scelta, ma è la peggiore possibile. L’amore non deve essere un sacrificio ma scegliere di stare con qualcun altro, di sostenerlo quando serve, ma in un quadro di reciprocità e autonomia».
(Arma dei Carabinieri)
Nella serata del 25 novembre i Carabinieri della Compagnia di Milano Duomo hanno arrestato per detenzione illecita di sostanze stupefacenti due bergamaschi, un palermitano e un soggetto di nazionalità spagnola, rispettivamente di 28, 32, 29 e 54 anni.
I militari dell'Arma, nel corso di un più ampio servizio di prevenzione generale organizzato per le vie di Milano, insospettiti da un autoarticolato con targa spagnola di dubbia provenienza, dopo una prima fase di monitoraggio fino alla provincia di Bergamo, hanno sorpreso i soggetti mentre scaricavano 10 borsoni dal mezzo, all’interno di un capannone.
Alla perquisizione, sono stati trovati 258 chilogrammi di hashish, suddivisi in panetti da 100 grammi ciascuno e termosigillati.
L’autoarticolato, sottoposto a sequestro, è risultato dotato di un doppio fondo utilizzato per nascone la droga.
Nel corso dei successivi accertamenti sviluppati nelle abitazioni degli indagati, sono stati rinvenuti in casa del 28enne altri 86 chili di hashish, termosigillati e nascosti all’interno di un congelatore oltre a materiale per il confezionamento, due pistole cariche con matricola abrasa, munizioni e materiale riconducibile ad altri reati tra cui t-shirt riportanti la scritta «Polizia», un paio di manette, una maschera per travestimento, il tutto ancora ancora al vaglio degli inquirenti. Per il 28enne è scattato l’arresto anche per detenzione abusiva di arma clandestina. Nell’abitazione del 29enne sono stati invece trovati altri 4 chilogrammi di droga, anche questi custoditi in un congelatore, suddivisi in panetti da 100 grammi ciascuno e termosigillati. Complessivamente, sono stati sequestrati circa 348 chilogrammi di hashish.
Su disposizione del Pubblico Ministero di turno presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Bergamo, i quattro sono stati portati nel carcere di San Vittore di Milano in attesa dell’udienza di convalida.
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Brian Hughes (Getty Images)
Nel riquadro Francesco Morcavallo (iStock)
(Ansa)
Il ministro degli Esteri: «Stiamo lavorando per riportare a casa lui e gli altri detenuti politici. L’altro giorno il nostro ambasciatore ha avuto la possibilità di incontrare Alberto Trentini e un altro italiano detenuto in Venezuela, e ha parlato con loro. Trentini è sì detenuto, ma è stato trovato in condizioni migliori rispetto all’ultima volta in cui era stato visto». Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, parlando dell’attivista trattenuto in Venezuela, a margine dell’assemblea di Noi Moderati in corso a Roma. «La famiglia è stata informata – ha aggiunto – e questo dimostra che stiamo seguendo la vicenda con la massima attenzione. Il ministero degli Esteri, come tutto il governo, se ne occupa con grande scrupolo. Stiamo lavorando per riportarlo a casa. Non è un’impresa facile: basta guardare la situazione internazionale».