2022-08-25
Ieri altri 1.300 clandestini. E ci sono così tanti buchi che tornano anche gli espulsi
Fra Ong e trafficanti abbiamo registrato 3.000 ingressi solo da domenica. Beccati alcuni tunisini ed egiziani già rimpatriati una volta: di certo non venivano a lavorare. Ben 750 in Sicilia dopo essere stati soccorsi dalle navi della Marina militare, 451 con un enorme barcone a Catanzaro e 106 con un taxi del mare a Taranto: 1.307 sbarcati in un giorno solo, che si sommano ai 600 arrivati martedì ad Augusta. Da domenica si sono sfiorati i 3.000 ingressi. La giornata di ieri si è subito presentata come particolarmente complicata. I 500 recuperati dalla nave della marina militare Diciotti a est di Siracusa sono stati mandati a Porto Empedocle. La nave, in un primo momento diretta a Pozzallo, è stata poi indirizzata verso la città agrigentina. A Pozzallo è stata mandata con i suoi 250, invece, la nave Peluso, sempre della Marina militare. Grandi manovre anche a Catanzaro, dove in 451 si sono presentati con un maxi barcone. Sono tutti uomini, in prevalenza originari di Sudan, Egitto e Siria. Mentre i 106 partiti dalla Turchia e recuperati dalla Geo Barents (la nave di Medici senza frontiere) sono stati dirottati dal Viminale a Taranto. Dopo identificazione e fotosegnalazione sono stati trasferiti temporaneamente all’hotspot per essere smistati successivamente verso altre destinazioni. Ma i centri d’accoglienza del Nord Italia già scoppiano: la Lombardia già ospita 10.834 persone, ovvero l’11% di tutti gli sbarcati, guidando la classifica italiana, con l’Emilia Romagna al secondo posto (10%) con i suoi 9.832. Terza è la Sicilia che, con 8.401 richiedenti asilo, ospita il 9% degli approdati. Alla pari del Lazio: 8.309. E del Piemonte: 8.231. Tra le nazionalità, al primo posto si piazza la Tunisia (10.131), seguita da Egitto (9.943) e Bangladesh (8.727). E con l’ultimo approdo, sono 50.760 gli arrivi certificati dal ministero dell’Interno (5.823 sono minori stranieri non accompagnati). Contro i 36.479 del 2021 e i 17.500 del 2020. E tra questi ci sono gli espulsi di ritorno: ieri quattro tunisini sono stati arrestati perché rientrati a Lampedusa nonostante fossero gravati dal decreto di espulsione. Tre invece perché sono tornati sul territorio italiano, sempre attraverso la frontiera marittima di Lampedusa, nonostante un decreto di respingimento. Altri quattro, tutti egiziani, sono stati fermati a Siracusa per rientro illegale nel territorio nazionale. Erano tra i 566 approdati il 22 e il 23 agosto al porto di Augusta. Per i quattro è stata disposta l’espulsione. A uno di loro, che è pregiudicato, è stata notificata la misura cautelare del divieto di dimora nel comune di Roma e l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, come disposto dal gip che si era occupato di lui durante la prima permanenza in Italia. Il fenomeno dei secondi ingressi dopo espulsioni e respingimenti comincia ad avere un certo peso specifico. D’altra parte, con i meccanismi del sistema di protezione internazionale, se riescono a filtrare nei controlli, sanno che potranno chiedere di essere regolarizzati. Le lunghissime procedure, come nel caso del guineano dello stupro di Piacenza che è rimasto in un limbo per otto anni prima che la Commissione territoriale competente gli respingesse definitivamente la richiesta d’asilo, permettono la permanenza indisturbata sul territorio nazionale. Fino ai casi eclatanti che hanno riempito la cronaca nell’ultimo mese. Il guineano dello stupro a Piacena era sbarcato in Sicilia, come il nigeriano dell’omicidio di un commerciante a Monteforte Irpino (Avellino) degli inizi di agosto, e come l’egiziano che prima di ferragosto ha seminato il panico sulla A1 lanciando sassi contro i treni in corsa e sulle macchine in autostrada.Tutte falle nel sistema d’accoglienza che il ministero dell’Interno guidato da Luciana Lamorgese non riesce neppure a tamponare. Stando agli ultimi dati del ministero della Giustizia, aggiornati al 31 luglio 2022, un detenuto su tre è straniero: 17.246 su un totale 57.286 detenuti, una percentuale che supera di poco il 30%. E basta approfondire un po’ per scoprire che, a ottobre 2021, statistiche del Viminale alla mano, il 39% dei reati sessuali è compiuto da stranieri (che sono poco più dell’8% della popolazione totale presente sul territorio italiano). Il boom di sbarchi ovviamente ha contribuito. E in piena attività ci sono ancora altre due delle 18 imbarcazioni appartenenti alle Ong. La Ocean Viking ieri si trovava a poca distanza da Malta, nelle acque tra la Tunisia e la Libia, e la Vos Prudens era a largo di Cipro. Operativi più che mai anche gli scafisti trafficanti di esseri umani. Ieri la Squadra mobile di Siracusa e la Sezione operativa della Guardia di finanza, hanno fermato tre bielorussi «gravemente indiziati del delitto di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina». Sono stati individuati come i conducenti della barca a vela che nel Mediterraneo ha trasbordato i 106 passeggeri sulla Geo Barents. I tre bielorussi hanno rinunciato a salire a bordo della nave, dileguandosi con la barca a vela, ma sono stati intercettati da un pattugliatore della Guardia di finanza. Un altro presunto scafista è stato fermato dagli investigatori delle Squadre mobili di Trapani e Palermo. Il giovane, di nazionalità tunisina, lo scorso 23 luglio aveva guidato un barchino con altri cinque connazionali, fino alle coste di Pantelleria. Gli ultimi quattro arrestati si sommano ai 137 da gennaio. Lo scorso anno, nello stesso lasso di tempo, il dato degli scafisti arrestati si era fermato a 97. Il 41,24 per cento in più di questa stagione è l’ennesima conferma del fallimento del sistema dei porti spalancati e dell’accoglienza a go go.
Nel riquadro Roberto Catalucci. Sullo sfondo il Centro Federale Tennis Brallo
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