2019-09-12
I vescovi avvisano il «loro» governo. «Mai eutanasia e suicidio assistito»
La paura dopo la sponsorizzazione. Il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, davanti alle associazioni pro life: «Inaccettabile il principio dell'usa e getta applicato alla vita. Il Parlamento riveda la legge sulle Dat».«Per evitare che una sentenza della Consulta provochi lo smantellamento del reato di aiuto al suicidio, il Parlamento - come ha auspicato il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte - dovrebbe in breve tempo poter discutere e modificare l'articolo 580 o, comunque, avviare un iter di discussione della legge che potrebbe indurre la Corte stessa a concedere un tempo supplementare». Invoca l'intervento del Parlamento e di Giuseppe Conte il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente dei vescovi italiani, che ha parlato ieri nella giornata organizzata a Roma dal Tavolo famiglia e vita della Cei e che ha visto la partecipazione di oltre 50 associazioni pro life e pro family cattoliche.Quella di Bassetti sembra però essere una pia speranza, perché il presidente dei vescovi dovrebbe ben sapere che il neogoverno giallo rosso se dovesse discutere del tema suicidio assistito prima del 24 settembre, data in cui sarà comunque la Consulta ad esprimersi, lo farà secondo le linee dei disegni di legge presentati dal M5s, da Leu e dallo stesso Pd prima della crisi di governo. Proprio ieri la senatrice dem Monica Cirinnà twittava che «bisogna fare presto», ma abbiamo forti dubbi che l'intervento del Parlamento auspicato dalla Cirinnà vada nella direzione che ieri ha delineato il cardinale Bassetti.Il presidente della Cei dice che «se si andasse nella linea della depenalizzazione, il Parlamento si vedrebbe praticamente costretto a regolamentare il suicidio assistito», al massimo Bassetti è disposto a considerare una «attenuazione e differenziazione delle sanzioni dell'aiuto al suicidio, nel caso particolare in cui ad agire siano i familiari o coloro che si prendono cura del paziente», ma siamo ben lontani dalle chiare aperture all'atto eutanasico presenti nei disegni di legge Sarli (M5s) e Rostan (Leu) e alla depenalizzazione del suicidio assistito presente nel ddl Marcucci (Pd). Sono importanti le parole espresse ieri dal cardinale sul valore intangibile della vita dal concepimento fino alla sua fine naturale, ma stonano di fronte al neogoverno che in quanto a principi inderogabili sulla vita è certamente lontano dall'etica cristiana e da una filosofia personalista. La Chiesa lo sa, eppure questo governo lo ha in qualche modo voluto e sostenuto soprattutto cercando consonanze sul tema migrazione.Peraltro Bassetti è andato oltre dicendo che «i lavori parlamentari dovrebbero essere dedicati a una revisione delle Disposizioni anticipate di trattamento, approvate con la legge 219, del dicembre 2017». È la legge sulle Dat che ha avuto come primo firmatario il deputato 5 stelle Matteo Mantero ed è passata con l'apporto del Pd e Leu. Che il premier Conte, a cui la Chiesa sembra aver dato la sua benedizione, possa con la maggioranza giallorossa ridiscutere questa legge non pare solo una pia speranza, ma un desiderio da libro dei sogni. Il cardinale ha ricordato che la legge sulle Dat già rappresenta «il punto di partenza di una legge favorevole al suicidio assistito e all'eutanasia», e andrebbe «rivista laddove comprende la nutrizione e l'idratazione assistite nel novero dei trattamenti sanitari, che in quanto tali possono essere sospesi; così, andrebbero chiarite le circostanze che la legge stabilisce per la sedazione profonda e dovrebbe essere introdotta la possibilità di esercitare l'obiezione di coscienza alla norma». Per Bassetti l'eventuale depenalizzazione del suicidio assistito aprirebbe un conflitto con la nostra Costituzione, «secondo la quale “la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo", il primo dei quali è quello alla vita».Le conseguenze, dice Bassetti, sarebbero tragiche sul piano sociale: «Diverrebbe sempre più normale il togliersi la vita e ciò potrebbe avvenire di fatto per qualunque ragione e, per di più, con l'avvallo e il supporto delle strutture sanitarie dello Stato». C'è il fantasma dell'eugenetica dietro l'angolo, con la selezione di «chi debba essere ancora curato e chi non ne abbia il diritto», come accaduto nel caso del piccolo paziente inglese Charlie Gard. «Siamo una società che già seleziona, e stabilisce chi tra gli esseri umani sia anche persona e porti o meno il diritto di nascere e di vivere: i più indifesi sono già eugeneticamente selezionati e in una grande percentuale non sono fatti nascere se portano qualche malattia o malformazione».È il principio «dell'usa e getta» applicato alla vita, per cui, ricorda Bassetti, «è drammatico che la condizione di chi è meno autonomo sia percepita come una zavorra per la famiglia, per la società e per la comunità dei “forti"». La libertà personale di scelta non è un assoluto, «non è un contenitore da riempire e assecondare con qualsiasi contenuto, quasi la determinazione a vivere o a morire avessero il medesimo valore». Qui il cardinale tocca il vulnus profondo delle nostre democrazie liberali, che hanno ormai smarrito un riferimento prepolitico capace di orientare davvero verso il bene comune senza lasciarlo in balia delle maggioranze di turno. Su questo orientamento si gioca quella «sana laicità» praticata dalla Chiesa, come ha detto ieri Bassetti, perché nel dibattito pubblico non si «smarrisca la dignità di ogni essere umano né si ceda a discriminazioni e a tentazioni selettive». Fino a poco tempo fa si chiamavano principi non negoziabili, quelli che il neogoverno giallorosso, apparentemente benedetto dalle sacre stanze, non vuole sentire nemmeno nominare.
Little Tony con la figlia in una foto d'archivio (Getty Images). Nel riquadro, Cristiana Ciacci in una immagine recente
«Las Muertas» (Netflix)
Disponibile dal 10 settembre, Las Muertas ricostruisce in sei episodi la vicenda delle Las Poquianchis, quattro donne che tra il 1945 e il 1964 gestirono un bordello di coercizione e morte, trasformato dalla serie in una narrazione romanzata.