2021-04-20
I ristoratori estenuati paralizzano l’Italia
Cinque ore di sit in sull’Autosole, luogo simbolo per gli autogrill che hanno sempre lavorato. Un manifestante investito da un’auto poi fuggita. Blocchi a Torino e Perugia. La protesta sale di tono e aggrega altre categorie: «Fateci riaprire in sicurezza tutti e subito»Per il governo non ci sono più pasti gratis. I ristoratori si sentono presi in giro dalle quasi riaperture e per loro il 26 aprile non sarà il giorno dopo la liberazione, anzi. La protesta sale di tono e continua ad aggregare non solo chi sta dietro i fornelli, ma le partite Iva, i lavoratori dello spettacolo e dello sport e in genere il comparto del turismo. Ieri l’Italia è stata divisa in due per cinque ore dalle «berette bianche» toscane riunite da Pasquale Naccari, uno dei primi ristoratori a protestare un anno fa, sotto la sigla Tni (Tutela nazionale imprese) che hanno bloccato all’altezza d’Incisa l’Autostrada del Sole. L’autostrada è anche un simbolo: gli autogrill, intesi come area di sosta, lavorano da sempre tutti i giorni a pranzo e a cena e sono frequentati anche da chi passa il casello solo per poter dire: vado al ristorante.Ieri mattina ci sono stati momenti di acuta tensione e di forte preoccupazione quando Antonio Alfieri, di Sassuolo, un altro dei leader storici della contestazione, è stato investito da un’auto che ha forzato il blocco. Il conducente si è dato alla fuga, ma è stato «preso» a Firenze Nord dalla Stradale. Su Facebook Alfieri, che è stato medicato in ospedale e tenuto sotto osservazione per una fortissima lussazione a una spalla, ha postato: «Gli sconsiderati ci sono sempre però quello mi ha preso in pieno, mi ha fatto volare. Mi fa male, però a prescindere da tutto noi abbiamo fatto la cosa giusta». Anche un’altra ristoratrice è stata colpita di striscio. Adesso i fronti della protesta che si sono presentatati divisi si stanno compattando. Alfieri è stato uno dei protagonisti della manifestazione «Io apro» a Roma del 12 aprile quando ci sono stati scontri con la Polizia, ma ieri mattina era a Firenze e con lui a bloccare l’Autosole c’era anche Ermes Ferrari, il ristoratore modenese che a Roma il 6 aprile, nel corso della manifestazione indetta dal Mio, il Movimento imprese ospitalità guidato da Paolo Bianchini, era vestito da sciamano come Jake Angeli a Capitol Hill. «Mentre la gente piangeva davanti al Parlamento e chiedeva un aiuto», ha detto, «tutti si sono concentrati solo su un cappello e due corna». Ma ieri si sono dovuti tutti accorgere dell’Autostrada bloccata. Analoghe manifestazioni si sono svolte a Torino dove una trentina di macchine ha bloccato la Tangenziale all’altezza di Rivoli e a Perugia dove la E-45 è stata presidiata per un’ora all’altezza di Ponte San Giovanni da ristoratori e partite Iva tutti identificati dalla Polizia. Peraltro domenica, in Umbria, a Città della Pieve, un gruppo di ristoratori stellati ha cucinato per protesta sotto la villa del presidente del Consiglio Mario Draghi. La mobilitazione di Tni è partita ieri mattina verso le dieci quando un corteo di oltre 300 auto si è mosso da Firenze e ha bloccato il traffico in direzione sud all’altezza di Incisa. I camionisti che transitavano sulla corsia nord rimasta libera fino a metà mattinata all’altezza del corteo dei ristoratori andavano a passo d’uomo e suonavano le trombe in solidarietà. Dopo un paio d’ore i ristoratori hanno deciso di bloccare anche la corsia nord e l’Autosole è rimasta paralizzata e il traffico deviato. Solo alle 14.10, dopo quasi cinque ore, sono stati tolti i blocchi. La comunicazione dello scioglimento della manifestazione l’ha data Pasquale Naccari che via social ha comunicato: «Dopo 5 lunghe ore di blocco sul tratto toscano A1 abbiamo creato notevoli disagi al traffico. Ce ne andiamo e riteniamo che il messaggio forte sia arrivato e adesso andiamo via con l’indicazione al governo di accogliere i nostri punti, altrimenti saremo costretti a ripetere gesti eclatanti».I punti sono chiarissimi: riapertura in sicurezza di tutti i ristoranti a pranzo e a cena indipendentemente se hanno o meno spazi all’aperto, eliminazione del «coprifuoco» o estensione fino a mezzanotte, ristori sui costi fissi. Per le altre categorie, copertura dei danni derivanti dalla chiusura. Gianfranco Vissani, chef iperstellato che ha partecipato al sit in davanti alla villa di Draghi, sottolinea: «Sono 14 mesi che non incassiamo, la riapertura con solo i posti all’aperto esclude due terzi dei ristoranti. Domenica a Città delle Pieve oltre ai cuochi c’erano anche Marco Caprai e Giuliano Martinelli a dire che anche il vino di qualità, i prodotti di qualità, soffrono con i ristoranti chiusi; io ho perso oltre due milioni di euro e resisto, ma c’è veramente chi è alla fame». Pasquale Naccari rilancia: «Andremo fino in fondo: qui non ci sono delinquenti, qui c’è gente stanca di subire, che vorrebbe tornare a lavorare, rispettando i protocolli di autogrill e mense».
Charlie Kirk (Getty Images). Nel riquadro Tyler Robinson