2025-10-05
I politici della Flotilla denunciano. «Sbattuti in cella senza diritti»
Croatti, Scuderi, Scotto e Corrado raccontano le loro prigioni in una conferenza stampa strappalacrime. E annunciano un esposto: «Arrestati illegalmente, poi ci hanno negato acqua, cibo e accesso ai servizi».L’onore prima di tutto. In conferenza stampa a Roma, i quattro parlamentari italiani che hanno partecipato alla missione della Flotilla respingono al mittente le accuse di chi ha imputato loro una certa viltà per essere tornati a casa prima degli altri attivisti: «Ci hanno trascinati via, non abbiamo potuto scegliere», spiega la eurodeputata del Pd Annalisa Corrado, «le speculazioni di queste ore le respingiamo al mittente». «Credo che la questione del rilascio dei parlamentari», precisa il deputato dem Arturo Scotto, «sia stato un atto unilaterale di Israele persino al netto dell’interlocuzione con la Farnesina». Il fulcro della conferenza stampa è il racconto dell’abbordaggio delle imbarcazioni e del sequestro degli attivisti da parte delle forze armate israeliane: «Siamo stati catturati in acque internazionali dove avevamo tutto il diritto di stare», racconta la eurodeputata di Avs Benedetta Scuderi, «presi in ostaggio dall’esercito israeliano e portati in porto: da lì è iniziato un processo di perquisizioni e interrogatori, in cui il diritto alla difesa è stato negato. Questo ci deve spingere a combattere affinché tutte le persone, non solo i nostri connazionali, vengano immediatamente rilasciaei perché non hanno commesso reati». Visibilmente scosso il senatore del M5s Marco Croatti: «Dopo l’abbordaggio da parte dei militari israeliani», rivela, «c’è stata paura, è stata spezzata la volontà delle persone. C’era un freddo micidiale, ho visto Benedetta Scuderi, appena scesa da una imbarcazione in cui c’erano 40 gradi, con qualche vestito addosso: era congelata. Non le hanno dato niente, aveva lo zaino a dieci metri e non l’hanno fatta alzare per prendere una maglia. Ci hanno chiamato terroristi e minacciato in tutte le maniere», aggiunge Croatti, «e avevamo solo aiuti umanitari. Eravamo persone pacifiche, non violente, che volevamo portare speranza». Scuderi, Corrado e Scotto ringraziano il ministro della Difesa Guido Crosetto, e ne rivelano il costante interessamento durante i momenti più difficili: «Non abbiamo sentito», sottolinea Scotto, «la premier Meloni. Abbiamo avuto interlocuzioni con Crosetto anche nelle ore più complicate dell’abbordaggio. Parlo per me, Corrado e Scuderi. Un’interlocuzione continua di cui lo ringraziamo. Con Tajani abbiamo parlato ieri (l’altro ieri, ndr) intorno alle 9.30 del mattino, dal telefono del vice ambasciatore Baldassarri che è venuto nella saletta all’aeroporto, quando ci hanno comunicato che saremmo ritornati. Baldassarri non sapeva che saremmo partiti poche ore dopo, ci ha detto invece che saremmo stati trasferiti in un carcere. Ci ha dato il livello di informazione che conosceva. Abbiamo un ministro degli Esteri che considera il diritto internazionale qualcosa che può essere utilizzato in maniera asimmetrica a secondo delle condizioni in cui viene rivendicato. Non aveva contezza di cosa significasse un blocco navale, di quali fossero le implicazioni dal punto di vista del diritto internazionale, non era al corrente di quello che aveva scritto la Corte Internazionale di giustizia. Per fortuna», aggiunge Scotto, «le unità di crisi della Farnesina sapevano di cosa si occupavano e di cosa parlavano quando interloquivano con noi». Tutti e quattro i parlamentari rispondono duramente alle critiche della premier Meloni: «Non si è comportata da presidente del Consiglio italiano», attacca la Scuderi, «ma ha voluto speculare su una parte politica, mettendo a repentaglio quello che stavamo facendo e la nostra incolumità. Se la presidente del Consiglio ci dà degli irresponsabili, allora la nostra incolumità può essere a repentaglio, perché vuol dire che è colpa nostra. L’obiettivo della missione», aggiunge la eurodeputata dei Verdi, «era far applicare il diritto internazionale e fermare un genocidio. Chiunque non stia facendo quanto in suo potere per evitare un genocidio non si sta ponendo dalla parte giusta della storia e non sta rispondendo alle sue responsabilità. Ci sono le responsabilità del governo israeliano e dei nostri governi per quello che non stanno facendo». «Nessun presidente del Consiglio», sottolinea Scotto, «si può permettere di sindacare su cosa fanno i parlamentari della Repubblica perché i Parlamenti sono sopra i governi e dovrebbe ricordarlo ogni tanto». «La presidente del Consiglio», argomenta la Corrado, «ha detto che ci saremmo messi sulle barche per darle fastidio. Seicento persone che si mettono su una barca, migliaia di persone che hanno attorno, 44 delegazioni internazionali. Pensate che tutta questa cosa e stata messa in piedi per dare fastidio a Giorgia Meloni? È una cosa allucinante», aggiunge la eurodeputata dem, «e sintomo di una certa dose di megalomania». Arrivano gli esposti alla magistratura: «Tutte le persone che sono lì e quelle che sono tornate», evidenzia Maria Elena Delia, portavoce italiana della Global Sumud Flotilla, «sono state detenute illegalmente senza alcuna base giuridica e sono state prelevati dalla Marina Militare israeliana in mezzo ad acque internazionali, senza che avessero commesso alcun reato. Sono stati sequestrati. Alle persone che sono lì sono stati negati i diritti basilari di difesa e la fornitura dei beni e sevizi fondamentali. Acqua, cibo e accesso ai servizi igienici. Per questo motivo e per altri con il nostro team legale abbiamo consegnato un esposto alla Procura di Roma per questo sequestro e ne abbiamo consegnato un altro per l’attacco che abbiamo subito circa una settimana fa in acque internazionali contro ignoti. Un attacco militare su barche civili che ha messo a rischio le nostre vite».