
La Guardia di finanza, spinta dalla Procura, sequestra la nave e ordina lo sbarco dei migranti. Matteo Salvini: «Ecco perché serve il dl Sicurezza bis».Stando ai sondaggi realizzati negli ultimi mesi, la gran parte degli italiani è contraria all'immigrazione di massa, almeno nelle modalità in cui è stata gestita negli anni scorsi. Non è un caso che persino il passato governo di centrosinistra, prima di cedere il passo, abbia tentato di porre un argine al disastro mandando Marco Minniti al Viminale. In ogni caso, il gradimento ottenuto da Matteo Salvini dimostra che la linea da tenere, almeno secondo la maggioranza degli elettori, è quella della fermezza. Eppure c'è qualcuno che proprio non si rassegna all'idea che l'Italia non sia più terra d'invasione.Per esempio l'Onu. Beatriz Balbin, responsabile delle Special procedures dell'Alto commissariato per i diritti umani, il 15 maggio ha inviato all'ambasciatore italiano all'Onu, Gian Lorenzo Cornado, una lettera di 11 pagine gravida di sdegno. Secondo la gentile signora, la politica migratoria del governo italiano «mette a rischio i diritti umani dei migranti, inclusi i richiedenti asilo»; «fomenta il clima di ostilità e xenofobia», «viola le convenzioni internazionali». In particolare, la Balbin se la prende con le direttive rivolte alle navi delle Ong, che sarebbero «l'ennesimo tentativo di criminalizzare le operazioni Search and rescue delle organizzazioni civili», e che avranno l'effetto di «intensificare il clima di ostilità e xenofobia nei confronti dei migranti».I toni utilizzati dalla rappresentante Onu non stupiscono. Dopo tutto, la Balbin lavora per l'Unhcr, cioè l'organismo con cui ha a lungo collaborato Laura Boldrini e di cui fa parte Carlotta Sami, quella che avrebbe voluto concedere il permesso di soggiorno a chiunque si avvicinasse a una spiaggia italiana. Nel caso dell'Italia, la letterina dell'Onu arriva, guarda un po', proprio mentre sta per approdare, è previsto per oggi se tutto andrà bene, in Consiglio dei ministri il decreto Sicurezza bis, che prevede sanzioni per chi porta in Italia migranti irregolari. Proprio su questo provvedimento Salvini ha dato una risposta ruvida all'Unhcr: «È singolare che l'Alto commissario per i diritti umani non si fosse mai accorto che la multa per chi favorisce l'ingresso non autorizzato di immigrati fosse già presente da tempo nell'ordinamento italiano», ha detto. Il riferimento è all'articolo 12 del Testo unico sull'immigrazione del 1998 (governo Prodi), che recita: «Chiunque compie attività dirette a favorire l'ingresso degli stranieri nel territorio dello Stato in violazione delle disposizioni del presente testo unico è punito con la reclusione fino a tre anni e con la multa fino a 15.000 euro». Semplicemente, come nota il Viminale, «il decreto Sicurezza bis aggiorna la norma». Ed è per questo che «da parte del ministero resta confermato l'auspicio di vedere approvato il decreto sicurezza bis nel Consiglio dei ministri di lunedì (oggi, ndr)ritenendolo necessario, urgente e tecnicamente ineccepibile». In sostanza, le terribili multe «a chi salva le vite» le ha introdotte un esecutivo di sinistra, e la norma prodiana da sola probabilmente sarebbe sufficiente per colpire duramente i taxi del mare che, ancora oggi, si ostinano a traghettare migranti irregolari verso l'Italia. E qui veniamo al secondo corno della questione. Non sono soltanto organismi sovranazionali come l'Onu a contrastare la politica migratoria salviniana. Ieri ci si è messa pure l'autorità giudiziaria, intervenendo nella vicenda della nave Sea Watch. Come noto, l'imbarcazione delle Ong, nei giorni scorsi, ha violato consapevolmente le disposizioni del Viminale, ed è entrata in acque italiane dopo aver recuperato 65 stranieri al largo della Libia. Le più vulnerabili tra queste persone (18 tra donne, uomini e bambini piccoli) sono state fatte sbarcare in breve tempo, altre 47 sono rimaste a bordo della nave che ha attraccato davanti al porto di Lampedusa. Salvini non si è mosso di un millimetro: dal primo all'ultimo secondo ha negato l'ingresso alla nave e al suo carico umano. Ma ieri la Guardia di finanza, nei fatti, lo ha scavalcato. Le Fiamme gialle hanno messo in atto un sequestro d'iniziativa: sono saliti a bordo della Sea Watch, l'hanno sequestrata e hanno disposto lo sbarco dei migranti presenti a bordo. Insomma, hanno espropriato il Viminale di tutte le sue competenze. Ed è difficile non pensare che un'azione del genere sia stata concordata con la Procura, a cui i finanzieri dovranno comunque fare riferimento nelle prossime ore. L'equipaggio della nave verrà denunciato, ma è una ben magra soddisfazione. L'aspetto più sorprendente di tutta la faccenda rimane proprio l'iniziativa della Finanza. A cui si aggiungono altri due elementi, entrambi politici: il silenzio del premier Giuseppe Conte e quello del vice Luigi Di Maio. Qui parliamo di una Ong che ha violato tutte le disposizioni governative, che ha apertamente sfidato le autorità italiane giocando con la pelle dei migranti e che, alla fine della fiera, ha raggiunto il suo obiettivo, ovvero portare qui gli stranieri. Tutto questo avviene con l'esplicito appoggio dell'Onu, ma sembra che a nessuno - Lega e Fratelli d'Italia esclusi - importi nulla di tutto ciò. Ieri Salvini si è espresso con estrema durezza sull'argomento: «Su disposizione dell'autorità giudiziaria», ha detto, «personale della Gdf e della Capitaneria è salito a bordo della Sea Watch 3 con l'intenzione di procedere al sequestro della nave. La magistratura faccia come crede, ma il Viminale continuerà a negare lo sbarco da quella nave fuorilegge. Il ministro dell'Interno», prosegue la nota del Viminale, «si aspetta provvedimenti nei confronti del comandante della nave, dal quale è lecito attendersi indicazioni precise sui presunti scafisti presenti a bordo». Secondo il ministro, resta sul piatto un tema fondamentale: «La difesa dei confini nazionali e l'ingresso in Italia di un gruppo di sconosciuti dev'essere una decisione della politica (espressione della volontà popolare) o di magistrati e Ong straniere?». Il punto è esattamente questo: chi deve decidere le politiche migratorie italiane? L'Onu? Le Ong? La Chiesa? I magistrati?Ora resta da capire come intendano comportarsi i 5 stelle, soprattutto riguardo al decreto sicurezza bis. I grillini vogliono che l'invasione ricominci? Dalla loro risposta dipende, prima che il futuro dell'esecutivo, quello del Paese.
Jannik Sinner (Ansa)
Il campione italiano si impone a Torino sullo spagnolo in due set: «È stato più bello dello scorso anno». E guadagna cinque milioni.
«Olé olé olé Sinner Sinner». Sarà pure «un carrarmato», un caterpillar, come l’ha definito Massimo Cacciari, ma dopo le Finals che assegnano il titolo di Maestro della stagione, forse non vanno trascurate le doti tattiche e la forza mentale che lo ha fatto reagire nella difficoltà come quelle che ieri hanno consentito a Jannik Sinner di spuntarla al termine di un match combattuto e a tratti spettacolare su Carlos Alcaraz, protagonista di un tennis «di sinistra», sempre secondo l’esegesi del tenebroso filosofo. Il risultato finale è 7-6 7-5. «Senza il team non siamo niente. È stata una partita durissima», ha commentato a caldo il nostro campione. «Per me vuol dire tanto finire così questa stagione. Vincere davanti al pubblico italiano è qualcosa di incredibile».
Giuseppe Caschetto (Ansa)
Giuseppe Caschetto è il sommo agente delle star (radical) nonché regista invisibile della tv, capace di colonizzare un format con «pacchetti» di celebrità. Fazio e Gruber sono suoi clienti. Ha dato uno smacco al rivale Presta soffiandogli De Martino. «Guadagno fino al 15% sui compensi».
Dal 2000 le quotazioni fondiarie valgono oltre il 20% in meno, depurate dall’inflazione. Pac più magra, Green deal e frontiere aperte hanno fatto sparire 1,2 milioni di aziende.
«Compra la terra, non si svaluta mai», dicevano i nonni. E non solo. A livello nominale in effetti è vero: i prezzi dei terreni salgono. Se però guardiamo le quotazioni togliendo l’inflazione si nota che dal 2000 i valori sono crollati di oltre il 20%.
Bill Emmott (Ansa)
Giannini su «Rep» favoleggia di un mondo parallelo di complotti neri, mentre sulla «Stampa» Emmott minimizza il video manipolato di The Donald. Quando giova ai loro obiettivi, indulgono su bavagli e odio.
S’avanza la Cosa Nera. Un orrore primordiale simile all’It evocato da Stephen King, entità oscura che stringe la città di Derry nelle sue maligne grinfie. Allo stesso modo agiscono le «tenebre della destra mondiale» descritte ieri su Repubblica da Massimo Giannini, che si è preso una vacanza dal giornalismo per dedicarsi alla narrativa horror. E ci è riuscito molto bene, sceneggiando una nuova serie televisiva: dopo Stranger Things ecco Populist Things. Una narrazione ambientata in un mondo parallelo e totalmente immaginario in cui «populisti e estremisti deridono le istituzioni democratiche, avvelenano i nostri dibattiti, traggono profitto dalla paura». Un universo alternativo e contorto in cui «gli autocrati possono spacciare le loro verità alternative a community scientemente addestrate a un analfabetismo funzionale coerente con lo spirito del tempo».





