2019-11-25
I piani flop di Renzi e Conte per salvare il Paese in dissesto
Il Bullo e Paolo Gentiloni hanno stanziato 29 miliardi spendendone 1,5 Giuseppi ha ridato poteri al ministero, che ora cade dalle nuvole.Il presidente dell'Emilia Romagna, nonché candidato del Pd alle prossime elezioni regionali, Stefano Bonaccini, ha rilanciato l'urgenza di un grande piano contro il dissesto idrogeologico. La politica, soprattutto quando esplode l'emergenza, è colpita da amnesie e invoca soluzioni sulle quali si sono cimentati tutti i governi precedenti, compresi quelli dello stesso partito. L'obiettivo è cominciare da capo, con l'istituzione dell'ennesima commissione, dell'ennesimo pool di esperti e poi progetti, decreti, indirizzi programmatici, cabine di regia, e chi ne ha più ne metta. Eppure Bonaccini dovrebbe ricordare che proprio da un suo ex compagno di partito, Matteo Renzi, fu varata, appena cinque anni fa (era il 2014) la struttura di missione Italia sicura, alle dirette dipendenze di Palazzo Chigi, poi confermata dal successore, Paolo Gentiloni, con il compito di contrastare il dissesto idrogeologico. Ovvero affrontare l'eterno problema delle frane, di alluvioni, smottamenti e erosioni del terreno. Renzi, sia ben chiaro, non ha inventato nulla di nuovo. Già nel 1967, a meno di un anno dalle disastrose alluvioni che tra il 3 e il 7 novembre 1966 travolsero Firenze e Venezia, con l'acqua alta record di 194 centimetri, (7 più di quella che l'ha sommersa in questi giorni), venne istituita la Commissione interministeriale per lo studio della sistemazione idraulica e della difesa del suolo, conosciuta come Commissione De Marchi, dal nome dell'esperto ingegnere idraulico che la guidava. Dopo circa quattro anni sfornava un mega dossier di 5 volumi e 2.800 pagine, che oltre alle analisi, indicava le cure per mettere in sicurezza il territorio. La Commissione prevedeva una spesa, in 30 anni, di oltre 9.000 miliardi di lire, pari a circa 76 miliardi di euro, 2,5 miliardi per anno. Passata l'emergenza, il dossier fu riposto in un cassetto.Il tema però è di quelli che fanno acchiappare consensi. Così Renzi, appena insediato lancia la Missione Terraferma e poi la struttura Italia sicura. Nel 2015 arriva anche il decreto sblocca Italia, che trasforma i presidenti di Regione in commissari di governo per il contrasto al dissesto. Risultato? Dopo tre anni, a maggio 2017, viene sfornato l'ennesimo rapporto, Il piano nazionale di opere e interventi e il piano finanziario per la riduzione del rischio idrogeologico. E le opere? Degli interventi programmati per 29 miliardi di euro, al 2017 ne erano stati avviati poco più di 1.300, per neanche 1,5 miliardi (il 4,86%). Che fine ha fatto il resto non è dato sapere.Il premier Giuseppe Conte, al primo mandato, chiude la struttura Italia sicura, passando le competenze sul dissesto idrogeologico al ministero dell'Ambiente. Chiamiamo il ministero e chiediamo un bilancio degli interventi effettuati: le opere realizzate, quelle cantierate, quelle che attendono un progetto. Risposta: «I dati richiesti non sono in nostro possesso in quanto non sono di competenza del ministero dell'Ambiente. Vi consigliamo, pertanto, di rivolgervi ai referenti opportuni, ovvero i commissari straordinari per il dissesto idrogeologico, cioè i presidenti di ciascuna Regione. Quando c'era Italia sicura, i dati afferivano alla presidenza del Consiglio».Ma se c'è stato un passaggio di competenze, come mai il dicastero non sa rispondere? E poi: non è forse in grado di monitorare le iniziative prese dalle Regioni e come vengono spesi i soldi?Il premier Conte, per non voler essere da meno rispetto a chi l'ha preceduto, a febbraio 2019 vara il piano Proteggi Italia con 14,3 miliardi di euro dal 2018 al 2030. Per il triennio 2019-2021 sono stanziati 10,8 miliardi di euro, 1 miliardo in più rispetto all'Italia sicura di Renzi. A seguire arriva un piano stralcio da 315 milioni e un elenco di 263 opere.Se andiamo a vedere dietro la retorica degli annunci, scopriamo che dei 14,3 miliardi totali, 10,3 sono risorse già stanziate dai precedenti governi con leggi di bilancio, fondi Ue e fondo investimenti. All'Ambiente vanno in dotazione 4 miliardi ma a luglio erano stati erogati alle Regioni solo 300 milioni. I piccoli Comuni, temendo che le risorse vengano catalizzate dai grandi centri urbani, cominciano a organizzarsi. In un convegno all'Aquila, è stato affrontato questo tema con l'intervento del sindaco del capoluogo abruzzese, Pierluigi Biondi, quelli di Ascoli Piceno, di Avellino e di Carpi, oltre all'ad di Invitalia, Domenico Arcuri. Quindi i soldi ci sono, il problema è che non vengono spesi ma trasmessi in eredità da governo a governo. I progetti si perdono nel labirinto delle leggi, dei decreti legislativi, degli atti, dei protocolli, dei codici, degli accordi di programma; si inabissano nelle intese quadro, nei ricorsi al Tar, nei contenziosi.Quelle pochissime Regioni che sono state in grado di presentare progetti cantierabili, non hanno vita più facile. Basta spulciare la relazione della Corte dei conti di fine ottobre scorso, sul Fondo per la progettazione degli interventi contro il dissesto idrogeologico (2016-2018). Scopriamo che alla Liguria, flagellata dalle alluvioni, sono stati assegnati 275 milioni di euro, ma ne sono stati erogati solo 41,2; alla Lombardia spettavano 112.430.001 euro, ne ha ricevuti 16.864.500,15; il Veneto ha avuto 15.620.035,98 euro su 104.133.573,19.In tre anni, dal 2017, è stato speso dalle Regioni solo il 20% delle risorse stanziate. Finora è stato erogato solo il 26% dell'importo richiesto da ciascuna Regione. La seconda tranche di fondi, pari al 47%, è bloccata perché nessuna Regione ha completato le progettazioni finanziate. I cantieri restano chiusi.
Donna, ingegnere aerospaziale dell'Esa e disabile. La tedesca Michaela Benthaus, 33 anni, prenderà parte ad una missione suborbitale sul razzo New Shepard di Blue Origin. Paraplegica dal 2018 in seguito ad un incidente in mountain bike, non ha rinunciato ai suoi obiettivi, nonostante le difficoltà della sua nuova condizione. Intervistata a Bruxelles, ha raccontato la sua esperienza con un discorso motivazionale: «Non abbandonate mai i vostri sogni, ma prendetevi il giusto tempo per realizzarli».