2021-08-17
I modelli climatici sono grossolani: l’uomo non ha inciso sul global warming
L'Ipcc sostiene che il mutamento è causato dalle nostre attività. Però si basa su ricerche che violano il metodo scientifico.Se avete letto gli articoli zero, 1 e 2, vi chiederete perché mai, nonostante l'attuale clima caldo sia né una novità né in alcuna correlazione (men che meno in relazione di causa-effetto) con le emissioni antropiche di CO2, si insiste tanto col dire che il riscaldamento dal 1980 a oggi è dovuto alle attività umane. La ragione risiede in un grossolano errore e nella violazione del metodo scientifico. Nel cercare di capire il clima, sono stati costruiti programmi al calcolatore - complicatissimi in sintonia con la complessità del sistema climatico - dotati di una gran moltitudine di parametri di input, divisi in forzanti naturali e forzanti antropici. Quando si includono i soli forzanti naturali questi programmi generano un output che non riproduce il clima sperimentalmente osservato dell'ultimo mezzo secolo. Se però, a quelli naturali, si aggiungono i forzanti antropici, allora si osserverebbe il desiderato accordo sperimentale. La circostanza ha fatto concludere ai modellisti che i loro modelli fossero validati, e all'Ipcc (Intergovernmenta Panel on ClimatChange) che il clima dell'ultimo mezzo secolo è guidato dalle emissioni antropiche. La conclusione è un grossolano errore. Infatti, potrebbe ben essere che la ragione per cui i modelli coi soli forzanti naturali non riproducano il clima è semplicemente perché i modelli stessi sono sbagliati, e che l'accordo osservato quando si includono anche i forzanti antropici sia un artefatto dovuto ad un aggiustamento artatamente ad hoc dei parametri antropici fino a correggere l'errore. La cosa è ben plausibile se solo si pensa che, ad esempio, sul parametro che dà l'aumento di temperatura in conseguenza di un raddoppio di concentrazione atmosferica di CO2 v'è enorme incertezza: chi dice meno di 1 grado, chi dice 6 gradi.Per sapere come stanno le cose, cioè per veramente validare i modelli e accertarci che essi correttamente riproducano il clima quando sono inclusi i soli forzanti naturali, bisogna che i modelli riproducano il clima quando esso poteva essere governato dai soli forzanti naturali, cioè il clima del passato. Se si fa questo si scopre però che i modelli falliscono nel riprodurre il clima del passato e, in particolare, non riproducono i periodi caldi olocenico, romano e medievale: i modelli non sono validati! Non solo: i modelli hanno completamente fallito anche sia nel riprodurre il clima del futuro quando hanno provato ad avanzare previsioni sia nel ricostruire la mappa delle temperature della troposfera. Ma di queste cose parliamo nella prossima e ultima puntata.(3. Continua)
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)