2020-05-22
I magheggi in favore dei 5 stelle del magistrato silurato ieri dal Csm
David Ermini (Getty Images)
Per il pm della Dna Cesare Sirignano, finito nello scandalo delle nomine, è stato deciso il trasferimento d'ufficio. Nelle chat con Luca Palamara parlava del suo sostegno al consigliere Fulvio Gigliotti come vicepresidente.Il magistrato della Direzione nazionale antimafia Cesare Sirignano ieri è stato trasferito dal suo ufficio. Durante il plenum del Csm, 21 consiglieri contro 3 (quelli di Unicost, la sua corrente) hanno votato per l'incompatibilità ambientale dopo che il suo nome era emerso in alcune intercettazioni con il pm Luca Palamara. Giovanni Zaccaro, relatore della pratica a favore del trasferimento del pm, ha dato questa spiegazione: «Il Csm tutela la giurisdizione, anche a fronte di condotte dei singoli che appannano l'autonomia della magistratura e la diffusione dei messaggi fra Palamara e Sirignano ha compromesso l'immagine di un ufficio importantissimo come quello della Dna dando l'impressione che sia eterodirigibile». Tra coloro che hanno votato per l'allontanamento, diversi consiglieri del Csm coinvolti in chat imbarazzanti con Palamara. Il presidente della prima commissione Sebastiano Ardita ha annunciato che, «con riguardo all'inchiesta di Perugia, i cui atti sono stati oggetto di un recentissimo invio, molte altre pratiche potrebbero arrivare al plenum». Fulvio Gigliotti (laico in quota 5 stelle) ha provato a far tornare in commissione la pratica per un ulteriore lavoro istruttorio. Poi, a proposta respinta, ha votato per il trasferimento. Nella chat tra Sirignano e Palamara si fa pure il suo nome.Il 20 luglio 2018 (il giorno prima Gigliotti è stato nominato membro laico del Csm) il pm sotto inchiesta chiede al collega della Dna: «Gigliotti ti ha chiamato». Sirignano: «No. Io mi sono incontrato qualche giorno fa. Perché?». Palamara: «Appunto. Non sbilanciarti». Sirignano ha deciso di puntare su Gigliotti per la poltrona di vicepresidente. Ma Palamara cerca di frenarlo. Il magistrato della Dna informa l'amico di aver parlato con i 5 stelle. «Okkio. Non sbilanciarti troppo», ribadisce Palamara. Sirignano: «Ho capito, ma se devi dirmi qualcosa dillo». Palamara: «Per ora nostra linea deve essere nessuna preclusione in attesa di comprendere alla ripresa la reale situazione». Sirignano: «Giusto. Ma questa è stata già la mia linea».Il 14 settembre riprende il dialogo. Palamara si raccomanda: «Non andare in ordine sparpagliato». Sirignano: «Cosa c'entra. Io ti ho detto cosa sto facendo. Il rischio è che perdiamo. E vincono altri». Palamara: «Non andare avanti solo altrimenti è un casino». Sirignano: «Che significa “solo"? Io mi sto occupando dell'interno 5 stelle non del resto. Non capisco cosa vuoi dire». Palamara: «Dobbiamo andare allineati». Sirignano: «Se io mollo il buon Gigliotti non ha speranze nel Movimento». Il 17 settembre prosegue la discussione. I laici grillini sono tre: Alberto Maria Benedetti, Filippo Donati e Gigliotti. Palamara: «Io dei 5 stelle non sono convinto. Sarebbe vittoria Davigo (Piercamillo, ndr) e Cascini (Giuseppe, ndr)». Sirignano: «Ma no, Cascini vuole Donati». Palamara: «Davigo è naturale interlocutore di Beppe Grillo e Marco Travaglio». Sirignano: «Sì, ma conteremo tantissimo se ci va Gigliotti». Palamara non cede: «Qualunque dei tre (Gigliotti, Donati, Benedetti) è vittoria di Grillo-Travaglio-Davigo». E aggiunge: «Ti confermo che Ferri (Cosimo, ndr) non vota mai Benedetti. E mai 5 stelle. Semmai Lanzi (Alessio, ndr)». Sirignano si scalda a favore del suo candidato: «Gigliotti l'ho fatto eleggere io. Lo vuoi capire! Non sarebbe entrato». E aggiunge: «Alpa (Guido, il maestro di Giuseppe Conte, ndr) sta facendo pressioni per Benedetti». Palamara: «Davigo ha fatto vincere i 5 stelle […] la mia preclusione è ai 5 stelle». Sirignano non molla: «Lui sa che senza di me non sarebbe entrato». Palamara insiste: «Se Unicost lo appoggia fa il gioco di Davigo e Cascini». Rischiando l'irrilevanza. Sirignano: «Poi per me va bene anche David Ermini (attuale vicepresidente candidato dal Giglio magico, ndr), ma fai vincere la sinistra che è morta. E morirà definitivamente alle europee». Il pm della Dna scrive che Gigliotti sostiene di avere anche l'appoggio di alcuni dei consiglieri di Unicost al Csm: «Era già fatta. Poi è intervenuta una pressione sembra da Alpa. Prima su Donati poi su Benedetti. Ambiente universitario accademico vicino a Conte». Sirignano riflette che forse «Gigliotti è uomo neanche tanto dentro il Movimento». Rimugina: «È riuscito a farsi eleggere solo perché l'ho appoggiato io. Lui lo sa. Non sarebbe entrato […] Per questo ti dico che non sarebbe un danno per noi. Lui sa che la sua fortuna dipende da me. Ora se Ermini vince e tu sei il vero vincitore a me fa solo piacere. Ma se non vince Ermini o se dopo le cose cambiano abbiamo fatto una sciocchezza. I 5 stelle non sono strutturati e si poggiano su alcune persone». Sirignano continua: «Insomma se viene Forza Italia o un altro dei 5 stelle (cosa a oggi probabile) siamo fregati. Solo se vincono Ermini o Gigliotti siamo forti». Arriva la vigilia e Sirignano è sempre più pessimista: «Luca mi auguro che la scelta di affondare Gigliotti non porti a Benedetti». Il 27 il pm è quasi disperato: «Con Gigliotti avevamo 15 voti. Ora se Ermini non riesce abbiamo anche fatto fuori Gigliotti che pur essendo amico sa che non lo abbiamo appoggiato». I giochi, poco prima della votazione, paiono ancora apertissimi e alle 14.57, alla vigilia del voto, Sirignano fa l'ultimo tentativo: «Valutiamo se fare passi verso Gigliotti». Alla fine, grazie a Palamara, a vincere è Ermini.
(Arma dei Carabinieri)
Nella serata del 25 novembre i Carabinieri della Compagnia di Milano Duomo hanno arrestato per detenzione illecita di sostanze stupefacenti due bergamaschi, un palermitano e un soggetto di nazionalità spagnola, rispettivamente di 28, 32, 29 e 54 anni.
I militari dell'Arma, nel corso di un più ampio servizio di prevenzione generale organizzato per le vie di Milano, insospettiti da un autoarticolato con targa spagnola di dubbia provenienza, dopo una prima fase di monitoraggio fino alla provincia di Bergamo, hanno sorpreso i soggetti mentre scaricavano 10 borsoni dal mezzo, all’interno di un capannone.
Alla perquisizione, sono stati trovati 258 chilogrammi di hashish, suddivisi in panetti da 100 grammi ciascuno e termosigillati.
L’autoarticolato, sottoposto a sequestro, è risultato dotato di un doppio fondo utilizzato per nascone la droga.
Nel corso dei successivi accertamenti sviluppati nelle abitazioni degli indagati, sono stati rinvenuti in casa del 28enne altri 86 chili di hashish, termosigillati e nascosti all’interno di un congelatore oltre a materiale per il confezionamento, due pistole cariche con matricola abrasa, munizioni e materiale riconducibile ad altri reati tra cui t-shirt riportanti la scritta «Polizia», un paio di manette, una maschera per travestimento, il tutto ancora ancora al vaglio degli inquirenti. Per il 28enne è scattato l’arresto anche per detenzione abusiva di arma clandestina. Nell’abitazione del 29enne sono stati invece trovati altri 4 chilogrammi di droga, anche questi custoditi in un congelatore, suddivisi in panetti da 100 grammi ciascuno e termosigillati. Complessivamente, sono stati sequestrati circa 348 chilogrammi di hashish.
Su disposizione del Pubblico Ministero di turno presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Bergamo, i quattro sono stati portati nel carcere di San Vittore di Milano in attesa dell’udienza di convalida.
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Brian Hughes (Getty Images)
Nel riquadro Francesco Morcavallo (iStock)
(Ansa)
Il ministro degli Esteri: «Stiamo lavorando per riportare a casa lui e gli altri detenuti politici. L’altro giorno il nostro ambasciatore ha avuto la possibilità di incontrare Alberto Trentini e un altro italiano detenuto in Venezuela, e ha parlato con loro. Trentini è sì detenuto, ma è stato trovato in condizioni migliori rispetto all’ultima volta in cui era stato visto». Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, parlando dell’attivista trattenuto in Venezuela, a margine dell’assemblea di Noi Moderati in corso a Roma. «La famiglia è stata informata – ha aggiunto – e questo dimostra che stiamo seguendo la vicenda con la massima attenzione. Il ministero degli Esteri, come tutto il governo, se ne occupa con grande scrupolo. Stiamo lavorando per riportarlo a casa. Non è un’impresa facile: basta guardare la situazione internazionale».