2019-09-12
I Gretini fanno sul serio e colpiscono la Sardegna
True
Amici di Greta Thunberg, nemici del metano. Venerdì scorso gli attivisti italiani del Friday for future (Fff), movimento nato nel solco degli scioperi settimanali a sostegno del clima ideati dall'adolescente svedese, hanno espresso il proprio dissenso nei confronti del progetto di metanizzazione della Sardegna.E l'hanno fatto a modo loro, inondando i profili social della Regione e del ministero dell'Ambiente con lo stesso e identico messaggio: «Il metano è un progetto scaduto, solo le rinnovabili possono salvarci dal collasso climatico. Non rubateci il futuro. #metaNO». La protesta continuerà il 27 settembre (ovviamente un venerdì), giornata nella quale è stato indetto uno sciopero e cortei nelle principali città italiane.Tuttavia, per quanti abitano nell'isola l'annoso problema del metano non si può ridurre a una semplice disputa tra tifoserie. L'elevato costo dell'energia rispetto al "continente" si fa sentire e penalizza famiglie e imprese, rendendo ancora più gravoso l'ineluttabile fardello dell'insularità. Secondo i dati più recenti messi a disposizione dall'Osservatorio luce e gas di facile.it, la Sardegna è la regione d'Italia con il più elevato consumo (2.334 KWh) e la più alta spesa per nucleo (518 euro) per ciò che concerne l'energia elettrica. Altissimi i costi del gas, se si pensa che il Gpl per uso riscaldamento ha un prezzo di 250 euro/MWh, contro i 108 del gas naturale a uso civile e i 58 a uso industriale.Numeri che parlano da soli, e fanno comprendere quanto il progetto di metanizzazione dell'isola abbia rappresentato per tutti questi anni un importante traguardo da raggiungere. Facendo seguito agli annunci della precedente giunta di centrosinistra, l'arrivo del metano nell'isola entro il 2019 è stato confermato di recente anche dal presidente di Confindustria Sardegna Maurizio De Pascale.Snodo fondamentale del progetto, dopo una prima fase nella quale l'approvvigionamento sarà garantito dalla presenza di depositi costieri, la realizzazione della dorsale (600 chilometri di tubi) per il trasporto del gas nell'isola. Superato un primo scetticismo iniziale, il presidente Christian Solinas (in carica da marzo di quest'anno) ha dato l'assenso alla realizzazione dell'opera. L'obiettivo della giunta ora è quello di scongiurare tariffe più alte rispetto al continente, che l'Arera (l'autorità che si occupa di regolare il mercato dell'energia) ha ammesso di voler applicare allo scopo di rientrare dai costi della realizzazione dell'infrastruttura. Una mossa che di fatto azzererebbe i risparmi per le tasche dei cittadini sardi.Fortemente contrari sia i Cinque stelle regionali («Noi siamo per il no», ha dichiarato il candidato alle regionali Francesco Desogus) che quelli nazionali (l'ex ministro Danilo Toninelli ha definito il progetto «obsoleto e impattante sull'ambiente»), tanto che alla fine è dovuto intervenire Matteo Salvini: «In Sardegna hanno il problema del metano e i Cinque stelle hanno dei dubbi, ma l'Italia ha bisogno di nuove infrastrutture per portare energia». Del partito del "no", oltre ai "gretini", fanno parte anche gli altri ambientalisti. Secondo Luca Iacoboni, responsabile Campagna energia e clima di Greenpeace Italia, «il processo di metanizzazione della Sardegna è una follia che vincolerebbe l'isola a una fonte energetica inquinante e che non ha futuro».Concetto smentito da un'analisi costi benefici realizzata dalla prestigiosa società di consulenza in ambito energetico Pöyry e della quale la Verità ha potuto prendere visione. Secondo gli analisti non solo introdurre il metano (a patto però che si realizzi la dorsale) permetterebbe una riduzione della spesa energetica complessiva della Regione pari a circa 390 milioni di euro, ma anche una riduzione delle emissioni di CO2 fino a 432 kton/anno, con un risparmio in termini di "costo sociale del carbonio" fino a 23 milioni di euro annui. Senza contare le ricadute positive per l'economia e l'occupazione, dal momento che la l'isola diventerebbe un hub mediterraneo per l'utilizzo del gas liquido come combustibile alternativo per il trasporto marittimo. Ancora convinti che il metano in Sardegna non s'ha da fare?
L'ex amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel (Imagoeconomica)