2021-01-26
I governatori leghisti fanno muro con Fontana: «Roma cambi i criteri»
La Regione, già arancione, rinuncia alla sospensiva del Tar, ma il ricorso prosegue per trovare la verità sull'errata assegnazione della zona rossa. Flashmob al Pirellone contro la giunta. Presente anche Danilo ToninelliVisti gli ultimi clamorosi sviluppi della contesa tra la Regione Lombardia e Roma, è saltato il round che era previsto ieri al Tar: ma solo perché il match di pugilato è destinato a farsi ancora più lungo e duro. Come ha spiegato l'avvocato Federico Freni, legale della Regione, «è stata ottenuta la riclassificazione» da zona rossa a zona arancione, e dunque non c'è più «l'interesse alla misura cautelare». «Il nostro interesse adesso - ha aggiunto l'avvocato - è quello di accertare la verità dei fatti».È quanto aveva preannunciato a muso duro il governatore Attilio Fontana, prefigurando un ampliamento e un aggravamento del ricorso lombardo: «Sarà impugnato il verbale della cabina di regia, il verbale del Cts, l'ordinanza nella quale si afferma che c'è stata una rettifica dei dati della regione. È una cosa non vera». La nettezza dell'approccio dell'amministrazione lombarda è anche il modo più trasparente di rispondere all'operazione politica e mediatica volta a intorbidare le acque e a presentare proprio la Lombardia come responsabile di errori che, a suo avviso, non solo non ha commesso, ma che ha denunciato. Primo errore: l'attribuzione del rosso è avvenuta perché il calcolo dell'Rt, in prima battuta, considerava soltanto il cosiddetto Rt sintomi (quello legato al momento di insorgenza della sintomatologia) e non anche il cosiddetto Rt ospedalizzazioni (che era più basso). Secondo errore: nel computo sono state inserite persone che avrebbero dovuto essere considerate guarite, in considerazione del fatto che da metà ottobre lo stesso ministero aveva adottato criteri meno rigidi per accertare la guarigione (10 giorni senza sintomi e un solo tampone negativo anziché 21 giorni e due tamponi). Morale: alla Lombardia sono stati clamorosamente attribuiti molti più infetti di quelli reali. È stata la Lombardia a segnalare a Roma il doppio svarione e adesso - accusa il Pirellone - si tenta paradossalmente di trasformare proprio l'amministrazione lombarda nella responsabile del pasticcio compiuto da altri. Intanto, anche politicamente, è scattata la mobilitazione di altri governatori regionali: tutti i presidenti leghisti di Regione hanno chiesto una «revisione immediata delle procedure» che determinano la classificazione dei territori, mettendo nero su bianco anche un pesante rilievo critico verso il governo: «Non può a ogni problema esimersi dalle responsabilità e incolpare le Regioni». Così hanno scritto Massimiliano Fedriga (Friuli Venezia Giulia), Christian Solinas (Sardegna), Nino Spirlì (Calabria), Donatella Tesei (Umbria), Luca Zaia (Veneto), insieme allo stesso Attilio Fontana. A loro supporto si è espresso anche Matteo Salvini: «C'è stato un clamoroso e drammatico errore di calcolo sulla pelle dei cittadini fatto dal ministero della Salute. Speriamo che Speranza sia ministro ancora per poco. Di danni ne ha fatti abbastanza». Nel testo siglato dai governatori si legge tra l'altro: «Il sistema può avere conseguenze devastanti sulla vita delle persone e sull'economia, come nel caso della Lombardia, quindi è necessario il massimo rigore nell'analisi dei dati». E ancora: «Ci aspettiamo da Conte e Speranza un atto di realismo e maturità nei confronti dei cittadini e delle istituzioni». Conclusione: «Il clima di insulti non fa bene a nessuno. Ribadiamo la volontà di una leale collaborazione su tutti i temi, dai vaccini alle misure per contrastare la diffusione del virus ma ci aspettiamo dall'esecutivo lo stesso spirito e volontà per il bene del paese e di tutti i cittadini».Commentando l'iniziativa, Luca Zaia ha aggiunto: «Tutti i modelli hanno bisogno di un “tagliando". Come Veneto, siamo stati vittime di questo, siamo stati in testa al numero di contagi quotidiano, abbiamo chiesto per tre mesi di contare tutti i tamponi. Dovrebbe pesare di più il tema dell'ospedalizzazione». Il governatore veneto ha aggiunto: «Per confrontare comunità diverse serve la linearità dei dati, altre Regioni che hanno dati come noi fanno un decimo dei tamponi. Abbiamo uno studio che considera l'incidenza del virus sulla popolazione “non esposta", cioè che non è stata a contatto con contagiati, le forze di polizia, i cittadini che non hanno avuto casi, e questo ci darà la vera percentuale di incidenza del virus. Se fossi in cabina di regia, obbligherei tutte le Regioni a fare questa ricerca nella popolazione» Prevedibilmente polemico l'atteggiamento del governo, che insiste a negare e a proporre una versione opposta. Ecco la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa a Radio Rai: «Mi pare che sia chiarissimo come siano andate le cose. Se la Lombardia non si è accorta che quel campo andava compilato, se hanno ritenuto che non compilandolo andasse bene lo stesso, se poi si sono accorti che invece era importante e non hanno mai chiesto niente, io penso che sono domande che devono fare a loro stessi. Esistono delle cose in cui non c'è un margine di discrezionalità. In questo caso c'è chi ha sbagliato e chi ovviamente non c'entra nulla». In realtà, anziché dedicarsi a questo scaricabarile propagandistico, a Roma farebbero bene a correggere prontamente le procedure, gli algoritmi, e a risolvere anche la questione del famigerato modulo con campo da compilare o no, prima che altre Regioni siano vittime di danni analoghi. Intanto nel pomeriggio di ieri si è svolto un flashmob per chiedere le dimissioni di Fontana. Schierata la sinistra in tutte le sue sfumature di rosso: Pd, M5S, Italia Viva, con contorno di Acli, Arci, Sentinelli e Studenti Presenti. Si è presentato anche Danilo Toninelli, il che dà la misura di molte cose, tra cui il tentativo politico nazionale di strumentalizzare la vicenda.