2019-06-25
I Giochi invernali tornano in Italia. Pioggia di euro su Milano e Cortina
A Losanna battuta la candidatura Stoccolma-Are. Date previste: 6-22 febbraio 2026. Paga il gioco di squadra trasversale anche tra diverse istituzioni amministrative e sportive, in un'originale sintesi politico-territoriale.Scoppia il caso San Siro. Il presidente del Milan, Paolo Scaroni: «Stadio da demolire, in 3 anni faremo quello nuovo con l'Inter». Che conferma. Il sindaco di Milano, Beppe Sala: «Inaugureremo lì i Giochi: non si tocca nulla prima del 2026».Lo speciale contiene due articoli.Apparentemente è un notizia di cronaca, come vincere una gara, come salire su un podio; abbiamo battuto Stoccolma (quelli che ci avevano buttato fuori dallo spareggio per i Mondiali), l'Italia organizzerà le Olimpiadi invernali 2026, dopo aver arredato la sua sontuosa vetrina sull'asse lombardo-veneto, imbullonato nei cardini municipali di Milano-Cortina. Ma, ovviamente, c'è molto di più. In primo luogo perché è pur sempre una vittoria nazionale: sarà il nostro Paese, agli occhi del mondo, ad ospitare l'evento sportivo più atteso, sia pure dopo averlo agguantato con un colpo di reni, in una originale sintesi politico-territoriale. E poi perché, se non altro, va ricordato l'antefatto: Torino che si sgancia, Il sindaco Beppe Sala e il governatore Luca Zaia che tengono aperta la sfida, proprio quando molti già non ci credono più. Ma si sa: l'Italia dà il meglio di se quando parte sfavorita, e quando compete fuori dai suoi confini.La notizia della vittoria nella gara per l'assegnazione è arrivata ieri sera, alle 18.00 con puntualità svizzera, dalla sede del Cio di Losanna. La nostra candidatura ha battuto 47-34 la temibile concorrenza svedese del duo Stoccolma-Are, dopo la avventurosa rinuncia di Calgary (per effetto di un referendum consultivo in cui ha prevalso il No). Giancarlo Giorgetti ha vinto una posta virtuale: «Scommetto 100 euro», aveva detto alla vigilia, «che siamo a un passo dal successo». Ha avuto ragione. E c'è anche un corollario politico: si scompongono e si ricompongono le alleanze. Vince il fronte del Sì Pd-Lega, perde chi aveva puntato sul No: ovvero le due sindache a 5 stelle che, in momenti diversi, non hanno creduto alla sostenibilità dei grandi eventi sportivi per le loro città. I membri del Comitato olimpico internazionale hanno ritenuto più valido il dossier italiano presentato dal presidente del Coni Giovanni Malagò accompagnato in Svizzera proprio da Giorgetti (nel suo ruolo di sottosegretario con delega allo Sport). Per l'Italia è la terza Olimpiade invernale dopo Cortina D'Ampezzo nel 1956 e Torino nel 2006, e ci sono già date indicative in cui si svolgeranno questi Giochi olimpici tricolore: sono 6-22 febbraio 2026. È la prima volta - invece - che i Giochi invernali vengono assegnati a due città. La foto della vigilia vedeva il governatore lombardo Attilio Fontana, il sindaco di Milano Beppe Sala, Gianpietro Ghedina, sindaco di Cortina, e il presidente del Veneto, Luca Zaia, in uno splendido affaccio veneziano con le mani una sull'altra come i quattro moschettieri. Ma a Losanna ha pagato il gioco di squadra trasversale anche fra diverse istituzioni amministrative e sportive, e la gioia della delegazione italiana è deflagrata in maniera plateale al momento dell'assegnazione: con Malagó c'erano le tre atlete medagliate olimpiche Arianna Fontana, Sofia Goggia, Michela Moioli. Giacca cravatta e tute (azzurre), in una delegazione dove c'erano Alberto Tomba, Armin Zoeggeler, Manuela Di Centa, Diana Bianchedi, Aldo Montano, Antonio Rossi, Giuseppe Abbagnale (come presidente della federazione canottaggio), Alessandra Sensini (da vicepresidente Coni), Carlo Mornati (segretario generale del Coni) e il presidente del Comitato italiano paralimpico (Cip) Luca Pancalli. Un plotone di quintessenza azzurra e medagliata. Una curiosità: la Svezia non è mai riuscita a farsi assegnare dei Giochi invernali ma solo quelli estivi nel 1912. Siamo di nuovo sul tetto del mondo, con Cortina che suona le campane a festa, srotolando dalla sua torre più alta una bandiera tricolore lunga 30 metri. In piazza la folla ha intonato spontaneamente l'inno di Mameli e Novaro: «Stringiamoci a coorte». E, in questo caso, stringiamoci a Cortina. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/i-giochi-invernali-tornano-in-italia-pioggia-di-euro-su-milano-e-cortina-2638973144.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="ma-subito-scoppia-il-caso-san-siro" data-post-id="2638973144" data-published-at="1757771354" data-use-pagination="False"> Ma subito scoppia il caso San Siro Assegnate a Milano-Cortina le Olimpiadi invernali del 2016, si apre il fronte dello stadio di San Siro, sede della cerimonia di apertura. Da una parte Inter e Milan che vogliono un nuovo impianto, dall'altra il sindaco di Milano, Beppe Sala, che frena. Tutto è accaduto a Losanna, a poche ore dalla decisione del Cio. Dopo anni di tira e molla, le due squadre di Serie A del capoluogo lombardo avevano trovato un accordo per costruire un nuovo stadio. A confermarlo l'amministratore delegato nerazzurro Alessandro Antonello e il presidente rossonero Paolo Scaroni, entrambi nella città svizzera nella delegazione della candidatura di Milano-Cortina per i Giochi invernali 2026. Il numero uno del Milan targato Elliott non ha voluto rispondere alle domande sul ricorso della società al Tas, ma sul nuovo stadio è parso piuttosto loquace: «Facciamo un nuovo San Siro accanto al vecchio, nella stessa area della concessione. Il vecchio verrà buttato giù e al suo posto ci saranno nuove costruzioni», ha detto senza fornire però dettagli sulle tempistiche. Lo fate insieme? «Assolutamente», ha risposto Antonello ai cronisti. Si vocifera di un investimento da circa 600-700 milioni di euro, tre anni per la costruzione, 60.000 posti (oltre 20.000 in meno rispetto all'attuale impianto, per poter ospitare le finali delle competizioni secondo i dettami dell'Uefa), spazi commerciali e ingressi distinti per i due club. Il tutto vicino al vecchio stadio, anche per conservare il nome, cioè San Siro, il nome del quartiere. Inter e Milan sono decise a seguire l'ondata globale: negli ultimi dieci anni in tutto il mondo sono stati iniziati i lavori per 495 nuovi stadi, di cui 240 legati al calcio. Due grandi ragioni. La prima: gli esempi virtuosi, dalla Juventus al Barcellona, insegnano che un nuovo stadio, più moderno, fa lievitare gli incassi. La seconda: i costi per le infrastrutture rientrano tra le spese virtuose e per questo vengono esclusi dal bilancio che l'Uefa esamina alla lente del fair play finanziario. Ma subito il progetto compartecipato, una formula spuntata fuori dopo anni di confronti sullo stadio di proprietà, è stato rimbalzato dal sindaco Sala. «Dovessimo fare la cerimonia nel nuovo stadio sarebbe bello», ha osservato Scaroni dopo essersi intrattenuto con l'assessore allo Sport del Comune di Milano, Roberta Guaineri. Tuttavia, ecco arrivare, a distanza di pochi minuti dalle dichiarazioni di Antonello e Scaroni, la pietra tombale di Sala. «Il Comune è proprietario di San Siro», ha dichiarato: se Milan e Inter «decidono di fare uno stadio posso solo dire due cose. Ci vorrà tempo. E poi alla fine siamo padroni dello stadio. Nel dossier» di Milano-Cortina «abbiamo garantito che nel 2026 San Siro sarà ancora funzionante. Questa è la fine della storia», ha dichiarato Sala rinviando tutto al dopo 2026, perché «ora siamo nell'assoluta condizione di confermare che quella sarà la sede della cerimonia di apertura».
Vladimir Putin e Donald Trump (Ansa)