2022-01-16
I fan del governo devono ammettere che la riforma fiscale è una beffa
I contribuenti risparmieranno in media 30 euro al mese: nessun rilancio dei consumi.In questi giorni i giornaloni hanno scoperto l’acqua calda. Succede di frequente che presi da altro gli sfuggano alcuni fatti importanti per i cittadini. Giovedì scorso hanno infatti pubblicato - con ben quasi due mesi di ritardo rispetto a La Verità - dei dati che ci dicono una cosa semplice e disarmante: la riforma fiscale tanto strombazzata porterà nelle tasche degli italiani qualche decina di euro in più, cioè nulla, cioè una presa in giro, cioè miliardi di euro buttati.Quanto? Per un reddito di 15.000 euro il risparmio di Irpef del 2022 rispetto al 2021 sarà di 0 (zero) euro, per chi ne guadagna 18.000 (sempre lordi si intende) 60 euro l’anno, per chi ne guadagna 25.000 200 euro annui contro i 300 per chi ne guadagna 30.000, fino ai 770 per i più fortunati che di euro ne guadagnano 45.000 l’anno o i 920 l’anno per chi ne guadagna 50.000 per poi calare ai 570 per chi guadagna 60.000 euro fino ai 370 per chi ne guadagna 70.000. Dividete le cifre per 13 (tredicesima compresa) e vedete quanto fa al mese. Vi risparmiamo i calcoli: 0 per quelli dei 15.000, 4 euro per quelli dei 18.000 euro, 15 euro per quelli dei 25.000 euro, 24 per quelli dei 30.000 euro, circa 60 per quelli dei 45.000, 70 per quelli dei 50.000 (i più fortunati), 43 per quelli dei 60.000 euro, 28 per quelli dei 70.000 euro. Insomma siamo intorno a 30 euro di media, neanche la metà dei tanti vituperati 80 euro di Renzi. Roba da ridere perché le sacche lacrimali ormai sono a secco come le tasche degli italiani. Riforma fiscale comunque dispendiosa per le casse dello Stato, certamente inutile per la ripresa economica, letteralmente offensiva per i contribuenti, soprattutto i più deboli che, comunque, reggono i consumi di questo Paese e le entrate fiscali dello Stato, inefficace per qualsivoglia ripresa dei consumi e dei risparmi. A che serve, quindi? A una beata mazza. E dire che addirittura ci fu chi al governo, oltre a Draghi stesso, parlò di una riforma da paragonare alle due grandi riforme fiscali degli anni Cinquanta e Settanta. Ma mi faccia il piacere, avrebbe detto Totò.Tra l’altro, e solo per fare un esempio, dove sta la logica per la quale non si tolgono i 3.450 euro di Irpef che paga attualmente chi guadagna 15.000 euro lordi l’anno cioè neanche 800 euro netti al mese? Dov’è finito il principio costituzionale della progressività (articolo 53) per il quale chi guadagna meno deve pagare meno e chi guadagna di più deve pagare di più? Al diavolo è finito, come quelli di equità, proporzionalità, capacità contributiva e, più in generale, della giustizia sociale. Ma si può sperare o no che qualcuno un giorno capisca, e poi agisca di conseguenza, che l’unico modo di supportare un’economia in crisi come la nostra è quello di alleggerire il peso fiscale sui contribuenti? Lo sappiamo o no che gli oltre 100 miliardi di euro spesi dai governi Conte I e Conte II - una cifra enorme - non sono serviti a nulla perché erano tanti alla fonte ma ai destinatari sono arrivate le briciole, quando e se sono arrivate?E guardate che per aiutare i vari imprenditori occorre che qualcuno compri i loro prodotti e perché qualcuno compri questi prodotti occorre che nelle tasche del consumatore -soprattutto quello che appartiene ai ceti medio bassi - rimangano più soldi perché lo Stato comincia a prenderne di meno. Si parlò all’inizio del governo Draghi di debito buono -quello che serve a far ripartire l’economia - e di debito cattivo - quello che non ha effetti di ripartenza dell’economia. Ebbene il debito contratto con questa manovra finanziaria è debito cattivo. Non servirà a nulla.I soldi andavano concentrati per la stragrande maggioranza per calare le tasse sui lavoratori dipendenti o autonomi che fossero. Questo avrebbe alleggerito loro e consentito di mantenere un sufficiente se non forte andamento dei consumi. Niente. Sembra di parlare al muro che a questo punto -non so bene perché - mi dà più soddisfazione, almeno personalmente. Almeno non mi comincia a parlare delle cifre che il governo ha speso senza preoccuparsi di capire se sia servito a qualcosa o no. E questo è già un conforto, pensate voi come siamo messi. Degli effetti delle norme che adottano sembra non interessare un granché a nessuno. Sembra interessare maggiormente la smania di dichiarare che qualcosa è stato fatto. Forse pensano che così giustifichino i loro stipendi.
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