2021-08-27
I dolori della Cirinnà. «Che vitaccia senza la cameriera»
La paladina dei trans, «abbandonata» dalla colf, si sfoga sul «Corriere»: «Era anche strapagata». Poi chiede scusa L'anno prossimo, ritorno a Coccia di Morto. Spiaggia proletaria nel comune di Fiumicino, dove le mazzette di contante vengono fatte girare e non rischi di trovare 24.000 euro in bigliettoni da 500 nella cuccia del cane. E soprattutto, dove le colf non si annoiano e ti mollano nel bel mezzo delle vacanze estive costringendoti a fare tutti i lavori più umili, come Cenerentola. Al terzo giorno del mistero dei soldi trovati nella tenuta di Capalbio della senatrice Monica Cirinnà (Pd) e del marito Esterino Montino (Pd anch'egli), sindaco appunto di Fiumicino, succede l'inesplicabile. Per nulla provocata da un cronista del Corriere della sera, l'ex paladina dei cani randagi di Roma e ora grande attivista dei diritti Lgbt+, sbotta manco fosse Mariangela Melato sull'isola con Giancarlo Giannini in Travolti da un insolito destino nell'azzurro male d'agosto. E rivela: «Nei pochi giorni di ferie sto facendo tutto io [...] perché la nostra cameriera, strapagata e messa in regola, ci ha lasciato da un momento all'altro». Ma perché? Perché lo deve raccontare agl'italiani? Si deve forse tutti compatire la compagna senatrice democratica Cirinnà, mollata dalla colf a tradimento? O dobbiamo batterle le mani perché mette in regola il personale di servizio; anche se quello, ingrato, poi se ne va a Ferragosto? Oppure è un messaggio per i carabinieri di Orbetello che indagano sul bustone con i bigliettoni? La soluzione del giallo dell'estate è nella doppia vita di una governante? Ma come, non sono di qualche «spacciatore», come aveva ipotizzato la coppia in un primo momento? Oppure i soldi fanno parte del malloppo di un recente furto nella casa di un vicino, come aveva adombrato il Montino? Ipotesi, quest'ultima, che se confermata aprirebbe anche un angoscioso interrogativo su che razza di gente abiti ormai nelle ville della ex Piccola Atene della sinistra italiana. Sia come sia, lo sfogo non richiesto della Cirinnà (che poi ha corretto il tiro su Twitter: «Mi scuso per le errate usate in questo momento difficile») merita veramente di finire nel catalogo delle migliori autoreti dem. Eccolo, dalle colonne del Corriere: «Ero già nei pasticci di mio, nelle ultime settimane. Nei pochi giorni di ferie, cinque per la precisione, sto facendo la lavandaia, l'ortolana, la cuoca». I vertici del Partito comunista cinese sarebbero fieri di una simile rappresentante del popolo, capace di restare una lavoratrice operosa e umile anche nelle meritate vacanze. Invece siamo in Maremma, in una vasta magione dove sono piantati ulivi e vigneti a perdita d'occhio, e la mattina, se vai in spiaggia, puoi incontrare cervelloni come Giuliano Amato, Alberto Asor Rosa e perfino Nicola Zingaretti. Invece la compagna Cirinnà è furiosa perché «la nostra cameriera, strapagata e messa in regola con tutti i contributi Inps, ci ha lasciati da un momento all'altro». «E volete sapere il motivo?», si chiede la senatrice, «Mi ha telefonato un pomeriggio e mi ha detto di punto in bianco: “Me ne vado perché mi annoio a stare da sola col cane"». Eh già, sciocchina, non sapeva che a casa Montino-Cirinnà anche il cane è impaccato di soldi.In ogni caso, che meraviglia ascoltare una colonna del Pd romano, tutta Testaccio e Gazometro, lamentarsi come una sciura in vacanza a Cortina per la colf che la molla a tradimento. E che notizia, scoprire che era in regola, quando dovrebbe essere la norma, specialmente alla corte della Sinistra più illuminata. E che eleganza, farci sapere che l'ingrata era anche «strapagata». A una compagna che si concede questi numeri con un giornalista salito in villa per aiutarla (attacco slurp del reportaggio: «Il sottobosco complottista ha trovato il suo giallo dell'estate»), non basterebbe un compagno segretario alla Xi Jinping. Le ci vorrebbe direttamente Kim Jong-un che la manda sì a fare le conserve di pomodoro, ma in una fabbrica coreana.In ogni caso, questa storia supera perfino quella ex colf di Laura Boldrini, altra madonnina laica del politicamente corretto e dei diritti dei lavoratori (altrui). A fine marzo, sul Fatto Quotidiano, comparve infatti lo sfogo di una donna che aveva lavorato per anni al servizio dell'ex presidente della Camera e si era dovuta licenziare perché questa le aveva chiesto di lavorare «meno ore e in più anche al sabato». Il che, per una pendolare, era impossibile. Boldrinova rispose: «Da anni sono oggetto di campagne d'odio».E vabbè. Sono brutte queste «campagne d'odio». Meno male che la vita, a parte l'ingratitudine delle cameriere, a volte riserva anche delle gioie. Sempre dal Corriere, apprendiamo che alla Cirinnà è arrivata la telefonata di solidarietà di Goffredo Bettini, ras del Pd romano che i giornaloni amano intervistare come presunto stratega del segretario nazionale di turno. E poi volete sapere perché dalla casa padronale dei nostri cari possidenti non si vede il capanno del cane, dove sono spuntate le banconote? Perché in mezzo ci sono vitigni di Merlot e Sauvignon, «e tutto il biologico che uno potrebbe aspettarsi dalla campagna capalbiese». E poi i capanni con gli attrezzi degli operai. Contrordine, compagni: Coccia di Morto può attendere.