2020-04-07
Attilieni: «I bambini meritano scarpe fatte su misura»
L'art director di Lelli Kelly, marchio creato dal padre Attilio e dalla madre Mariella: «Il mercato soffre perché tanti comprano prodotti di bassa qualità. Ma è un errore: servono modelli studiati nei dettagli per accompagnare la crescita dei più piccoli».All'ultima edizione di Micam, Lelly Kelly, il noto brand di scarpe per bambine, si è aggiudicata il primo premio per lo stand più creativo. La giuria ha valutato l'attrattività, la cura dei dettagli, la resa su Instagram e il progetto tra più di 1.200 stand presenti in fiera nel padiglione dedicato alla moda per i bambini. «Siamo estremamente soddisfatti per aver ricevuto questo importante riconoscimento», afferma Leonardo Attilieni, art director e responsabile del settore digitale di Lelli Kelly, «che è frutto del grande lavoro che il gruppo da sempre porta avanti dal punto di vista dell'immagine e dell'estetica».Quando inizia l'avventura di Lelli Kelly? «Il marchio nasce nel 1992 in Toscana a seguito di un'intuizione di mio padre Attilio Attilieni, presidente e fondatore di Lelli Kelly, che ha ideato un modo del tutto inedito di comunicare alle bambine, sempre attuale ed efficace a distanza di quasi 30 anni».La vostra azienda ha sempre prodotto scarpe? «Sì. Nello specifico siamo sempre stati proiettati sulla calzatura da bambino, da lì il focus ulteriore sulle scarpe da bambina 4/10 anni. L'idea alla base del nostro modello di business è quella di segmentare il più possibile il mercato, in modo da specializzarci e presidiarlo. “Pensate per bambine" è lo slogan che descrive al meglio la filosofia di Lelli Kelly».Qual è la storia della vostra industria? «Affonda le sue radici all'interno del settore calzaturiero italiano degli anni Sessanta, quando l'Italia esportava decine di milioni di paia di scarpe nel mondo. All'inizio si trattava di semplice fabbricazione industriale, come per la maggior parte delle altre migliaia di aziende attive sul territorio nazionale, poi noi ci siamo evoluti sviluppando il più ampio concetto di marchio, mossi dall'idea di creare le tendenze di mercato anziché subirle».Chi disegna i prodotti? «Da sempre mia madre Mariella, che ha concepito l'inimitabile estetica di Lelli Kelly, la quale ha reso il marchio celebre e immediatamente riconoscibile a livello internazionale. Si tratta a tutti gli effetti di un'impresa a gestione familiare che dall'Italia si è sviluppata nel mondo».Come va il mercato delle calzature per bambini? «È in sofferenza sia a causa del cambio dei modelli di consumo degli ultimi anni sia di una sempre maggiore mancanza di interesse da parte del consumatore per la qualità, che invece per Lelli Kelly rappresenta un dato fondamentale al pari di design ed estetica. L'iter produttivo che porta alla realizzazione delle nostre calzature viene portato avanti in maniera accorta e scrupolosa: tutti gli elementi e i materiali sono opportunamente selezionati e in seguito testati, al fine di rispettare i più alti standard qualitativi internazionali. Invece l'esasperata ricerca del prezzo basso o di calzature non realizzate a misura di bambina può portare ad acquistare prodotti di qualità non idonea. Al contrario noi suggeriamo di scegliere con cura e attenzione le scarpe per i più piccoli, visto che rappresentano un elemento essenziale nella delicata fase di crescita e sviluppo».Quali sono i vostri canali di vendita?«A livello internazionale, con presenza prioritaria nei punti vendita più prestigiosi al mondo come Harrods e Selfridges».È molto importante il tipo di comunicazione che scegliete? «Sì, è fondamentale. Si tratta di una comunicazione pensata dal punto di vista delle bambine, alle quali proponiamo non una semplice scarpa ma un mondo meraviglioso, all'insegna di gioia, divertimento e magia».Puntate anche sull'online? «Sì, ma continuiamo a ritenere prioritaria l'esperienza di acquisto in negozio».Quali sono i Paesi di maggiore espansione? «Regno Unito e Stati Uniti».Dove avviene la produzione? «In varie aree del mondo a seconda del prodotto. Ad esempio la collezione sandali è focalizzata sul made in Italy».Quanti dipendenti avete? «Oltre 50».Fatturato? Come è diviso tra Italia e estero? «Si tratta di un giro d'affari che varia tra i 50 e 60 milioni di euro all'anno, di cui il 40% circa in Italia».Cosa c'è nel futuro di Lelli Kelly? «Stiamo lavorando allo sviluppo dei mercati asiatici (Cina e Giappone su tutti) e cercando di implementare ancora di più la presenza negli Usa, oltre a consolidare i nostri mercati principali come Italia e Gran Bretagna».L'economia, dopo questo stop totale causato dal coronavirus, come riuscirà a risollevarsi? Quale potrebbe essere un suo suggerimento?«Può apparire strano, o difficile a credersi, ma la realtà è che poche settimane di chiusura hanno distrutto un tessuto economico creato nel corso di 60 anni. Le misure di restrizione provocheranno, dal punto di vista economico, il completo e definitivo smantellamento del commercio al dettaglio in Italia, con il conseguente fallimento di migliaia di aziende e l'impoverimento di milioni di operatori. Non tutti sono a conoscenza del fatto che la filiera della moda, nello specifico le calzature e l'abbigliamento, è stagionale e il momento più importante delle vendite dell'intero anno risiede nelle due settimane che precedono la Pasqua. Nessun provvedimento del governo potrà mai far recuperare le vendite perse nel momento clou e in un settore già in difficoltà. È necessario però almeno provare a tenere a galla questa importantissima filiera con sostegni economici immediati e concreti, che permettano agli operatori di recuperare subito speranza e credito, nel tentativo di arrivare almeno a fine agosto, quando inizierà un nuovo periodo stagionale di vendite».
Attività all'aria aperta in Val di Fassa (Gaia Panozzo)
Gabriele D'Annunzio (Getty Images)
Lo spettacolo Gabriele d’Annunzio, una vita inimitabile, con Edoardo Sylos Labini e le musiche di Sergio Colicchio, ha debuttato su RaiPlay il 10 settembre e approda su RaiTre il 12, ripercorrendo le tappe della vita del Vate, tra arte, politica e passioni.
Il ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida (Ansa)