2021-05-12
Hamas alza il tiro contro Israele. La Casa Bianca tentenna
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Ansa
Nella notte tra martedì e mercoledì, razzi palestinesi sono stati lanciati contro la città di Tel Aviv. Gli israeliani, dal canto loro, hanno finora colpito 500 target nella Striscia di Gaza.
Nella notte tra martedì e mercoledì, razzi palestinesi sono stati lanciati contro la città di Tel Aviv. Gli israeliani, dal canto loro, hanno finora colpito 500 target nella Striscia di Gaza.Nella giornata di martedì, sono morte due donne israeliane nella città di Ascalona, mentre una terza donna ha perso la vita a Rishon LeZion. Un missile anticarro ha inoltre colpito una jeep israeliana stamane, uccidendo una persona e ferendone gravemente due. Tutto questo, mentre un totale di almeno nove persone risultano al momento ricoverate in gravi condizioni in tutto il Paese. Secondo i funzionari sanitari dell'Autorità palestinese, sono invece quarantatré i palestinesi rimasti uccisi dall'inizio delle ostilità. Di poco fa inoltre la notizia di due palestinesi che hanno perso la vita nel corso di scontri separati, avvenuti in Cisgiordania.Le forze di difesa israeliane hanno comunicato che circa 1.050 razzi sarebbero stati lanciati da lunedì scorso: secondo il loro portavoce, Hidai Zilberman, l'85% di essi sarebbe comunque stato intercettato dal sistema di difesa Iron Dome. Stando a quanto riportato dal Times of Israel, l'aeronautica militare israeliana ha effettuato una serie di attacchi aerei all'alba di oggi sulla Striscia di Gaza, "distruggendo dozzine di installazioni di polizia e di sicurezza". Sempre stamattina il ministro di Pubblica sicurezza israeliano, Amir Ohana, ha proclamato lo stato di emergenza nella città di Lod, dove si è verificato un significativo dispiegamento delle forze di polizia: ricordiamo che, nella giornata di ieri, questo centro urbano fosse stato protagonista di duri episodi di rivolta. Hamas ha intanto riferito, secondo Reuters, che due dei suoi comandanti locali sono stati uccisi in un attacco aereo contro un'abitazione a Gaza. Stando a quanto riferito dal Times of Israel, attualmente le sirene continuano a suonare in vari centri urbani posti al confine con la stessa Striscia di Gaza. Ricordiamo che eventi così gravi non si verificavano dagli scontri del 2014 (scontri che durarono sette settimane). Mentre la situazione continua a surriscaldarsi, Washington non sembra ancora avere una linea chiara da seguire. Nella notte di martedì, il segretario di Stato americano, Antony Blinken, ha avuto una conversazione telefonica con il ministro degli Esteri israeliano, Gabi Ashkenazi. Nell'occasione, il capo di Foggy Bottom "ha espresso le sue preoccupazioni per gli attacchi missilistici contro Israele e le sue condoglianze per le vite perse di conseguenza", ma – oltre alle condanne delle violenze e alle preoccupazioni sottolineate già nei giorni scorsi – dalla Casa Bianca non sono ancora arrivati segnali troppo chiari. Il Rappresentante permanente di Israele alle Nazioni Unite, Gilad Erdan, ha criticato lunedì pomeriggio il Dipartimento di Stato americano. "È impossibile inserire nello stesso messaggio dichiarazioni di leader israeliani che invitano alla calma accanto a istigatori e organizzazioni terroristiche che lanciano missili e razzi", ha dichiarato su Twitter. Nelle scorse ore, il direttore comunicazione della presidenza turca, Fahrettin Altun, ha invece attaccato aspramente Washington, accusandola di spalleggiare Israele. La spiegazione dell'ambiguità americana affonda probabilmente le sue radici in due principali motivazioni: una di strategia internazionale e una di politica interna.Dal punto di vista della strategia internazionale, l'amministrazione di Joe Biden ha sconfessato la linea di Donald Trump, aprendo all'Iran, raffreddando i rapporti con l'Arabia Saudita e isolando Israele. Davanti all'escalation in atto, il presidente americano si trova quindi preso in un dilemma che rischia di inficiare i suoi obiettivi nello scacchiere mediorientale. Senza poi considerare che, dopo i duri pronunciamenti di ieri da parte della Lega Araba, anche gli accordi di Abramo sembrano adesso seriamente a rischio. In secondo luogo, si riscontra anche un problema di politica interna. Il Partito democratico americano è infatti più diviso che mai su quanto sta accadendo in Israele. La Speaker della Camera, Nancy Pelosi, ha condannato ieri Hamas, sostenendo che lo Stato ebraico abbia il diritto di difendere sé stesso. Una linea platealmente sconfessata dalle deputate Alexandria Ocasio-Cortez e Ilhan Omar che, rappresentanti delle correnti più a sinistra, si sono invece schierate con i palestinesi. E' quindi possibile ritenere che l'immobilismo di Biden sia dettato (anche) dalla volontà di non infrangere i delicati equilibri presenti nel suo partito. Il conflitto israeliano-palestinese sta intanto toccando significativi vertici di tensione, mentre il Medio Oriente tutto rischia di tornare ben presto a rivelarsi una polveriera.
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