2025-10-03
Hamas circondata. Il tempo stringe
Il gruppo estremista si spacca sulla proposta di Donald Trump, coi falchi contrari alla resa. Per i miliziani, inoltre, radunare e consegnare gli ostaggi in pochi giorni è impossibile.Fiato sospeso in Medio Oriente. Almeno fino a ieri sera, Hamas continuava infatti a tergiversare sull’eventuale ok al piano di pace per Gaza, proposto da Donald Trump. È d’altronde probabile che l’organizzazione terroristica sia internamente spaccata. Secondo la Bbc, l’ala militare del gruppo non sarebbe d’accordo con il progetto elaborato dalla Casa Bianca. Stando invece all’agenzia di stampa palestinese Ma’an News, Hamas, che ha frattanto rivendicato un recente lancio di razzi contro Ashdod, avrebbe fatto sapere ai mediatori di essere in difficoltà a restituire gli ostaggi entro 72 ore, sostenendo di non essere in grado di comunicare con i carcerieri «a causa dell’intensità delle operazioni israeliane a Gaza».Nel frattempo, il Times of Israel riferiva che il gruppo terroristico potrebbe alla fine dare semaforo verde al piano di Trump, pur chiedendo di apportare alcune modifiche. L’ok, stando alla medesima testata, sarebbe potuto arrivare già nella serata di ieri, sebbene, nel momento in cui La Verità andava in stampa, non ci fossero ancora aggiornamenti al riguardo. Dall’altra parte, la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, ha fatto sapere che il presidente americano traccerà una «linea rossa» in riferimento al tempo da concedere all’organizzazione terroristica palestinese per accettare il piano. «Il presidente ha detto chiaramente che vuole avere loro notizie al più presto», ha anche affermato. Tutto questo, mentre, sempre ieri, il New York Times riferiva che molti abitanti della Striscia auspicherebbero che Hamas acconsenta all’approvazione del progetto statunitense: progetto che, ricordiamolo, prevede l’estromissione del gruppo islamista dal potere a Gaza, concedendo al contempo un’amnistia a quei suoi membri che decidano di sottoporsi a un disarmo volontario.L’obiettivo della Casa Bianca è, insomma, quello di mettere sotto pressione l’organizzazione terroristica per spingerla ad accettare rapidamente il piano di pace. Per Trump, si tratta di una priorità: il presidente americano punta infatti a impedire un deragliamento dei rapporti tra Gerusalemme e il mondo arabo, per salvaguardare la logica di quegli Accordi di Abramo che spera di rilanciare. Washington vuole volgere innanzitutto la sua attenzione alla ricostruzione di Gaza e, in secondo luogo, a una ristrutturazione degli equilibri di potere nello scacchiere mediorientale. È anche in questo senso che, lunedì scorso, Trump ha aperto alla possibilità che l’Iran possa prima o poi essere inserito nel sistema dei patti di Abramo. In tutto questo, proprio ieri, l’Egitto ha fatto sapere che il suo governo stava lavorando per convincere Hamas ad accettare il piano della Casa Bianca. «Ci incontreremo con loro», ha dichiarato il ministro degli Esteri egiziano, Badr Abdelatty, per poi aggiungere: «Ci stiamo coordinando con i nostri fratelli in Qatar e anche con i nostri colleghi in Turchia, per convincere Hamas a rispondere positivamente a questo piano».Frattanto, Doha e Ankara hanno criticato Israele per aver intercettato la Global Sumud Flotilla, fermandone gli equipaggi. «Lo Stato del Qatar condanna fermamente l’intercettazione da parte delle forze di occupazione israeliane della Global Sumud Flotilla», ha dichiarato il ministero degli Esteri di Doha, per poi sottolineare «la necessità di garantire la sicurezza di tutti i partecipanti a bordo della Flottiglia, chiedendone l’immediato rilascio». «L’attacco delle forze israeliane in acque internazionali contro la flottiglia Global Sumud, che era in viaggio per consegnare aiuti umanitari alla popolazione di Gaza, è un atto di terrorismo che costituisce la più grave violazione del diritto internazionale e mette in pericolo la vita di civili innocenti», aveva affermato, l’altro ieri, il ministero degli Esteri di Ankara. È interessante notare come Qatar e Turchia siano storicamente piuttosto vicini alla Fratellanza musulmana. «La provocazione della Hamas-Sumud è finita. Nessuno degli yacht della provocazione Hamas-Sumud è riuscito nel suo tentativo di entrare in una zona di combattimento attiva o di violare il legittimo blocco navale», ha affermato, dal canto suo, il dicastero degli Esteri israeliano. «Tutti i passeggeri sono sani e salvi. Stanno viaggiando sani e salvi verso Israele, da dove saranno espulsi in Europa», ha aggiunto.