2023-05-21
Dopo aver fatto la guerra ai balneari il Pd ora frigna per i danni al turismo
Il mare s’è mangiato 60 chilometri di spiaggia. Si lavora per poter avviare la stagione.Il mito del bagnino della Riviera romagnola che con le sue prestazioni a vantaggio delle valchirie ha unito ben prima di Bruxelles l’Europa rischia di annegare in un mare color caffellatte che s’è mangiato quasi 60 chilometri di spiaggia. E ha l’Europa contro; in forza della Bolkestein vuole portargli via l’azienda oggi assediata da fango e detriti. I titolari dei lidi non vogliono dirlo perché hanno paura che la macchina turistica s’inceppi. Oltre mezzo milione di romagnoli campa di quello, ma vista in questi giorni da Porto Corsini a Bellaria la linea di costa sembra una palude di 60 chilometri da cui spuntano però già gli ombrelloni. A Rimini, Riccione e Cattolica, gli altri trenta chilometri della holliday valley, va un po’ meglio, ma c’è da fare i conti con l’allerta meteo che resta immanente. Hanno spostato l’apertura ufficiale della stagione al 2 giugno. Giosuè Salomone, presidente dell’associazione di albergatori Riviera sicura di Rimini sostiene: «Rimini, come quasi tutti i Comuni della Riviera, è tornato quasi alla normalità nell’arco di 24 ore. Tutti gli hotel, i ristoranti e i negozi sono aperti e gli stabilimenti balneari sono già tornati ad allestire le spiagge». La pensa in modo diverso Diego Casadei che è a capo della cooperativa dei bagnini di Riccione: «La spiaggia è stata sconvolta, dobbiamo aspettare che il tempo torni alla normalità per sapere quanto lavoro ci vuole e quanti danni ci sono stati».L’assessore regionale al Turismo Andrea Corsini annuncia che arriverà anche il ministro Daniela Santanchè sabato perché Regione, ministero ed Enit presenteranno due campagne straordinarie - una in Italia e una in Germania - per dire ai turisti: venite, venite. Chissà se Corsini invita anche l’ex sindaco di Rimini, ora deputato del Pd, Andrea Gnassi che ritiene che Open to Meraviglia, promossa dalla ministra, sia «come buttare soldi nel bidet.» In queste ore il Pd è molto impegnato a tentare di rifarsi una verginità con i balneari. Difficile che chi sta spalando il fango, chi sta investendo ancora decine e decine di migliaia di euro sia soddisfatto da farlo su concessioni che a fine anno per rispondere all’Europa saranno cancellate. Così resta in stallo il piano spiaggia di Rimini e la Regione si barcamena tra le posizioni di Elly Schlein fedelissima ai diktat di Ursula von der Leyen e il naufragio del territorio. Se si intacca il turismo da queste parti il guaio è serissimo. Lo dicono i numeri: 1.063 stabilimenti balneari il 10% del totale nazionale, 1.800 alberghi (a Rimini negli ultimi anni hanno chiuso in 500 che non hanno retto al Covid) oltre 35.000 ristoranti. Senza contare le discoteche, i bar, le sale giochi: l’occupazione diretta è stimata in 250.000 addetti, ma i beneficiari del turismo vanno moltiplicati quasi per quattro. Il fatturato solo per quel che riguarda Rimini è 1,4 miliardi e Rimini è per Pil pro capite turistico la seconda più ricca d’Italia: 13.740 euro a testa all’anno, ma Ravenna ne fa quasi 7.000 e Cervia oltre 6.000. Le presenze sono una marea: 38,7 milioni per quasi 7 milioni di arrivi e metà sono stranieri. Logico che qui si cerchi di riparare in fretta i danni, gli ombrelloni dovrebbero essere già aperti. Ma se si percorre la Romea, la strada litoranea, la conta dei danni è impressionante. Soprattutto in provincia di Ravenna e di Forli-Cesena. A Milano Marittima, che è la meta del turismo Vip insieme a Riccione lungo la Riviera, la spiaggia è stata divorata. Lungo il litorale del Savio la piena s’è portata via 700 mila metri cubi di sabbia, a misurarli in Tir sarebbero 5mila. A Cervia sono state allagate anche le saline, si teme che la produzione per quest’anno vada perduta, la sabbia è sparita per almeno cinque metri di profondità e per dieci chilometri di lunghezza. A Cesenatico il porto canale di Leonardo da Vinci ha retto, ma gli stabilimenti balneari sono danneggiati e soprattutto la spiaggia è invasa da tonnellate di detriti. A Valleverde la spiaggia è sparita del tutto, si calcola che nel tratto da Cesenatico a Bellaria la linea di arenile si arretrata di almeno 15 metri. E non ci sono solo i bagni da riparare, anche i porti turistici sono stati devastati. A Gatteo Mare le barche che erano all’ormeggio sono state portate via dalla piena, a Bellaria diverse sono affondate. Ma la macchina turistica si sta rimettendo in moto. Chiederanno a chi arriva un sacrificio, gli ombrelloni saranno un po’ più stretti: 9 metri di distanza invece dei 10 come da ordinanza. E per molti gestori questa potrebbe essere l’ultima stagione.
Il Gran Premio d'Italia di Formula 1 a Monza il 3 settembre 1950 (Getty Images)
Elbano De Nuccio, presidente dei commercialisti (Imagoeconomica)
Pier Silvio Berlusconi (Ansa)