2021-12-13
Grazie al Wto la Cina ora comanda
Vent’anni fa Pechino entrava nel commercio mondiale. Da allora detta legge mentre l’Occidente ha perso milioni di posti di lavoro. E l’Europa? La brutta addormentata.L’11 dicembre 2001 la Cina ebbe accesso definitivo al commercio mondiale ed entrò nell’Organizzazione mondiale del commercio (la Wto). Lo volle Bill Clinton e si accodò l’Europa. Per la Cina non si vedono svantaggi. Per noi europei e italiani le cose non sono andate poi così bene. Anzi, per tanti versi, sono andate proprio male. E continuano ad andare così. Partiamo dai dati. Nel 2001 il Pil della Cina ammontava a 1.339 miliardi, quest’anno lo stesso Pil supererà i 15.000 miliardi. Un affare vero e proprio che oggi pone problemi a tutti, ma proprio tutti perché tutti hanno a che fare con i cinesi. Tutti commerciano con loro, importano quello che costa meno (perché da loro a tutt’oggi dei diritti dei lavoratori se ne fottono bellamente) ed esportano prodotti che per loro - ad oggi - sono troppo complessi da produrre. Vedi tutti i prodotti made in Italy. Tra l’altro, tra le regole del Wto c’è anche quella che per essere ammessi e restare nell’organizzazione debbono essere rispettati, nel Paese aderente, i diritti delle persone, a partire da quelli dei lavoratori. Non c’hanno neanche provato.Un altro problema enorme sul quale si è fatto poco nulla è quello della contraffazione dei prodotti. Rimane storico quello che accadde a Lumezzane, un Comune del Bresciano, dove da molto tempo sono i maghi dell’idraulica con particolare specializzazione nel settore delle docce e degli snodi per esse. Ebbene quei produttori si trovarono sul mercato prodotti simili, se non uguali a loro a un prezzo molto inferiori perché provenienti dalla Cina. Molti di loro andarono a finire sul lastrico, furono sollecitati interventi del governo italiano e della Wto, ma ci vollero tempi biblici per fare qualcosa. Nel frattempo molti andarono a rotoli. Risarcimenti zero.Certo, per la Cina, queste esportazioni galoppanti (negli Usa da 100 del 2001 a 540 miliardi di dollari del 2018, in Europa dagli 80 del 2001 ai 383 miliardi del 2020) hanno portato frutti positivi anche da un punto di vista sociale essendo la povertà notevolmente diminuita in quel Paese, strappando a condizioni di indigenza assoluta centinaia di milioni di esseri umani. Tutto bene, se non fosse stato a scapito degli altri. Tant’è vero - come ricorderete - che Donald Trump vinse le elezioni negli Usa puntando proprio, nelle regioni del Nord, quelle della cosiddetta cintura della ruggine (industrie dell’acciaio) proprio perché molte di quelle fabbriche erano fallite a causa di una caduta rovinosa delle vendite dovuta all’acquisto da parte degli americani stessi di prodotti cinesi illegali (per il mancato rispetto delle regole del lavoro e del commercio internazionale) a scapito dei prodotti americani. Da quando la Cina è entrata nella Wto gli Stati uniti hanno perso, fino al 2017, 3,4 milioni di posti di lavoro. Questo li ha indeboliti anche politicamente. Senza la potenza economica è difficile mantenere quella militare e internazionale in generale. Facile produrre acciaio a minori costi con le industrie cinesi sovvenzionate dallo Stato contro ogni regola della concorrenza.Tant’è vero che all’ultima Cop26, quella che raduna tutti i Paesi del mondo per gli accordi sul clima la Cina non si è neanche presentata e ha annunciato, insieme all’India, che nei prossimi anni costruiranno 100, avete letto bene, 100 nuove centrali a carbone che comunque uno la pensi sul riscaldamento globale sono quelle che producono la maggior parte dell’anidride carbonica che ad oggi non è indicata per il benessere di bronchi e polmoni in nessun reparto di pneumologia, salvo forse quelli di Wuhan da dove è partito il Covid-19. E l’Europa? Non pervenuta. La brutta addormentata nel bosco europea, mentre la Cina sta praticamente colonizzando l’Africa, secondo scadenze regolari, annuncia piani di cooperazione del continente ormai per larga parte in mano ai cinesi. In sintesi, un disastro.