2022-10-02
Moretti Polegato: «Grazie a tecnologia e stile Geox ha fatto trionfare la filosofia super comfort»
Il fondatore del marchio: «Nell’ultimo semestre siamo cresciuti del 30%. I clienti fanno nuove richieste e noi siamo artefici di questo cambiamento». «Molti ci guardano con particolare attenzione per il livello di crescita nonostante il momento impegnativo. Dopo l’epidemia siamo cresciuti a due cifre e abbiamo presentato l’ultima semestrale con un +30%». Lo racconta alla Verità Mario Moretti Polegato, fondatore e presidente di Geox, uno dei marchi leader nell’international branded casual footwear market, attualmente protetto da 55 diversi brevetti e da 11 domande di brevetto più recenti.Qual è il segreto?«L’aver completato l’immagine dei nostri prodotti, che sono stile italiano con una tecnologia che ne migliora l’uso: una scarpa che respira. E poi abbiamo introdotto il concetto del super comfort, molto richiesto oggi dal mercato mondiale».Cosa si intende per super comfort?«La sensazione è quella di camminare a piedi nudi su un cuscino ma indossando le scarpe. In più c’è la leggerezza. È il frutto di una ricerca a 360 gradi, dato che dobbiamo disegnare collezioni per il consumatore moderno e che soddisfino tutti dall’America all’Europa. Il mondo è cambiato nelle sue richieste e noi siamo artefici di questo cambiamento».L'aumento del costo dell’energia e delle materie prime quanto incide?«Parlando di energia, abbiamo mitigato con i nostri impianti a energia solare, fatti in tempi non sospetti. Abbiamo cercato isolamenti particolari che non sono sufficienti al 100% ma danno un contributo importante. Speriamo che il conflitto trovi presto una soluzione. Mai abbandonare l’ottimismo che l’imprenditore e la squadra devono avere. Stiamo già disegnando le scarpe per l’inverno del prossimo anno».La vostra strategia aziendale punta da sempre all’internazionalizzazione. Quali sono le percentuali di vendita?«Realizziamo il 30% in Italia e il 70% all’estero. I mercati di riferimento, dopo l’Italia, sono la Francia, la Spagna e la Germania. Siamo un brand sostanzialmente localizzato in Italia e in Europa mentre per quanto riguarda Nord America e Asia siamo ancora in una fase di sviluppo».E la Russia?«Incideva sul fatturato dell’8%. Facevamo business per oltre il 70% con partner terzi. Con la Russia, di fatto, abbiamo sospeso gli investimenti. Siamo pronti a ogni evenienza, anche a uscire dal Paese se necessario. Sapremo assorbire l’eventuale perdita perché stiamo crescendo nei nostri mercati principali. Ci stiamo sempre più consolidando nella linea premium quindi abbiamo chiuso negozi in strade meno centrali e abbiamo sopperito attraverso l’ecommerce. Le crisi sono acceleratori di cambiamenti».Novità anche sull’abbigliamento?«Stiamo ripetendo la filosofia Geox sulle giacche, applicando dei sistemi di respirazione che sono dei forellini a livello delle spalle e utilizzando materiali tecnologici. Lo stile italiano unito alla tecnologia fa la differenza. Non usciremo mai dal nostro segmento per non tradire il nostro consumatore».La parola tecnologia è legata a doppio filo alla formazione. Alla Geox c’è sempre stata molta attenzione.«Quello che non riusciamo a trovare direttamente sul mercato del lavoro e quindi dai giovani che escono dalla scuola lo facciamo noi a nostre spese dato che abbiamo le nostre scuole di formazione. Abbiamo ragazzi che arrivano da varie parti del mondo e che seguono un piano teorico e pratico con una serie di tutor. Attività di formazione importantissime in collaborazione con il Politecnico di Milano. Siamo alla periferia di Treviso e abbiamo creato ambienti simili ai campus dove vivono i ragazzi che hanno a disposizione servizi come asili che ospitano 75 bambini. Strutture all’avanguardia con tanto di ristoranti. L’investimento generale da parte dell’azienda in ricerca e sviluppo è pari al 2%».Un programma molto importante.«E giudicato dall’associazione dei direttori del personale come il miglior programma di formazione in Italia. Il tema era Geox innovation digital accademy: il digitale è fondamentale e avevamo 600 dipendenti ai quali si dovevano far acquisire le competenze necessarie. In collaborazione con il Politecnico di Milano e società specializzate abbiamo creato i corsi: ogni dipendente ha un suo percorso formativo, dalla cyber security all’uso dei social. Abbiamo erogato 60.000 ore di formazione. Un impegno finanziario non da poco tenendo conto che Geox ha 30.000 dipendenti nel mondo: siamo la più grande azienda italiana».Quanti negozi avete?«Quelli fisici sono 730 e stiamo aprendo quelli digitali. Questo fa parte della strategia per il nostro sito. Oggi si lavora con i marketplace dove stiamo aprendo le nostre pagine presso grandi clienti o grandi player come Zalando e Amazon. Manca la taglia? La spediamo a casa. Manca il colore? Stessa formula. Se non abbiamo in negozio un mocassino, la commessa mostra sul tablet tutta la collezione, il consumatore acquista e noi lo spediamo».Gli impegni sportivi con le auto continuano?«Avevamo iniziato con la Red Bull e per quattro anni abbiamo vinto con Sebastian Vettel. Poi ci siamo dedicati per un paio di anni alle auto elettriche. Della nostra holding fa parte Diadora e abbiamo trasferito a loro tutta la parte sport. La segue mio figlio Enrico, presidente di Diadora, che sta facendo rinascere il marchio».
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Giancarlo Tancredi (Ansa)