2022-05-25
Governo verso l’intesa sulle spiagge. Indennizzi e proroga solo di un anno
Lunedì in Senato voto sul ddl Concorrenza. Il testo definitivo ancora non c’è: la maggioranza cerca l’accordo sulle gare per le concessioni balneari, mentre incombe lo spettro della fiducia. Fratelli d’Italia all’attacco.L’ottimismo - diceva qualcuno - è il sale della vita, ma la soluzione sulle concessioni balneari in realtà non è ancora a portata di mano. Ci sarebbe un accordo di massima nella maggioranza, ma questo dovrà essere finalizzato perché, come ha fatto presente il leader leghista Matteo Salvini (che pure si è detto «fiducioso»), «bisogna lavorarci». Intanto, la riunione dei capigruppo del Senato ha fissato un primo paletto, stabilendo che il ddl Concorrenza dovrà essere esaminato dall’aula di Palazzo Madama il 30 maggio ed essere approvato lo stesso giorno. Questo per scongiurare la richiesta del voto di fiducia, fortemente osteggiata dal centrodestra di governo ma allo stesso tempo brandita dal premier Mario Draghi la settimana scorsa, dopo la riunione d’urgenza del Consiglio dei ministri che ne ha autorizzato l’eventuale utilizzo, qualora lo stallo politico proseguisse fino a fine mese. Ed è proprio per consentire che la trattativa tra le forze politiche vada avanti in modo proficuo che la commissione Industria del Senato, alle prese con le votazioni degli emendamenti al provvedimento, è partita dagli articoli (il 7 e l’8 e dal 19 al 28) che non contengono le norme «sensibili» e che saranno esaminati più approfonditamente a Montecitorio. Tra cui quelle -pure importanti - che riguardano i taxi e il trasporto pubblico locale. I nodi veri, al momento, sono altri, e riguardano l’articolo 2 del disegno di legge: in particolare le modalità da individuare per il rinvio a fine 2024 delle gare e l’ammontare degli indennizzi per i concessionari uscenti. Nella riunione di maggioranza che si è tenuta ieri mattina al Senato ci si è infatti soffermati sulla definizione chiara delle causali per il rinvio delle gare. In pratica, bisogna mettere a punto delle procedure univoche per definire il valore residuo degli investimenti che i concessionari uscenti hanno fatto per valorizzare gli stabilimenti e le spiagge gestite.Stando a quanto emerso dal confronto di ieri, il sottosegretario Gilberto Pichetto Fratin, per conto del governo, ha presentato una proposta che prevede il differimento di un anno del termine delle concessioni in essere (che la famigerata sentenza del Consiglio di Stato ha fissato al 31 dicembre del 2023) «in presenza di ragioni che impediscano la conclusione della procedura selettiva», come ad esempio «un contenzioso o difficoltà oggettive legate all’espletamento della procedura stessa». Ne deriva che fino alla fine del 2024 «l’occupazione dell’area demaniale da parte del concessionario uscente è comunque legittima». Sugli indennizzi, il governo propone che questi dovranno tenere conto «della perdita dell’avviamento connesso ad attività commerciali o di interesse turistico, del valore residuo dei beni immobili oggetto di investimenti per l’esercizio dell’impresa, calcolato sulla base delle scritture contabili ovvero di perizia giurata redatta da un professionista abilitato, che ne attesta la consistenza». Sul fronte delle reazioni politiche, come si diceva, il barometro segna sereno ma, data la delicatezza della questione, il rischio che tutto viri in tempesta è sempre dietro l’angolo. Del cauto ottimismo di Salvini è stato già detto, ma vanno registrate anche le valutazioni positive degli altri esponenti della maggioranza impegnati ieri nel primo round della trattativa. I più favorevoli alla formulazione proposta dal governo appaiono i giallorossi: la capogruppo dem a Palazzo Madama, Simona Malpezzi, ha affermato che «il Pd sostiene con convinzione l’azione del governo, ritiene positivo il lavoro compiuto dal Parlamento e auspica che tutte le forze politiche che sostengono l’esecutivo siano responsabili nel rispetto dei tempi», mentre con una nota i parlamentari del M5s sostengono che con la proposta sull’articolo 2 «scriviamo la parola fine alla cristallizzazione di un intero comparto come quello dei balneari. Con il nuovo corso», concludono, «ci saranno più margini di crescita e garanzie per tutti. Lavoratori inclusi». Soddisfazione anche in Fi (di cui è membro il sottosegretario Pichetto), ma il partito di Silvio Berlusconi, al pari della Lega, mette in guardia sull’abuso dello strumento della fiducia: «Non siamo mai stati di ostacolo», ha detto la capogruppo Anna Maria Bernini, «non lo saremo ora, speriamo che il governo non metta la fiducia perché non sarebbe un bel segnale, sarebbe un piccolo schiaffetto al Parlamento tornare al primo testo senza tenere conto del nostro lavoro». Dall’opposizione, Fdi continua a giudicare le ipotesi sul tavolo fortemente penalizzanti per gli imprenditori italiani. In particolare, Giorgia Meloni ritiene «curioso che si stia accelerando così proprio mentre aspettiamo dalla Corte costituzionale un pronunciamento sul ricorso per conflitto di attribuzioni che Fdi ha presentato contro le sentenze del Consiglio di Stato», mentre il capogruppo al Senato Luca Ciriani ha denunciato la compressione del dibattito parlamentare da parte della maggioranza.