2022-09-06
Il governo cerca fondi anti bollette: dai decreti «scaduti» 7,8 miliardi
Verso un nuovo dl contro i rincari. Per evitare uno scostamento, l’esecutivo cerca di trasferire risorse dai provvedimenti attuativi inattuati. L’extragettito invece è di 1,2 miliardi. Tutto un gioco delle tre carte.In Italia ci sono 7,8 miliardi di euro destinati a decreti inattuati o scaduti che il governo potrebbe utilizzare (tutti o in parte) per la nuova misura di sostegno all’economia in arrivo a strettissimo giro (dovrebbe arrivare in cdm giovedì). D’altronde sono in molti a chiedersi dove il governo troverà 10 miliardi - questa la cifra prevista dal prossimo decreto Aiuti - senza fare uno scostamento di bilancio. La risposta più probabile è: dai soldi dei decreti inattuati fino a oggi e dall’extragettito fiscale generato dallo Stato a luglio e agosto. Non prima, però. I fondi extra in arrivo dall’imposizione fiscale fino a giugno sono già stati utilizzati, motivo per cui l’esecutivo uscente ha solo due mesi di autonomia quando si parla di extragettito. il conte bisPallottoliere alla mano, però, ci si può già fare una idea su dove il governo potrebbe reperire i fondi necessari per abbattere i costi delle bollette per imprese e famiglie. Ai 393 decreti dal governo inattuati Draghi (ma anche dal Conte bis) che valgono quasi 8 miliardi, l’esecutivo uscente potrebbe aggiungere circa mezzo miliardo di extragettito generato a luglio e altri 700 milioni ad agosto. In totale si tratta di circa 1,2 miliardi che saranno molto utili per ridurre il peso delle spese energetiche degli italiani. In una nota, è lo stesso ministero delle Finanze a motivare l’extragettito all’interno del bollettino sulle entrate tributarie come risultato «legato, in larga parte, all’andamento del prezzo del petrolio che è risultato in crescita». Certo, il reperimento delle risorse non utilizzate non è cosa tanto semplice e da fare a cuor leggero. Al Mef si dovrà prima capire cosa può essere utilizzato o cosa no dopo una attenta analisi dei 393 decreti al momento in pausa. Di fatto, però, una norma voluta dall’ex ministro del Tesoro Roberto Gualtieri, nel 2020 alla guida di Via XX Settembre, potrebbe essere utile allo scopo. In pratica grazie al decreto 52, datato 16 giugno 2020, il ministro ha l’opportunità di verificare in tempo reale l’andamento della spesa delle diverse misure approvate nei decreti d’urgenza e decidere in autonomia se riallocare il denaro non speso in nuovi fondi legati a successivi decreti. In parole povere, non c’è più bisogno di mettere i fondi a bilancio l’anno successivo ma possono essere riutilizzati in tempi brevi. Come già sottolineato dalla Verità, la misura aveva trovato non pochi detrattori, tra cui il Comitato per la legislazione, organo parlamentare che esprime alle commissioni pareri sulla qualità dei progetti di legge, valutandone l’omogeneità, la semplicità, la chiarezza e la proprietà di formulazione. Secondo gli esperti, la norma andava eliminata. Come mai? Perché azzerava completamente l’attività di valutazione ex ante ed ex post delle misure adottate.Oggi, però, potrebbe tornare utile all’esecutivo Draghi: con un gioco delle tre carte il governo potrebbe infatti affermare di aver trovato nuove risorse contro il caro energia, quando in realtà si tratta di fondi promessi in passato e mai utilizzati.La lista è lunga e si tratta di un tesoretto che entro il 2024 salirà a 15,4 miliardi, le dimensioni di una finanziaria. Sono molte le norme dove andare a pescare risorse: ci sono, ad esempio, i 250 milioni destinati ai «danneggiati dai vaccini» o 10 milioni da destinare alle famiglie dei medici deceduti o i fondi destinati alla parità salariale sui luoghi di lavoro. C’erano persino fondi previsti per l’omologazione degli autovelox o quelli legati alla sicurezza delle infrastrutture, dei trasporti e della circolazione stradale (100 milioni). Senza considerare i 90 milioni da destinare all’editoria o quelli da utilizzare per identificare le procedure per la stipula dei contratti dell’Agenzia per la sicurezza nazionale «in raccordo con il sistema di formazione per la sicurezza della Repubblica». Come dimenticarsi, poi, dei quasi 59 milioni destinati alla formazione dei docenti di ruolo o dei 30 milioni per assumere personale nei Comuni con meno di 5.000 abitanti per progetti legati al Pnrr. i flussiLa lista è ben più lunga, insomma. Con ogni probabilità, grazie a questi fondi, quest’inverno le nostre bollette e quelle degli imprenditori saranno un po’ meno salate (ma pur sempre molto più care di quelle dell’anno scorso). D’altronde, i prezzi del gas non accennano a scendere, soprattutto dopo che Gazprom venerdì scorso ha annunciato lo stop totale dei flussi verso l’Europa motivando la scelta per cause tecniche, quando appare ormai chiaro che la mossa rappresenta una risposta alla decisione dell’Ue di applicare sanzioni e price cap. L’unica certezza è che il prossimo inverno, come ha affermato al Forum Ambrosetti di Cernobbio l’attuale ministro delle Finanze, Daniele Franco, non sarà facile. Come non lo sarà nemmeno continuare con lo stoccaggio del gas, che ora è a quota 83%.
Il Gran Premio d'Italia di Formula 1 a Monza il 3 settembre 1950 (Getty Images)
Elbano De Nuccio, presidente dei commercialisti (Imagoeconomica)
Pier Silvio Berlusconi (Ansa)