2025-11-28
Golpe in Guinea Bissau, il presidente fugge in Senegal mentre i militari prendono il potere
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Una vista della Piazza Imperiale a Bissau dove il capo dell'ufficio militare presidenziale della Guinea-Bissau, Denis N'Canha, ha annunciato che il pieno controllo del Paese era stato assunto presso il quartier generale dello Stato maggiore (Getty Images)
Umaro Sissoco Embaló è fuggito dopo il colpo di stato che ha consegnato il Paese alla giunta guidata dal generale Horta N’Tam. Elezioni sospese, opposizione arrestata e traffici di droga che continuano a condizionare uno degli stati più instabili dell’Africa occidentale.
Umaro Sissoco Embaló è fuggito dopo il colpo di stato che ha consegnato il Paese alla giunta guidata dal generale Horta N’Tam. Elezioni sospese, opposizione arrestata e traffici di droga che continuano a condizionare uno degli stati più instabili dell’Africa occidentale.Il presidente della Guinea Bissau, Umaro Sissoco Embaló, è scappato in Senegal attraversando il confine terrestre di notte, dopo che i militari lo avevano rovesciato e confinato nel palazzo presidenziale.L’ex colonia portoghese in soli cinquant’anni di indipendenza ha visto ben cinque colpi di stato andare a buon fine e altri nove fallire. L’estrema instabilità ha sempre caratterizzato questa piccola nazione affacciata sull’oceano Atlantico, che subisce l’influenza anche dei paesi confinanti come il Senegal e gli interessi economici di Mosca e Pechino. Subito dopo il golpe i militari hanno parlato alla televisione nazionale leggendo un comunicato dove hanno spiegato di aver costituito il Comando Militare Supremo per il Ripristino dell'Ordine e che sarebbero rimasti alla guida della nazione fino a nuovo ordine. Alla guida di questa giunta militare è stato posto il generale Horta N’Tam che è diventato presidente di transizione per un anno.N'Tam fino al giorno precedente era a capo della guardia presidenziale e questa mossa sembrava avvalorare la tesi che fosse stato il presidente Umaro Sissoco Embalò ad aver organizzato un autogolpe, ma la sua fuga ha smentito questa ipotesi proveniente dall’opposizione. Giovedì erano attesi i risultati di una campagna presidenziale molto incerta in cui entrambi i contendenti, il presidente in carica ed il principale sfidante Fernando Dias, si erano autoproclamati vincitori gettando la nazione africana nell’incertezza. Gli ultimi dati darebbero per vincente il leader dell’opposzione che è stato arrestato insieme all’ex primo ministro Domingos Simoes Pereira, che era stato escluso dalla corsa elettorale, ma che era il grande favorito. Il portavoce della giunta, Il colonnello Dinis N’Tchama, ha spiegato alla nazione che la decisione di prendere il potere è stata motivata da un piano di destabilizzazione ordito da «alcuni politici nazionali» e da «noti trafficanti di droga nazionali e stranieri», oltre che da un tentativo di manipolare i risultati elettorali. Il primo ad annunciare il colpo di stato è stato proprio il presidente Sissoco Embalò che ha chiamato una rivista francese per annunciare che c’era un golpe in corso ed ha continuato a comunicare con i media anche dopo il suo arresto nel palazzo presidenziale, insieme al ministro degli Interni e a due generali. Il Comando Militare Supremo per il Ripristino dell'Ordine ha imposto il coprifuoco, chiuso lo spazio aereo, l’aeroporto, le scuole e l’università e nelle strade della capitale si vedono soltanto i mezzi blindati dell’esercito. L'esercito ha anche sospeso il processo elettorale e bloccato la pubblicazione dei risultati delle elezioni presidenziali di domenica, previsti per giovedì.Questa situazione paradossale non sorprende perché la Guinea Bissau, oltre ad essere uno degli stati più poveri al mondo, dove circa il 40% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà e un bambino su tre in età scolare non è iscritto a scuola, è un narco-stato. Lo stato africano è uno dei principali porti di smistamento della cocaina che arriva dall’America Latina e viene poi commerciata in Europa. Alti ufficiali dell’esercito e della marina sono accusati di essere al servizio dei narcotrafficanti facendo sbarcare navi cariche di droga che arrivano da Colombia e Venezuela. Soltanto nel 2024 le autorità bissau-guineane hanno dichiarato il sequestro di 2,7 tonnellate di cocaina inviata dai cartelli venezuelani. Nella piccola capitale vive da anni una nutrita comunità colombiana che si occupa dello smistamento a terra della droga che sbarca e che poi prende le vie carovaniere attraverso il Sahel diretta al Mediterraneo e all’Europa. Danilson Fermandes Gomes, noto a Bissau come Nick, è uno dei narcotrafficanti più importanti del paese ed è un importante finanziatore di tutte le campagne elettorali dei presidenti in carica. Mentre il suo acerrimo rivale Melem Bacai Sahna Jr, noto come Bacaizinho, è un esponente del Paigc (Partito africano per l’indipendenza di Guinea e Capo Verde) e sostiene economicamente l’opposizione. Bacaizinho è figlio di un ex presidente della repubblica e sembra abbia solidi legami con le cosche della ndrangheta calabrese.L’Fbi nel 2023 lo aveva arrestato in Tanzania ed estradato negli Usa, ma era ammesso poi stato riestradato in Guinea Bissau e liberato. Il rampollo della politica bissau-guineana ha già dichiarato di essere pronto a candidarsi e seguire le orme paterne per diventare il nuovo presidente il prossimo anno. Un mosaico complesso ed articolato che non lascia nessuna speranza al futuro di questo staterello africano.
Chiara Poggi e Andrea Sempio (Ansa)