2019-12-16
Teheran-Istanbul-Roma: gli strani giri dei soldi dovuti a Stramaccioni
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La storia di Andrea Stramaccioni in Iran passa per la Turchia dove l'ex allenatore dell'Inter quest'estate aveva incontrato i dirigenti dell'Esteghlal, che sarebbe diventata la sua squadra prima della risoluzione del contratto, avvenuta negli scorsi giorni, «per giusta causa».Colpa delle irregolarità nei pagamenti legate alle sanzioni internazionali contro Teheran. Da Istanbul, poi, il tecnico è passato per tornare in Italia dalla capitale iraniana, tra domenica e lunedì, con un volo privato verso la città turca e uno di linea verso Roma. Infine, è transitato da Istanbul anche il denaro a lui destinato dalla società, contro la quale lunedì i tifosi sono scesi in piazza per difendere l'allenatore italiano, capace di riportare dopo sei anni la squadra in vetta alla classifica della massima serie nazionale. Particolare non secondario: l'Esteghlal è di proprietà del ministero dello Sport.A raccontare questi movimenti di denaro è stato Esmail Khalilzadeh, il presidente della squadra, che in passato aveva difeso Stramaccioni dalla censura della Federcalcio iraniana: «È un grande uomo e crediamo che possa conseguire grandi risultati con la nostra squadra», aveva spiegato dopo i casi dell'interprete assente in conferenza stampa e del visto scaduto che aveva segnato un inizio difficile per il tecnico in Iran. Questa volta Khalilzadeh ha rilasciato una dichiarazione sul sito della società spiegando che a causa della sanzioni imposte dagli Stati Uniti, impegnati con il presidente Donald Trump in una strategia di «massima pressione» sul regime, il denaro che spettava a Stramaccioni (non c'è notizia della somma) è stato portato in contanti al consolato iraniano di Istanbul, da qui trasferito all'ambasciata iraniana in Italia e messo quindi a disposizione del tecnico. La nota è piuttosto dettagliata, basti pensare che Khalilzadeh ringrazia Javad Ma'aboudifar, console iraniano a Istanbul, e Hamid Bayat, ambasciatore iraniano a Roma.Il caso, come raccontato dalla Verità nei giorni scorsi, è diventato diplomatico. Il ministro dello Sport di Teheran Masoud Soltanifar, uno dei bersagli delle proteste accusato di tifare per il Persepolis, l'altra società di cui il suo dicastero è proprietario, ha chiesto al viceministro degli Esteri iraniano, Abbas Araqchi, di parlare con l'ambasciatore italiano a Teheran, Giuseppe Perrone. Obiettivo: il ritorno di Stramaccioni sulla panchina dell'Esteghlal.Negli ultimi giorni il tecnico è stato ricevuto all'ambasciata iraniana a Roma dal numero due della missione diplomatica, Mohammad Sahebi. Che, come spiega l'Adnkronos, ha prospettato a Stramaccioni «l'impegno da parte iraniana a stabilire un canale di pagamento legale e nel rispetto delle sanzioni, punto sul quale l'allenatore resta irremovibile». L'allenatore non ha mai escluso la possibilità di tornare in Iran ed è in contatto con i suoi ex calciatori, tutti dalla sua parte tanto da aver rifiutato un tecnico ad interim proposto dalla società. Le pressioni di Teheran stanno montando. Così le prossime ore potrebbe essere decisive.Ma ci sono due interrogativi aperti. Il primo riguarda Stramaccioni, i calciatori e il futuro dell'Esteghlal: il massimo organismo asiatico, l'Afc, accusa il club di aver aggirato irregolarmente alcune sanzioni internazionali e richiede che i pagamenti degli stipendi di tutti i dipendenti siano regolari per permettere la partecipazioni alle competizioni internazionali. Basterà risolvere la questione dell'ex tecnico dell'Inter? Probabilmente no. Il secondo interrogativo riguarda l'Italia: è normale quel trasferimento di denaro, passato da Teheran a Istanbul prima di arrivare a Roma?