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«Gli scienziati non sono il clero laico. I toni di Burioni fanno solo danni»

«Gli scienziati non sono il clero laico. I toni di Burioni fanno solo danni»
Ansa
Maria Luisa Villa, una studiosa di fama fa a pezzi la retorica del «castigatore di somari»: «Non siamo più nell'epoca del positivismo. Sappiamo di poter sbagliare. E dobbiamo imparare a rispondere ai dubbi della gente».
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Telecamere ovunque per spiare i cittadini
iStock
Dopo il fallimento su migranti e sicurezza, i laburisti aumentano la vigilanza nel Regno Unito chiedendo di scannerizzare i volti dei britannici. Ma così si imita solamente il modello cinese, che sorveglia tutto e non lascia alcuna libertà (e privacy) alle persone.

La proposta viene dalla sinistra inglese. Da quella parte politica che ha maggiormente aperto le porte del Regno Unito all’immigrazione incontrollata e che, in occasione delle rivolte contro i richiedenti asilo ospitati a Epping (uno dei quali aveva violentato una bambina), si è schierata al fianco di questi ultimi e contro i cittadini britannici che chiedevano più sicurezza. Che ormai non c’è, come dimostrano le numerose aggressioni e gli omicidi, spesso di giovani donne, degli ultimi tempi, dovuti anche a centinaia di migliaia di migranti di cui si sono perse le tracce. Scomparsi nel nulla. Fantasmi.

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Francia e Germania litigano sul loro programma: così Parigi potrebbe rimanere da sola.

Il ministro della Difesa Guido Crosetto, in audizione davanti alle commissioni Difesa di Camera e Senato, ha toccato l’argomento Gcap (Global combat air programme), ovvero il sistema d’arma aereo di prossima generazione sul quale lavorano e lavoreranno decine aziende italiane coordinate da Leonardo, altrettante realtà inglesi sotto Bae System e un gruppo di aziende giapponesi tra le quali Mitsubishi e Ihi. Crosetto ha spiegato: «Il Gcap non è un aereo, è una piattaforma tecnologica […]. Sono tecnologie che noi non abbiamo e che siamo arrivati ad avere in condivisione quasi totale. Si sta aprendo un rapporto molto forte con il Giappone e ci serve molto dal punto di vista della crescita industriale».

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Crosetto: «Rivoluzione nella difesa nel 2026»
Guido Crosetto (Ansa)
Il ministro annuncia una «riorganizzazione totale» che comprende «uomini e strumenti giuridici». La realtà di oggi, spiega, esige velocità. E spinge per riaffidare Strade sicure alla polizia: «I soldati servono altrove». Ma su questo rischia una frattura con la Lega.

Tutto il resto è naja: il tema della leva volontaria in Italia, lanciato alcuni giorni fa in Francia dal ministro della Difesa Guido Crosetto, è al centro della audizione di ieri dello stesso Crosetto alle commissioni Difesa congiunte di Senato e Camera. «Sulla leva», spiega Crosetto, «almeno abbiamo innescato un dibattito: c’è la necessità di aumentare le forze armate e la loro qualità utilizzando anche competenze che si trovano sul libero mercato e non tra i militari. C’è bisogno di una riserva selezionata, servono meccanismi per attirare persone, incentivi economici. Sono temi che a gennaio-febbraio vorrei porre al parlamento». I primi mesi dell’anno vedranno Crosetto proporre una riforma complessiva delle Forze armate: «Voglio portare in parlamento», precisa il ministro, «il tema della riorganizzazione totale della Difesa: significa costruire una Difesa dal punto di vista degli uomini, degli strumenti normativi e giuridici a 360 gradi per affrontare le sfide del futuro. C’è bisogno di una Difesa in grado di cambiare, se serve, perché in un mondo fluido dobbiamo essere pronti ad avere una Difesa che può adeguarsi con una velocità che non c’era richiesta fino a qualche anno fa». In serata Crosetto interviene anche sulla polemica scatenata dalle frasi dell’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone sui possibili attacchi preventivi della Nato sul fronte cyber: «È stata rilanciata dalla Russia per alimentare il racconto che l’Occidente volesse attaccarla», afferma in un programma Rai. «È parte della guerra ibrida».

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L’oro di Bankitalia è dello Stato come è scritto nei trattati europei
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La Bce non boccia l’emendamento di Fdi, ma conferma il parere dato nel 2019: ciò che conta è che Palazzo Koch controlli le riserve.

«Le riserve auree gestite e detenute dalla Banca d’Italia appartengono allo Stato in nome del popolo italiano» è il testo della proposta di emendamento alla legge di bilancio 2026 formulata dal capogruppo senatore di Fdi Lucio Malan. E secondo molti media nostrani la Banca Centrale Europea avrebbe bocciato questa proposta. Falso. E spieghiamo perché.

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