2019-04-03
Gli psicanalisti considerano pazzo chi si oppone all’immigrazione
Quattro grandi associazioni di professionisti della psiche si schierano contro Matteo Salvini: «Non accogliere è da psicopatici».Se per caso frequentate uno psicoanalista, state molto attenti a non rivelargli le vostre simpatie politiche. Se per caso vi uscisse di bocca che avete votato per Matteo Salvini, potreste finire nei guai. C'è il rischio che vi consideri fuori di testa o, peggio, che vi suggerisca una bella rieducazione. Viene davvero da pensare al peggio leggendo i comunicati stampa che varie associazioni di professionisti della psiche hanno diffuso negli ultimi tempi. L'ultimo in ordine di tempo lo hanno diffuso i soci del Centro italiano di psicologia analitica di Roma. Si tratta di un istituto importante, che «cura la qualità scientifica e l'organizzazione dei corsi formativi per psicoterapeuti secondo l'indirizzo della dottrina junghiana» e costituisce una «sezione della Scuola di formazione riconosciuta dal ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca». Gli analisti che ne fanno parte hanno elaborato un appello allo scopo di «contrastare il clima di intolleranza e disumanità che si sta diffondendo nel nostro Paese, in particolare dopo l'emanazione del decreto sicurezza». Spiegano i professionisti: «Vogliamo proporre a tutti i colleghi che lavorano con il disagio mentale di organizzare una manifestazione comune per costituire un movimento d'opinione che sostenga con forza i valori dell'accoglienza e dell'integrazione». Parlando con il Sole 24 Ore, Maria Ilena Marozza (segretario scientifico del Cipa) è stata ancora più precisa: «Più che a una manifestazione unica», ha detto, «in realtà puntiamo a un insieme di iniziative pubbliche di confronto, discussione e testimonianza. Nella capitale ad esempio ne abbiamo in programma una a maggio». Certo, gli psicoanalisti sono liberissimi di esprimere opinioni e financo di organizzare sfilate e cortei. A sconcertare un po', tuttavia, è quel che scrivono nel loro comunicato. Essi spiegano che «l'accoglienza e l'integrazione» sono «principi cardine della nostra pratica psicoterapeutica, nonché della salute psichica e della vita sociale». Ah, davvero? Accogliere i migranti è fondamentale per la nostra salute psichica? Questa è nuova. Ne dobbiamo dedurre, dunque, che chi si oppone all'immigrazione di massa non ha tutte le rotelle a posto, no? «Il nostro lavoro quotidiano», aggiungono gli esperti del Cipa, «ci porta continuamente a misurarci con angosce, paure, sofferenze che sono anche figlie di un clima culturale spaventoso e spaventante. Le conseguenze di questo clima non ricadono soltanto sulle vittime di atteggiamenti razzisti e xenofobi, ma sull'intera nostra società, che rischia di impoverirsi dei valori apportati dal confronto con l'altro e di rifiutare la capacità umana di riconoscere e di avere a che fare con la sofferenza, con il conseguente rischio di generare una società psicopatica, paranoica e autoritaria». Interessante: se si rifiuta l'accoglienza si crea una società psicopatica. Da lì a dire che chi vota la Lega, Fratelli d'Italia e simili è uno psicopatico, il passo è breve... Gli analisti del Cipa insistono: «Pensiamo che sia però necessario, in un momento così difficile per la cultura e la vita democratica, che tutti coloro che comprendono il valore dell'accoglienza e dell'integrazione per la tutela della salute psichica, individuale e collettiva, si uniscano per un'azione forte ed efficace nell'organizzazione insieme di iniziative pubbliche di confronto, discussione e testimonianza». A quanto pare, purtroppo, anche vari altri psicoanalisti condividono queste opinioni. Per esempio i membri della Società Psicoanalitica Italiana, professionisti di scuola freudiana che, a febbraio, hanno inviato una lettera indignatissima al presidente della Repubblica. I 618 che l'hanno firmata spiegavano di non poter «accettare il razzismo crescente che sfocia in atti di cui una nazione civile dovrebbe vergognarsi», e aggiungevano: «È in atto un diffuso, impressionante processo di disumanizzazione».Anche i componenti della Associazione italiana di psicologia analitica (professionisti di orientamento junghiano) hanno inviato una lettera analoga a Sergio Mattarella, sempre lamentandosi del decreto sicurezza: «Sembra che l'Italia abbia perso la sua capacità di rendere il fenomeno migratorio una risorsa e non una ulteriore fonte di sofferenza mentale per tutti, stranieri e cittadini italiani», hanno scritto. Posizioni identiche hanno espresso pure gli studiosi dell'Arpa, ovvero l'Associazione per la ricerca in psicologia analitica. Stiamo parlando di organizzazioni che rappresentano numerosi professioni in tutta Italia, e che hanno deciso di prendere una posizione politica piuttosto decisa. E bisogna ammettere che i toni utilizzati sono inquietanti. Gli analisti scrivono che chi non vuole l'invasione è disumano, psicopatico, autoritario, vittima di sofferenza mentale. Il dubbio non può non sorgere: come si comporteranno costoro con i loro pazienti schierati a destra? Tenteranno di rieducarli, dato che l'accoglienza è alla base della loro pratica? Li sottoporranno a una cura per indurli a non votare più Salvini? Oppure li faranno direttamente trascinare via avvolti nella camicia di forza? Esagerazioni a parte, le letterine delle varie associazioni psicoanalitiche mostrano quanto sia influente l'ideologia e quanto sia pervasivo il politicamente corretto. Professionisti di vaglia e studiosi titolati affrontano un argomento delicato come l'immigrazione con una superficialità estrema. Se dovessero rapportarsi ai testi di Carl Gustav Jung utilizzando le stesse semplificazioni, dovrebbero dedurne che anche lui era completamente folle e disturbato. Del resto fu proprio Jung a scrivere che «la contaminazione tra le razze è un problema intellettuale e morale molto grave, là dove il primitivo è superiore numericamente al bianco».
Jose Mourinho (Getty Images)