2024-10-11
Giuseppi si è «vaccinato» contro la commissione: un precedente può salvarlo
Giuseppe Conte (Getty images)
Fdi e Iv vogliono convocare Conte, ma lui è nella bicamerale: serve l’ok di Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa. Che avevano già dovuto bloccare l’audizione di Cafiero De Raho in Antimafia.Alla fine, il bubbone è esploso. Le vere ragioni per cui Giuseppe Conte ha chiesto di poter fare parte della commissione parlamentare d’inchiesta sulla gestione della pandemia da Covid-19 adesso sono palesi a tutti: l’ex premier ha provato a evitare la graticola, e rischia persino di riuscirci. Che questo fosse il suo obiettivo sin dall’inizio lo avevamo scritto. Avevamo spiegato, cioè, quale fosse la gabola. Poiché Conte era a capo del governo proprio nel periodo su cui indaga la commissione d’inchiesta, era inevitabile che venisse convocato in audizione e che fosse sottoposto alle domande dei parlamentari. Piccolo problema: i componenti della commissione non possono essere sottoposti ad audizione da parte della commissione medesima. È una regola saggia, che serve a disinnescare i possibili conflitti di interessi: dato che il commissario è chiamato a giudicare i fatti che la commissione accerta, finirebbe per indagare su sé stesso, e capite bene che si tratterebbe di una cosa piuttosto sconveniente.È proprio per evitare fastidiosi e inopportuni cortocircuiti di questo genere che tutti i parlamentari membri delle commissioni, entro dieci giorni dalla designazione, devono indicare possibili cause di conflitto di interesse che potrebbero configurare una incompatibilità sostanziale e formale. Conte ha sorvolato indenne questo passaggio ed è entrato serenamente in commissione. Non solo: si è anche esibito, all’inizio dei lavori, in folgoranti interventi auto assolutori. Ha dichiarato di non aver mai voluto imporre le vaccinazioni, ha avuto pure il fegato di attaccare Consuelo Locati, avvocato che rappresenta i parenti delle vittime di Bergamo, insomma ha fatto il suo show approfittando del palcoscenico offertogli dalla commissione. E pensare che, in teoria, egli dovrebbe stare lì a indagare, non a polemizzare o a difendersi. Ed eccoci arrivati al punto dolente. Mercoledì sera si è riunito l’ufficio di presidenza della commissione Covid, e ovviamente la contraddizione è deflagrata. È saltato fuori, cioè, che due gruppi parlamentari - per la precisione Italia viva e Fratelli d’Italia - hanno chiesto l’audizione di... indovinate chi? Chiaro: l’amico Giuseppi. Era tutto fin dall’inizio prevedibile, e il momento è giunto. Sentire Conte, specie dopo le uscite degli ultimi giorni, è inevitabile. Ed è qui che il nodo viene al pettine. Marco Lisei, presidente della commissione, ha rilevato che l’audizione di un membro interno della commissione medesima è argomento delicato. Come detto, ci sono in ballo conflitti d’interessi e credibilità delle istituzioni. Che fare dunque? Il presidente della commissione ha stabilito che a esprimersi sulla materia debbano essere i presidenti di Camera e Senato, e si conseguenza si è impegnato a riferire a questi la richiesta dei due gruppi parlamentari. Lo farà subito dopo aver chiesto formalmente a Conte se voglia o meno essere audito. Ci risulta anche che gli stessi due gruppi - Fdi e Iv - abbiamo richiesto chiarimenti sul conflitto d’interessi di Conte: anche in questo caso Lisei ha risposto che il giudizio è rimesso al presidente della Camera.A quanto pare, dunque, la patata bollente passa nelle mani di Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa. I quali, però, non è che possano decidere a piacimento o secondo il proprio giudizio politico: sono tenuti a rispettare non solo i regolamenti ma pure le consuetudini istituzionali. Come potrebbero rispondere allora alla richiesta del presidente della commissione Covid? Una indicazione la offre la vicenda del pentastellato Federico Cafiero De Raho, sostanzialmente analoga a quella che tocca Conte. De Raho, è noto, attualmente è vicepresidente della commissione parlamentare antimafia ed è chiamato ad approfondire il caso Striano, nonostante vi sia in qualche modo coinvolto. Anche per lui fu presentata mesi fa richiesta di audizione. Chiara Colosimo di Fdi scrisse ai presidenti di Camera e Senato per sapere come agire. E quelli risposero via lettera che audire un membro di una commissione è un atto al di fuori della prassi istituzionale. Tradotto: non si può fare. Viene dunque da pensare che anche nel caso di Conte la risposta sarebbe analoga. Se così fosse, il disegno di Giuseppi sarebbe andato a buon fine: non solo starà dentro la commissione a sorvegliarne l’operato, ma potrà pure scappare dalle domande fastidiose dei colleghi. Il suo trucchetto è più efficace del green pass: potrebbe, quello sì, garantirgli l’immunità.
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