2021-01-04
Giuseppi proroga i divieti fino al 15. La Bellanova lo gela: «Così non va»
Tra le ipotesi del vertice un provvedimento ponte, weekend arancio e soglie Rt più basse.Dopo l'ultimo vertice con il Comitato tecnico scientifico, al quale hanno partecipato anche i capi delegazione della maggioranza e il ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia, il premier, Giuseppe Conte, inventa un nuovo strumento giuridico: il «provvedimento ponte», valido dal 7 al 15 gennaio (ovvero tra quando scade il decreto Natale e quando cessa la validità del dpcm attualmente in vigore) e che dovrebbe contenere misure valide a livello nazionale, indipendentemente dalle fasce di colore. Nel weekend del 9 e 10 gennaio c'è l'ipotesi di zona arancione, che prevede chiusure di bar e ristoranti anche a pranzo, ma aperti per l'asporto. Dal 7 gennaio e fino al 15 verrebbe consentito lo spostamento tra le Regioni solo per necessità. Rinnovate anche le misure da proibizionismo 2.0: proroga del divieto di ospitare a casa più di due parenti o amici, minori di 14 anni esclusi. Per ora le ipotesi sono queste. Ma Giuseppi sta studiando una trovata che gli permetta di nascondere il fallimento delle misure natalizie, visto che gli esperti gli hanno detto in modo chiaro che il contagio è ancora elevato, che l'Rt non si è abbassato e che la curva potrebbe velocemente ripartire. Qualcuno allora ha suggerito di rivedere in funzione più restrittiva l'indice Rt, uno degli indicatori d'allarme che fa scattare le fasce per le Regioni. In particolare, la soglia che farebbe scattare la fascia arancione verrebbe abbassata a 1 (attualmente è fissata a 1,25), mentre per la fascia rossa basterebbe il raggiungimento di un Rt pari a 1,25 (al posto dell'attuale 1,50). Una proposta che ha fatto storcere ancora una volta il naso ai renziani. Il ministro delle Politiche agricole, Teresa Bellanova, per esempio, ha freddato tutti con una dichiarazione che dimostra come l'unica certezza per questo governo sia l'aria di crisi: «Verifichiamo l'insufficienza del sistema sanitario, sancita dalla necessità di far scattare le Regioni arancioni o rosse con soglie di Rt più basse di quanto indicato in precedenza per evitare ulteriori criticità. E si verifica l'insufficienza e la poca chiarezza sul Piano vaccinale». La Bellanova è stata caustica: «A fronte di un sacrificio che chiediamo alle persone, dobbiamo dare certezze. E io per i dati che leggo, ancora ne vedo poche». D'altra parte, preoccupazione per i ritardi nelle vaccinazioni è stata espressa anche dai tecnici del Cts. Il programmino messo su da Domenico Arcuri deve sembrare inconsistente anche a loro (la prima dose di vaccino ha coperto solo lo 0,15 per cento della popolazione italiana). «Il Piano nazionale sulla vaccinazione c'è e sta andando avanti», fanno sapere, però, dal vertice. E provano a scaricare sulle Regioni, sostenendo che ci sono «criticità locali», soprattutto «in Lombardia». Una valutazione che sembra proprio non convincere i renziani: «La Germania viaggia a quota 240.000 persone vaccinate, cioè il triplo dell'Italia, nonostante i nostri numeri stiano crescendo. Bisogna correre e rendere trasparente il piano esecutivo dei vaccini con tutte le aree di somministrazione», scrive su Twitter la deputata di Italia viva Raffaella Paita. E anche Ettore Rosato, coordinatore nazionale del partitello del fu Rottamatore, è sulla stessa linea: «Sono mesi che richiamiamo la necessità di organizzarci sui vaccini. Oggi ci si accorge che non ci sono infermieri e medici sufficienti e che siamo tra gli ultimi in Europa». Le sue ultime parole sembrano un ultimatum: «Se Conte non ci darà risposte farà a meno dei voti di Italia viva». Iv ritirerà la propria delegazione al governo? Alla domanda del Tg4, ieri sera la capogruppo di Iv alla Camera, Maria Elena Boschi, ha replicato: «Noi vogliamo andare avanti. Però siamo diversi dagli altri partiti. Per noi le poltrone sono importanti se servono a fare cose buone. Se le nostre idee non piacciono, non servono nemmeno le poltrone». Ulteriori bug vengono segnalati dai governatori leghisti (Massimiliano Fedriga del Friuli Venezia Giulia, Attilio Fontana della Lombardia, Maurizio Fugatti del Trentino, Christian Solinas della Sardegna, Nino Spirlì della Calabria, Donatella Tesei dell'Umbria e Luca Zaia del Veneto) dopo un incontro con il leader del Carroccio, Matteo Salvini: «Abbiamo fatto tutto ciò che era necessario in tema di sicurezza per i trasporti in accordo con i prefetti, ma restano molte criticità sul contenimento della pandemia. Servono scelte tempestive affinché si possano dare certezze alle milioni di persone coinvolte. Siamo preoccupati per il silenzio da parte del governo». I governatori chiedono anche garanzie sulle promesse legate al personale sanitario: «Oggi i territori stanno spostando medici e infermieri da altre attività per fare i vaccini». Azioni essenziali, ma che rischiano di mettere ulteriormente sotto stress un sistema già stremato.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)