2020-10-10
Giuseppi fa l’ultrà dei tagli agli sperperi e i «suoi» dirigenti si alzano lo stipendio
Giuseppe Conte (Archivio Massimo Di Vita:Mondadori Portfolio via Getty Images)
Aumento di 331 euro mensili per i funzionari di Palazzo Chigi L'Ugl: «Si sono scordati di tutti gli altri dipendenti pubblici».Da una parte si risparmia e da un'altra si spende. Non è passato neanche un mese dall'esultanza per il risparmio che arriverà (non prima di due anni sia chiaro) dal taglio dei parlamentari deciso dal referendum dello scorso 21 settembre, ed ecco gli aumenti mensili per i dirigenti di Palazzo Chigi. Peraltro, anche se il l'ex vicepremier grillino Luigi Di Maio ha più volte sostenuto che il taglio dei parlamentari garantirà un risparmio di circa 500 milioni di euro a legislatura, ovvero 100 milioni annui, in realtà il risparmio sarà molto più contenuto. Secondo i calcoli, infatti, si arriverà oltre i 60 milioni di euro o, per dirla con l'ex commissario alla spending review, Carlo Cottarelli, «lo 0,007 per cento della nostra spesa pubblica. Pari a un euro all'anno per ciascun italiano: il prezzo di un caffè». Minimo risparmio dai politici, aumento per i dirigenti. Infatti, come anticipato ieri dal Messaggero ci sono 331,80 euro di aumento medio mensile per i dirigenti della sede del premier Giuseppe Conte secondo quanto proposto dall'Aran, l'Agenzia per la rappresentanza negoziale della pubblica amministrazione a cui si sommano anche altri 136,80 euro in base ai risultati. Inoltre, per i dirigenti di seconda fascia è previsto un ulteriore incremento di 657,80 euro per ridurre la forbice retributiva con la prima. L'aumento riguarderà circa 300 dirigenti della presidenza del Consiglio che dopo 10 anni di blocco della contrattazione collettiva, vedranno rinnovato il contratto relativo al triennio 2016-2018 le cui trattative sono iniziate nello scorso mese di gennaio avevano avuto il via libera a marzo. «Gli piace vincere facile all'Aran» dice Fiovo Bitti dirigente confederale e responsabile dell'Ufficio studi dell'Ugl, «questo rinnovo riguarda 270 persone ovvero lo 0,001% del totale dei dipendenti pubblici che aspettano il nuovo contratto dal 2018». Ma c'è di più, secondo il sindacalista Ugl: «Le trattative del rinnovo del contratto 2016-2018 sono state fatte negli ultimi mesi del governo Gentiloni, a novembre 2017, e firmato a marzo 2018 proprio prima delle elezioni politiche ma con un piccolo particolare: hanno rinnovato quei tre anni ma non hanno dato nessun adeguamento dal 2009 al 2015, rimasti senza copertura. Quel rinnovo, infatti, valeva il 4-5% mentre l'inflazione era superiore al 10%. Oggi rinnovano un contratto collettivo che riguarda una nicchia della dirigenza di Stato, quella che sta nella presidenza del Consiglio, ma hanno dimenticato la gran massa dei dipendenti pubblici che sono stati beffati dal mancato adeguamento e che ancora aspettano il rinnovo 2016-2018». Insomma, per Fiovo Bitti hanno piantato «una bandierina senza avere alcun riguardo e senza conoscere realmente le condizioni di lavoro dei dirigenti degli enti locali che oggi devono potenziare alcuni servizi ma non hanno né personale né soldi. Continuano a chiedere lo smart working ma, come accade anche per altri settori, affrontano le situazione senza conoscere le problematiche dei dipendenti, sembrano lontani dalla realtà». In effetti obiettivo dell'Aran è siglare l'accordo che riguarda dirigenti e professionisti delle funzioni centrali entro fine anno. Questo contratto, sempre relativo al triennio 2016-2018, che ha ottenuto il via libera definitiva a marzo, prevede incrementi tabellari che vanno dai 160 euro per i dirigenti di prima fascia ai 125 euro per quelli di seconda fascia, dai 150 euro per i professionisti di primo livello ai 124 euro per quelli di secondo livello, per un aumento mensile medio complessivo di circa 260 euro, diversificati tra le varie categorie. A Palazzo Chigi, infatti, la platea dei dipendenti, 1.900 impiegati, dagli uscieri ai funzionari, riceverà circa 270 euro in più in busta paga, per effetto del rinnovo contrattuale. L'aumento medio è del 3,48% come per tutti gli altri comparti, che equivale a 125 euro in più, ma a questa cifra però, occorre aggiungere le risorse che il governo Conte ha stanziato nella scorsa legge di bilancio, pari a 5 milioni di euro in più per il salario accessorio e che significano ulteriori 145 euro mensili di aumento, a decorrere dal 2020. Il totale quindi è un incremento di 273 euro mensili, più del doppio degli altri comparti del pubblico impiego. Per i dirigenti della presidenza del Consiglio, invece, 101 di prima fascia e 169 di seconda fascia, gli aumenti sono più alti perché più alto è lo stipendio di base. L'Unadis, il sindacato dei dirigenti dello Stato, ha chiesto insieme a Cgil e Cisl di arrivare a un accordo in tempi celeri e ha insistito affinché si parta dai vantaggi già acquisiti durante il rinnovo del contratto delle funzioni centrali, sulla partecipazione sindacale e sul conferimento degli incarichi dirigenziali.
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Piergiorgio Odifreddi (Getty Images)