2025-02-22
I giudici francesi spengono il canale del presentatore sgradito a Macron
La rete di Bolloré chiude. Al centro delle polemiche il talk di punta, critico col governo.Nella Francia di Emmanuel Macron, sempre pronta a vantarsi di essere «la patria dei diritti umani» capita che delle reti televisive sgradite a certi politici vengano spente dall’Arcom, l’autorità di sorveglianza delle telecomunicazioni transalpina. Allo scoccare della mezzanotte del prossimo 28 febbraio, i canali C8 e Nrj12 cesseranno le trasmissioni. Se per Nrj12 era abbastanza facile immaginare il non rinnovo della licenza di trasmissione, visto il pubblico scarso e il non rispetto dei criteri di interesse del pubblico e pluralismo, ha motivato l’Arcom, per C8 il discorso è più complesso. Per prima cosa va detto che C8 è una delle reti del digitale terrestre del gruppo Canal+, di proprietà di Vincent Bolloré. Da tempo questo canale è al centro di polemiche, in particolare a causa di uno dei suoi presentatori, Cyril Hanouna, e del talk-show da lui condotto Touche pas à mon poste-Tpmp (che tradotto significa «non toccare il televisore»). Hanouna è uno che non le manda a dire e a volte gli scappa la frizione. Ma il suo stile piace ai francesi, visto che Tpmp è arrivata a punte di 2,6 milioni di telespettatori. Dal punto di vista sociologico il pubblico di Tpmp è popolare, magari senza diplomi o lauree e fatica ad arrivare a fine mese. Le uscite di Hanouna, come detto, hanno creato spesso polemiche. Una delle più celebri è nata dalla sfuriata del 10 novembre 2022 contro Louis Boyard, deputato del partito di estrema sinistra de La France Insoumise. In quella puntata si parlava dell’Ocean Viking, la nave dell’Ong Sos Méditerranée. In quei giorni, il poco più che neonato governo di Giorgia Meloni aveva rifiutato di accogliere l’imbarcazione in un porto italiano. La Viking era quindi arrivata in Francia, scatenando le proteste del governo di Parigi. Quella sera, Boyard aveva approfittato della trasmissione per dire che «le cinque persone più ricche» di Francia «impoveriscono l’Africa». Nel quintetto ci aveva inserito Bolloré. Peccato che, prima di diventare onorevole, Boyard fosse stato spesso ospite fisso di Hanouna, sul canale di Bolloré appunto. Il presentatore ha reagito dando del «buffone» e della «m...» al deputato che ha lasciato lo studio e, in seguito, ha sporto denuncia. Questa e altre uscite di Hanouna hanno fatto scattare le multe dell’Arcom, per complessivi 7,6 milioni di euro ai danni di C8. Anche questa è una bizzarria per un Paese in cui dovrebbe vigere la libertà di espressione. La decisione dell’Arcom di spegnere C8 e Nrj12 risale al luglio scorso. Poi, giovedì scorso è arrivata la conferma dello stop dal Consiglio di Stato. Lo scorso gennaio, l’Arcom ha anche deciso che, da giugno, sui telecomandi francesi, i canali d’informazione cambieranno numerazione. Il canale 16 è da anni assegnato a Cnews, prima rete francese d’informazione in termini di pubblico appartenente a Bolloré. Da giugno, pigiando sul 16, si vedrà canale di Stato, Franceinfo. La chiusura imminente di C8 ha suscitato critiche persino tra i concorrenti di Canal+ e addirittura tra le file macroniste. Il presidente di Rmc-Bfm tv, Nicolas de Tavernost, ha scritto su X che la fine delle due reti è «una cattiva notizia» e ha espresso solidarietà ai 400 dipendenti che rimarranno disoccupati. La deputata macronista Maud Bregeon ha detto ieri su Cnews che «una parte della classe politica è imbarazzata dalla decisione» di chiudere le reti. Per Marine Le Pen, i «benpensanti» vogliono «impedire agli altri di pensare diversamente. È una grave minaccia alla libertà di espressione». Solidarietà anche da Elon Musk, che dal Cpac di Washignton ha inviato un messaggio di supporto al canale: «Combatti per la libertà!»
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