2024-05-06
Otto mesi al Giubileo. Roma ancora nel caos
Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri osserva i cantieri del Giubileo di Piazza Pia, tra Castel Sant'Angelo e via della Conciliazione (Ansa)
Nella Capitale, nonostante gli oltre 3 miliardi stanziati dal Pnrr, è iniziato solo il 27% dei lavori. E mentre i cantieri imbottigliano i cittadini nel traffico, Roberto Gualtieri promette: «Ce la faremo».Loreno Bittarelli, presidente della cooperativa più grande d’Europa: «Sì a più licenze, però in modo graduale. Il sindaco non ci risponde».Lo speciale contiene due articoli.Probabilmente il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, confida che il Giubileo gli faccia il miracolo. Mancano otto mesi all’apertura della Porta Santa ma i cantieri procedono a rilento. Solo il 27% dei lavori è iniziato. Al momento sono conclusi 2 interventi e in corso 57 sui 218 previsti dall’ultima rimodulazione, al netto di 13 di cui è stata chiesta la cancellazione dal programma, come riferito dallo stesso primo cittadino nell’ultima riunione della cabina di regia a Palazzo Chigi. La città è una groviera di buchi transennati e corredati da imponenti cartelli che indicano lo sforzo dell’amministrazione capitolina nel rendere la Capitale pronta per il grande appuntamento. I romani ormai non si lamentano nemmeno più, hanno nel dna i disagi, le lunghe attese alle fermate dei taxi, la sorpresa delle scale mobili di accesso alle metropolitane che si fermano o il trenino verso Ostia che salta le corse. Uno studio realizzato dall’Università Roma Tre, ha stimato che per l’Anno Santo arriveranno circa 32 milioni di turisti. Si tratta di una cifra relativa non alle singole persone, quanto alle «presenze» - una singola persona che rimane per cinque giorni, ad esempio, viene conteggiata cinque volte - che rappresenterebbe comunque, secondo chi conosce il dossier, un aumento di almeno un terzo. È una valutazione al ribasso perché il battage pubblicitario effettuato soprattutto dalle grandi catene alberghiere che hanno puntato grandi investimenti nella Capitale, è intenso. Sulla città sono piovuti milioni di euro, tra finanziamenti pubblici straordinari e fondi privati. Nell’entourage del sindaco si è ottimisti. Anche a Milano a pochi giorni dall’inaugurazione dell’Expo rimbalzavano sulla stampa le immagini dei cantieri ancora aperti e degli addetti con il caschetto in testa affaccendati nei padiglioni, eppure al taglio del nastro tutto era pronto ed è stato un successo, è quanto viene ripetuto con caparbia convinzione in Campidoglio. Secondo la tabella di marcia iniziale, i lavori si dovrebbero concludere entro fine anno, ma lo stato dell’esecuzione lascia intendere che la data non potrà essere rispettata. A meno di un miracolo. Proprio un anno fa monsignor Rino Fisichella, pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, aveva detto che «per alcuni cantieri si lavorerà 24 ore su 24. Abbiamo la fiduciosa certezza che l’8 dicembre del 2024 i lavori più grandi siano conclusi».Il sindaco Gualtieri, al recente incontro nella sede della Stampa estera, ha detto che «entro maggio avremo allestito il 50% delle aree d’intervento. Tra maggio e l’estate, entreranno nella fase attuativa quasi tutti quelli del 50% mancante». Badare bene ai termini: «allestito» e «fase attuativa», cioè si è ancora nel pieno della progettazione. Poi ha sottolineato, con un entusiasmo poco giustificabile che «a breve partirà anche il cantiere su piazza Risorgimento». Siamo a ridosso dell’estate, in un periodo in cui, con l’esplosione del caldo, non è facile lavorare. Senza contare la massa dei turisti abituali che cominciano già ad affluire nella Capitale. E dire che il Giubileo non è un appuntamento deciso all’ultimo momento. Nel quadro di incertezza c’è un solo punto saldo e sicuro: l’aumento del biglietto Atac a 2 euro, in tempi brevi, con una parallela riduzione, però, del costo degli abbonamenti.Gualtieri ha promesso più taxi. «Prima dell'inizio del Giubileo avremo mille nuove licenze taxi permanenti, a cui si aggiungono quelle stagionali, nuovi Ncc e auto a doppia guida. A breve uscirà il bando». Non ci sono ancora le date. I soldi non mancano: 2,9 miliardi, a cui si aggiungono i 500 milioni della misura Pnrr Caput Mundi che, con la rimodulazione del Piano negoziata con la Commissione Ue, si è vista accordare uno sconto per il 2024. È stato infatti dimezzato da 200 a 100 il numero di siti archeologici e culturali da riqualificare almeno al 50% entro fine anno.La grande scommessa è quanti cantieri saranno ancora aperti a dicembre. A febbraio risultava conclusa la messa in sicurezza della zona dove dovrà sorgere l’area eventi a Tor Vergata presso le Vele della Città dello Sport, a cui si è aggiunta la conclusione del concorso di progettazione per la nuova passeggiata archeologica dei Fori imperiali. Oltre ai 57 interventi in corso, sono date in fase di «imminente avvio» entro maggio altre 44 misure. Ulteriori 18 risultano in gara, sette in progettazione con lavori già affidati, 90 in progettazione senza affidamenti. A questo pacchetto si aggiungono i lavori previsti dai Dpcm dedicati alla sanità e all’Ares 118, tutti in fase di progettazione.L’area più critica è intorno al Vaticano, come ben sanno i romani che ogni giorno si incolonnano con l’auto nelle vie limitrofe. All’Anas è stato affidato il sottovia di Piazza Pia (70 milioni), che consentirà la pedonalizzazione del percorso da Castel Sant’Angelo a San Pietro. Il cantiere è stato aperto a fine agosto, sono in corso i lavori fognari e per gli scavi del sottovia. L’obiettivo è concludere l’opera entro l’8 dicembre. Partiti anche i restyling del percorso Via Ottaviano-San Pietro (4 milioni) e di quello via Stazione San Pietro-Passeggiata del Gelsomino, mentre entro fine mese dovrebbero decollare i lavori per il sottopasso pedonale di via Gregorio VII. Ancora nel quartiere Prati, è cominciata la riqualificazione delle pavimentazioni storiche che dovrebbe concludersi entro l’estate. Sempre a inizio aprile è stato aperto il cantiere per riqualificare la piazza su cui affaccia la basilica di San Giovanni.Entro dicembre dovrebbe essere ultimata la ristrutturazione del Ponte dell’Industria che collega Ostiense a Marconi, colpito da un incendio nell’ormai lontano 2021. La vera spina nel fianco e la grande scommessa della Capitale sono i lavori sulla metro A: il servizio Ottaviano-Battistini chiude alle 21 per permettere la conclusione del rinnovo dell’armamento entro fine anno. L’amministrazione ha promesso che entro dicembre saranno finite le stazioni di Cipro, Spagna e Ottaviano. Gli altri cantieri riguardano il Tevere e sono affidati alla società Giubileo 2025. Alcune gare sono andate deserte e non è chiaro se i progetti saranno archiviati. È il caso della stazione Pigneto.Il settimo Dpcm Giubileo darà il quadro aggiornato degli interventi. Si aggiungerà a quello con il riparto dei 458 milioni per l’accoglienza e a quello su Piazza Risorgimento (14 milioni) senza il parcheggio interrato che è stato abolito. Intanto il calendario religioso procede. Il 9 maggio, alla celebrazione dei Secondi Vespri a San Pietro, papa Francesco leggerà la bolla di indizione del Giubileo 2025. Il sigillo ufficiale all’apertura dell’Anno Santo.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/giubileo-roma-ancora-nel-caos-2668170908.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="aumentare-i-taxi-senza-nuove-corsie-intasera-il-centro" data-post-id="2668170908" data-published-at="1714970909" data-use-pagination="False"> «Aumentare i taxi senza nuove corsie intaserà il centro» Tra maggio e giugno il comune di Roma pubblicherà il bando di gara per l’assegnazione di mille nuove licenze, che si andranno ad aggiungere alle 7.800 esistenti, a un costo che dovrebbe essere di circa 65.000 euro ciascuna. A queste si aggiungerebbero 500 stagionali dal periodo di Pasqua a luglio e durante le feste di Natale e la possibilità di far guidare un taxi da due persone, quindi il doppio turno. Il sindaco, Roberto Gualtieri, ha intenzione di seguire la procedura standard prevista dalla legge Bersani per cui i proventi delle nuove licenze andranno per l’80% ai tassisti che posseggono precedenti licenze e per il 20% alle casse comunali. Mentre il governo, con il decreto Asset voluto dal ministro delle Imprese, Adolfo Urso, prevede che i soldi vadano per intero ai tassisti come compensazione per l’aumento della concorrenza. Loreno Bittarelli, presidente della Cooperativa Radiotaxi 3570 di Roma, dell’Unione Radiotaxi d’Italia e del Consorzio It Taxi non condivide la procedura che Gualtieri intende seguire. «Con la scusa della necessità di recuperare il 20% per le casse comunali, il sindaco non sta facendo gli interessi dei cittadini, ma sta giocando una partita solo politica che è contro quanto deciso dal governo, altrimenti avrebbe già rilasciato più licenze come suggeriamo noi da oltre un anno, prima ancora del decreto Asset. Storicamente il comune di Roma non ha mai rilasciato le licenze taxi utilizzando il bando oneroso previsto dal decreto Bersani, neanche ai tempi di Veltroni, dove ne furono rilasciate 2.500 tutte a bando gratuito. Quindi oggi non è credibile, come afferma il sindaco, che se le licenze non vengono rilasciate a titolo oneroso le casse del comune non riescono a reggere l’impatto. E poi il sindaco dice di voler dare anche migliaia di autorizzazioni di Ncc. Ma se il comune di Roma non è in grado di sostenere i costi per il bando per i taxi, come farebbe a sostenere quelli per gli Ncc che devono essere rilasciate a titolo gratuito come dispone il decreto Bersani?». Però sono innegabili le file ai taxi. «Noi non siamo contrari a più licenze ma vanno incrementate con gradualità. Abbiamo chiesto da tempo di avere subito 300 licenze in più ma contestualmente alla creazione delle infrastrutture necessarie, come le piazzole di sosta e le corsie preferenziali che attualmente sono carenti, altrimenti quello che dovrebbe essere un vantaggio per il cittadino e il turista si trasforma in un disagio. I taxi andrebbero ad aumentare il caos del traffico cittadino e i parcheggi selvaggi. Immettere mille auto in più in una situazione già critica come quella del traffico a Roma, è una follia». Sono quasi venti anni che non si rilasciano licenze. «Proprio per questo non si possono aumentare di botto, in modo così marcato. Poi non si può misurare il fabbisogno della città considerando solo i periodi di punta della domanda. Ci sono mesi con poche presenze turistiche e i taxi restano fermi a lungo. Usiamo il buonsenso». Avete valutato l’impatto di mille licenze in più? «L’80% delle corse si fanno nel centro storico. Immaginate cosa può accadere immettendo nuove auto che devono fare la gimcana tra strade strette, cantieri ancora aperti, e le auto private. La nostra proposta, più volte presentata, è di cominciare con 300 in più e vedere la reazione della città». Avete rappresentato i problemi all’amministrazione? «Impossibile parlare con Gualtieri. Non c’è il minimo dialogo con il Campidoglio. Non ricordo più quante Pec gli abbiamo mandato. Ignorate». Sicurezza? «Nonostante le telecamere, mi riferisco soprattutto all’area della Stazione Termini, i tassisti sono oggetto di continui furti. Se il conducente esce dall’auto per aiutare il cliente con le valige e lascia il cellulare nell’abitacolo, rischia di non trovarlo più. I ladri girano indisturbati, così come gli abusivi. Ci sentiamo impotenti»