
Luigi Di Maio sulla Libia apre alla Russia filo Khalifa Haftar (ma così rischia frizioni con Fayez al Serraj). E la pregiudiziale anti Vladimir Putin usata con Matteo Salvini?Timido disgelo tra Italia e Russia. È previsto per oggi, a Villa Madama, un incontro dei nostri ministri degli Esteri e della Difesa con i loro omologhi russi. Luigi Di Maio e Lorenzo Guerini avranno infatti modo di confrontarsi con Sergej Lavrov e Sergej Shoygu, seguendo il cosiddetto formato del 2+2. L'evento ha una sua portata storica, visto che l'ultima volta che si sono tenuti colloqui di questo tipo era il 2013, ai tempi del governo Letta: prima, cioè, che la crisi della Crimea determinasse quella spaccatura geopolitica tra la Russia e il mondo occidentale, che ancora oggi conosciamo. Saranno due i dossier principali ad essere affrontati nei colloqui: Libia e Ucraina. Per quanto riguarda la prima questione, non dimentichiamo che - ormai da diversi mesi - Mosca svolga un ruolo di fondamentale importanza sul territorio libico, in sostegno del generale Khalifa Haftar. Nonostante nelle ultime settimane sembrasse essere un po' sparita dai radar, la Russia è tornata ad esprimere la propria posizione con Lavrov che - in un'intervista rilasciata ieri a La Stampa - ha affermato che «solo l'Onu può garantire l'integrità della Libia». Il ministro russo ha invece espresso qualche dubbio sul ruolo dell'Unione europea nella vicenda. «L'intenzione dell'Unione Europea di garantire […] l'integrità territoriale della Libia, non mi è del tutto chiara», ha chiosato. Tutto questo, mentre sempre ieri - dopo il Consiglio Esteri europeo - Di Maio ha dichiarato: «Tutti gli Stati Ue sono d'accordo per creare una missione che blocchi l'ingresso delle armi in Libia. Non si tratta di Sophia, che non c'è più. Adesso l'Ue si impegna con una missione navale, aerea e con disponibilità anche terrestre, per bloccare l'ingresso delle armi in Libia. Sono molto contento». Nel dettaglio, le navi dovrebbero essere schierate nelle acque orientali della Libia e - qualora la loro presenza si trasformasse in un fattore attrattivo per i migranti - la missione verrebbe bloccata: una missione che - secondo il capo della Farnesina - faciliterà il cessate il fuoco. Per quanto invece riguarda il dossier ucraino, è chiaro che l'Italia stia timidamente cercando di ritagliarsi un ruolo da mediatrice tra Bruxelles e Mosca. Roma continua tuttavia a mantenersi su una posizione molto ambigua, come mostrato dallo stesso Di Maio in un'intervista non poco cerchiobottista rilasciata ieri all'agenzia di stampa russa Tass. Un fatto indubbiamente significativo è che questa apertura diplomatica dell'Italia a Mosca avvenga appena pochi giorni dopo il clima distensivo, inaugurato dalla Francia. Nel corso della recente conferenza di Monaco, Emmanuel Macron ha infatti dichiarato: «Ciò di cui abbiamo bisogno è di coinvolgere di nuovo Mosca nel lungo periodo», perché è un «grave errore distanziarci da una parte dell'Europa di cui non ci piacciono le azioni sulla scena internazionale». Nella stessa occasione, l'inquilino dell'Eliseo non si è lasciato sfuggire anche qualche (neppur troppo velata) critica nei confronti delle sanzioni antirusse. Lavrov ha non a caso apprezzato, parlando di «saggezza geopolitica» da parte di Macron. Insomma, sembrerebbe che la distensione italiana verso il Cremlino sia avvenuta all'ombra dell'apertura francese. E, del resto, la stretta convergenza del nostro Paese con Parigi è testimoniata anche dall'auspicio, espresso dal ministro Guerini, di aiutare la Francia nella complicata regione del Sahel. Sotto questo aspetto, si scorgono tuttavia due nodi problematici non indifferenti. In primo luogo, la mano tesa dell'Eliseo al Cremlino può avere un senso per l'Esagono nell'ambito dello scacchiere libico, visto che Macron e Vladimir Putin sostengono entrambi il generale Haftar. L'Italia, dal canto suo, si trova invece in una situazione di maggiore imbarazzo, visto che appoggia formalmente il premier libico filoturco, Fayez al Serraj. Tra l'altro, Roma continua a invocare una centralità europea nella risoluzione della crisi libica, laddove - come abbiamo visto - Mosca non sembra particolarmente propensa verso un simile scenario. In secondo luogo, assistiamo a un paradosso di ordine più generale. Notoriamente la distensione nei confronti della Russia ha sempre rappresentato uno dei cavalli di battaglia della Lega: quella Lega che - su questo fronte - ha ricevuto aspre critiche dal centrosinistra nel corso dell'ultimo anno. Tant'è che una delle principali accuse che sono state mosse al Carroccio sulla vicenda dell'hotel Metropol si è rivelata quella di voler cambiare la politica estera italiana, avvicinando il nostro Paese a Mosca per allontanarlo dall'Occidente. La situazione è quindi abbastanza assurda. Se a spingere per una distensione con la Russia è Matteo Salvini, si tratta di un'oscura manovra per minare la democrazia liberale in Italia. Se invece ad aprire è il governo giallorosso - con l'implicito benestare di Parigi - il problema non si pone minimamente.
Paolo Longobardi (Getty images)
Il presidente di Unimpresa: «Va data sicurezza alle transazioni delle pmi che operano in più valute. L’Occidente imponga standard di qualità contro la concorrenza sleale».
Mario Draghi (Ansa)
L’ex premier si accorge soltanto ora che gli obiettivi green sono «irrealizzabili». Poi critica la burocrazia continentale: «Troppo lenta, potrebbe non riuscire a riformarsi». Il suo piano B: alcuni Stati facciano da sé.
Sehrii Kuznietsov (Getty Images)
- La Corte d’appello di Bologna ha disposto la consegna di Sehrii Kuznietsov, l’ucraino accusato di aver danneggiato il gasdotto nel 2022. Crosetto: «Disponibili su Samp-T e aerei radar». M5s e Calenda esortano il governo al confronto in Aula su «Sentinella Est».
- Invasione nazista, Berlino secca: «Soldi alla Polonia? Storia chiusa». Merz: «Ma siamo al fianco di Varsavia». Presto possibile vertice Trump-Zelensky.
Lo speciale contiene due articoli.
Ansa
- Massiccia invasione via terra e raid con droni ed elicotteri. Crosetto: «Decisione sbagliata». Il Papa chiama il parroco Romanelli: «Preoccupato». Ira dei parenti degli ostaggi: «Così Netanyahu li uccide».
- Mobilitazione indetta per venerdì. Liti nella Flotilla, Greta lascia il direttivo e cambia imbarcazione. Il dem Scotto, in navigazione: «Sempre in contatto con la Farnesina».