
Mef e Ambiente in riunione per portare il decreto da 3-4 miliardi nel cdm di martedì. Coperture: in arrivo 600 milioni dai fondi che le imprese versano in Ue per le emissioni.Fine settimana di lavoro per i tecnici del ministero dell’Ambiente e dell’Economia che torneranno a riunirsi domani per limare il decreto bollette che dovrebbe essere varato al prossimo Consiglio dei ministri di martedì. È una corsa contro il tempo. Ogni giorno che passa la polemica dell’opposizione si ingigantisce ma soprattutto c’è la richiesta urgente di imprese e famiglie strozzate dagli aumenti. Per il 2025 si stima un rincaro di 251 euro per le utenze domestiche. Le imprese, dal canto loro, pagano energia il doppio del concorrenti francesi e il 70% in più di quelle spagnole e il 30% di quelle tedesche.Le misure a grandi linee sono state decise ma resta il nodo delle coperture e del via libera dell’Europa. Il decreto richiederebbe infatti dai 3 ai 4 miliardi, un onere importante per le casse dello Stato anche se gli interventi sarebbero limitati a sei mesi, giusto il tempo necessario a superare il picco dei prezzi energetici. Per la copertura oltre alle maggiori entrate legate all’aumento del gas e quindi dell’Iva versata e agli effetti fiscali legati al calo dello spread e all’aumento dell’occupazione, si sta valutando l’utilizzo delle quote Ets previste dalla Ue destinandole al sostegno delle imprese.Queste quote sono pagate dalle imprese e dai produttori di energia in base alle emissioni di Co2 e servono a finanziare la transizione ecologica. Come ha spiegato ieri a La Verità, il viceministro dell’Ambiente, Vannia Gava, si tratterebbe di destinare almeno un miliardo all’energy release (600 milioni arriverebbero dagli Ets) che consente alle aziende di acquistare energia rinnovabile a prezzo calmierato in cambio dell’impegno a sviluppare nuova capacità rinnovabile nei prossimi 30 anni. Oggi tale misura è riservata alle imprese energivore ma potrebbe essere estesa alle Pmi. Abbassando i costi per le imprese si porterebbe a una riduzione della fattura dell’energia per i consumatori finali.Questo però richiede il consenso di Bruxelles perché potrebbe configurarsi come un aiuto pubblico. Inoltre la Commissione europea dovrebbe vigilare sulle speculazioni legate al prezzo del gas stabilito al TTF di Amsterdam. Si sta pensando anche a una ricollocazione delle risorse del Pnrr, stornando alcuni fondi da poste che non sono prioritarie. Un altro intervento allo studio è di ridurre le differenze tra il prezzo del gas sul mercato di riferimento europeo (l’indice TTF della Borsa di Amsterdam) e quello sul mercato all’ingrosso italiano (chiamato Psv). Lo spread tra i due mercati è uno degli elementi che fa sì che in Italia l'energia costi molto più che in altri grandi Paesi europei. La riduzione di solo 1 euro di questa differenza avrebbe un impatto sulle bollette di almeno due euro di risparmi. Veniamo alle misure per le famiglie. L’intenzione è di allargare la platea di coloro che possono accedere al bonus sociale per avere uno sconto automatico in bolletta, portando il tetto dell’Isee di riferimento da quota 9.530 decisa nel 2022 (può salire a 20mila euro solamente per le famiglie con almeno quattro figli) a 12.000 o 15.000 euro. La misura interesserebbe nella versione più estesa oltre 10 milioni di persone (nel 2023 fu richiesta da 7,3 milioni di utenti) con un costo di circa 1,5 miliardi. Inoltre sempre a favore delle persone in difficoltà, l’acquirente unico acquisterebbe all’ingrosso sui mercati del giorno prima anziché sui mercati spot.Quanto alle imprese, oltre ai sistemi di energy release con vendita di energia a prezzi calmierati, si sta studiando di aumentare i contratti a lungo termine Ppa (Power Purchase Agreement) che regolano la fornitura di energia elettrica da fonte rinnovabile, tra un soggetto produttore (che possiede l’impianto) e un soggetto acquirente.Infine sarebbe ammessa l’adesione alle Cer (le comunità che aggregano produttori da fonti rinnovabili e consumatori di energia) anche gli istituti pubblici di beneficienza e assistenza.
Il toro iconico di Wall Street a New York (iStock)
Democratici spaccati sul via libera alla ripresa delle attività Usa. E i mercati ringraziano. In evidenza Piazza Affari: + 2,28%.
Il più lungo shutdown della storia americana - oltre 40 giorni - si sta avviando a conclusione. O almeno così sembra. Domenica sera, il Senato statunitense ha approvato, con 60 voti a favore e 40 contrari, una mozione procedurale volta a spianare la strada a un accordo di compromesso che, se confermato, dovrebbe prorogare il finanziamento delle agenzie governative fino al 30 gennaio. A schierarsi con i repubblicani sono stati sette senatori dem e un indipendente affiliato all’Asinello. In base all’intesa, verranno riattivati vari programmi sociali (tra cui l’assistenza alimentare per le persone a basso reddito), saranno bloccati i licenziamenti del personale federale e saranno garantiti gli arretrati ai dipendenti che erano stati lasciati a casa a causa del congelamento delle agenzie governative. Resta tuttavia sul tavolo il nodo dei sussidi previsti ai sensi dell’Obamacare. L’accordo prevede infatti che se ne discuterà a dicembre, ma non garantisce che la loro estensione sarà approvata: un’estensione che, ricordiamolo, era considerata un punto cruciale per gran parte del Partito democratico.
2025-11-10
Indivia belga, l’insalata ideale nei mesi freddi per integrare acqua e fibre e combattere lo stress
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In autunno e in inverno siamo portati (sbagliando) a bere di meno: questa verdura è ottima per idratarsi. E per chi ha l’intestino un po’ pigro è un toccasana.
Si chiama indivia belga, ma ormai potremmo conferirle la cittadinanza italiana onoraria visto che è una delle insalate immancabili nel banco del fresco del supermercato e presente 365 giorni su 365, essendo una verdura a foglie di stagione tutto l’anno. Il nome non è un non senso: è stata coltivata e commercializzata per la prima volta in Belgio, nel XIX secolo, partendo dalla cicoria di Magdeburgo. Per questo motivo è anche chiamata lattuga belga, radicchio belga oppure cicoria di Bruxelles, essendo Bruxelles in Belgio, oltre che cicoria witloof: witloof in fiammingo significa foglia bianca e tale specificazione fa riferimento al colore estremamente chiaro delle sue foglie, un giallino così delicato da sfociare nel bianco, dovuto a un procedimento che si chiama forzatura. Cos’è questa forzatura?
Zohran Mamdani (Ansa)
Nella religione musulmana, la «taqiyya» è una menzogna rivolta agli infedeli per conquistare il potere. Il neosindaco di New York ne ha fatto buon uso, associandosi al mondo Lgbt che, pur incompatibile col suo credo, mina dall’interno la società occidentale.
Le «promesse da marinaio» sono impegni che non vengono mantenuti. Il detto nasce dalle numerose promesse fatte da marinai ad altrettanto numerose donne: «Sì, certo, sei l’unica donna della mia vita; Sì, certo, ti sposo», salvo poi salire su una nave e sparire all’orizzonte. Ma anche promesse di infiniti Rosari, voti di castità, almeno di non bestemmiare, perlomeno non troppo, fatte durante uragani, tempeste e fortunali in cambio della salvezza, per essere subito dimenticate appena il mare si cheta. Anche le promesse elettorali fanno parte di questa categoria, per esempio le promesse con cui si diventa sindaco.
Ecco #DimmiLaVerità del 10 novembre 2025. Il deputato di Sud chiama Nord Francesco Gallo ci parla del progetto del Ponte sullo Stretto e di elezioni regionali.






